Bufera sul trasporto pubblico locale a Genova: la presidente di AMT Ilaria Gavuglio, indagata per la fusione con l’azienda che copre il servizio provinciale, ATP, non lascia il posto, blindata dalla giunta comunale. Gavuglio è coinvolta nell’inchiesta della Procura di Genova per falso in bilancio; oltre a lei, nel mirino altri otto soggetti a cui sono contestati diversi ulteriori reati, dalla truffa all’ostacolo alle attività pubbliche di vigilanza.
Si tratta di ex e attuali amministratori di entrambe le aziende ed ex membri degli organi di controllo di ATP:
- Marco Beltrami, ex presidente AMT (in carica fino a un anno fa, circa);
- l’ex presidente di ATP e oggi consigliere di amministrazione AMT, Enzo Sivori;
- Carlo Malerba, anche lui nella doppia veste di ex vicepresidente ATP e attuale amministratore unico della società;
- Beatrice Humouda, ex presidente del collegio sindacale ATP;
- Manuela Bruzzone, ex consigliere di amministrazione ATP e attualmente membro del CDA di AMT;
- Gerolamo Giudice, ex sindaco della società;
- Andrea Traverso, revisore contabile ATP;
- Paolo Ravera, dirigente dell’amministrazione vendite e sistemi informatici ATP.
Le accuse alla presidente AMT e agli altri indagati
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Gavuglio avrebbe approvato il bilancio di esercizio dell’annualità 2020 di ATP evidenziando un elemento richiesto dalla legg, ossia la “continuità aziendale”, per quanto questa fosse inesistente. Di fatto, avrebbe garantito la prospettiva di continuazione dell’attività di ATP nel bilancio, sebbene la società sia stata svuotata e le sue risorse – sia parco mezzi che dipendenti – trasferite a AMT.
Tra le varie contestazioni, Beltrami sarebbe accusato di truffa per via di un trasferimento di 2 milioni di euro da AMT ad ATP, con lo scopo che quest’ultima riuscisse a pagare i propri debiti verso alcuni dei suoi fornitori, tra cui Iveco orecchia Spa, per interventi legati al Fondo per lo sviluppo e la coesione regionale 2014-2020. Secondo gli inquirenti però Beltrami avrebbe dato motivazioni diverse per questo trasferimento ai soci pubblici di AMT, traendoli così in inganno. Inoltre un dirigente comunale sarebbe stato al corrente di questa manovra. Sempre Beltrami è accusato di aver ostacolato l’attività dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato avendo fornito motivazioni a giustificare l’aumento di capitale di ATP che sapeva non sarebbero mai divenute realtà, come l’acquisto di nuovi autobus e il rinnovo delle strutture dell’azienda.
Coordina il lavoro della Guardia di finanza il sostituto procuratore Patrizia Petruzziello, sotto l’egida del procuratore Francesco Pinto in testa al team di magistrati che a Genova si occupa di reati economici. Petruzziello ha chiesto una proroga per ulteriori accertamenti. L’inchiesta è partita dagli esposti di Autoguidovie italiane, una azienda lombarda che è socia di minoranza di ATP: la società ritiene di essere stata raggirata con l’aumento di capitale del 2019. Tant’è vero che Autoguidovie si è opposta alla fusione con AMT dato il nuovo investimento, fusione che nonostante ciò è stata ultimata appena un anno dopo, con l’affidamento ad AMT del trasporto extraurbano.
L’opposizione chiede le dimissioni della presidente AMT indagata, la giunta si oppone
La notizia dell’implicazione di Gavuglio ha ovviamente acceso gli animi della politica. In Comune il PD ha chiesto le dimissioni della presidente AMT sotto indagine chiedendo conto direttamente al Sindaco Marco Bucci, «che aveva spinto per l’operazione di acquisizione di Atp e che aveva fortemente voluto Gavuglio alla guida dell’azienda, dopo l’addio di Beltrami». Secondo il capogruppo democratico Simone D’Angelo, la scelta della fusione «fortemente voluta dalla maggioranza di Bucci, già nel 2019 ci aveva visti contrari in quanto mancavano le certezze sull’effettiva fattibilità dell’operazione e garanzie su esiti e conseguenze. Ci chiediamo come una persona indagata, nel ruolo di revisore, per falso in bilancio, possa rimanere presidente del consiglio di amministrazione. Gavuglio si dimetta a garanzia del giusto procedere delle indagini e di AMT».
Alle parole del PD ha però risposto a stretto giro l’Assessore alla Mobilità, Matteo Campora, escludendo le dimissioni: «Siamo fiduciosi e rispettosi dell’operato della magistratura, siamo certi che verrà fatta chiarezza sulla vicenda. La presidente Ilaria Gavuglio non è in discussione: abbiamo piena fiducia nel suo mandato alla presidenza di AMT così come sull’attività svolta da Marco Beltrami».
Sugli stessi toni anche Claudio Garbarino, consigliere metropolitano con delega ai trasporti che dichiara «pieno sostegno al mandato di presidente AMT di Ilaria Gavuglio, assolutamente non in discussione» per quanto indagata e ribadisce «fiducia sull’operato di Marco Beltrami», pur riponendo assoluta fiducia nell’operato della magistratura e sperando in un rapido chiarimento sui fatti.
Nel frattempo i sindacati chiedono risposte e conferme
In agitazione i sindacati, che erano sì a favore della fusione in un’unica azienda dl tpl (anzi, la loro proposta sarebbe su scala regionale). Alla luce dell’indagine però le principali sigle temono che possano essere messi in discussione l’attuale accentramento in AMT, in particolare dei dipendenti.
«Pur condividendo l’obiettivo, noi avevamo manifestato perplessità, però, sulle modalità con cui si era deciso di raggiungerlo dopo il no di Autoguidovie alla fusione. Se adesso quell’operazione fosse invalidata a risponderne politicamente dovrebbe essere il sindaco Bucci», sottolinea infatti Andrea Gamba, Filt Cgil. Anche Uiltrasporti, evidenzia che «noi non ci siamo occupati di aspetti societari», mentre «non bisogna confondere gli aspetti societari e patrimoniali con l’affidamento della gestione del trasporto pubblico» secondo Edgardo Fano, Faisa Cisal. «Non vorremmo che qualcuno lo facesse per mettere in discussione la gestione unitaria del trasporto urbano ed extraurbano».
Un primo incontro tra vertici AMT e sindacati c’è stato nella giornata di lunedì, con la presidente Gavuglio che ha difeso la correttezza del suo operato e la scelta di restare al suo posto. Presenti i rappresentanti dei sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Faisa Cisal e altri dirigenti dell’azienda.