Giovanna Mezzogiorno - Unfitting
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“La solidarietà femminile non esiste, le donne più crudeli degli uomini”: Giovanna Mezzogiorno condanna il body shaming con Unfitting

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Tempo di lettura: 2 minuti

Dopo Vanessa Incontrada body shaming contro l’attrice Giovanna Mezzogiorno

Due donne di successo, Vanessa Incontrada e Giovanna Mezzogiorno: di indubbio talento e di evidente bellezza, ma entrambe vittime di body shaming.

La musica è sempre la stessa: se sei donna non puoi essere grassa. E se sei donna, ma grassa, non puoi lavorare. 

D’altronde ormai è risaputo: donna e grassa è un binomio che proprio non funziona.

La donna deve essere magra: il Weight Gender Gap esiste ed è inesorabile. Un articolo dell’Economist di qualche mese fa titolava in modo provocatorio: The Economics of Thinness, ovvero l’economia della magrezza.

Il sottotitolo, poi, era quasi da non credere: “È ragionevole  da un punto di vista economico per le donne ambiziose provare il più possibile ad essere magre”.

Tradotto in soldoni significa che se sei donna e vuoi lavorare, ma, ancor più, guadagnare, devi essere magra.

Va bene essere intelligenti e preparate, ma se a corredo di questi skills non c’è anche un’adeguata e presentabile magrezza, i risultati non saranno quelli sperati.

Lo sanno bene le nostre due brave attrici Vanessa e Giovanna: se ingrassi, sei fuori dal giro.

La risposta di Giovanna Mezzogiorno nel corto Unfitting

“Dopo la gravidanza dei miei due gemelli sono ingrassata di 20 Kg. e il cinema mi ha chiuso le porte in faccia” – spiega Giovanna Mezzogiorno.

Attrice di talento, era stata giudicata inadeguata rispetto ai canoni estetici in voga.

E inadeguata, Unfitting, è proprio il titolo del corto che l’ha vista impegnata dietro la macchina da presa.

Presentato con successo alla Festa di Roma, Unfitting è un racconto autobiografico che vede la Mezzogiorno alle prese con il racconto della sua vicenda personale.

Una storia di body shaming che l’ha esclusa dal suo lavoro per un problema di taglia.

La sua bravura pareva non bastare più, quello che conta – soprattutto per le donne – è uniformarsi, per poter lavorare, ai canoni estetici richiesti.

Stop Body Shaming
Stop Body Shaming

La violenza di un corpo che deve essere sempre magro

D’altronde è risaputo che anche al di fuori del mondo del cinema gli stipendi delle donne in carne sono inferiori di circa il 10% rispetto a quelli delle donne “in forma”.

Una vera e propria discriminazione portata avanti in un periodo storico dove si parla sempre più spesso di social e bullismo, di sessismo e ingiustizie su più fronti.

Eppure i soggetti discriminanti sono ovviamente adulti e vaccinati, colleghi – viene da pensare – di Giovanna che si è ritrovata vittima di una violenza subdola e feroce.

Violenza alla quale è riuscita a reagire grazie alla sua arte e alla sua bravura.

Ma quante donne, purtroppo, e uomini e giovani rischiano ogni giorno di rimanere schiacciati sotto il peso del giudizio e della cattiveria?

Unfitting nasce dopo un’intervista di Silvia Grilli, direttrice del settimanale Grazia, con Vittoria Mezzogiorno: il tema del body shaming non poteva essere liquidato con una manciata di domande.

C’è stata quindi l’esigenza di dare corpo – è il caso di dire – e cuore alla storia di Giovanna che da vittima diventa protagonista che racconta le sue peripezie.

Una vittima privilegiata Giovanna Mezzogiorno, ma non per questo meno sofferente di fronte agli attacchi e ai rifiuti di colleghi e colleghe.

Le donne, poi, pare siano state ancora più cattive ed escludenti degli uomini.

“Le donne sono state molto più crudeli degli uomini. La solidarietà femminile non esiste.

È uno slogan di cui ci si riempie la bocca perché fa figo, si sbandiera perché richiama l’aria del tempo”. 

Totalmente d’accordo con la Mezzogiorno: “Le donne molto più crudeli degli uomini”

Una constatazione amara che però non mi stupisce: sono una sopravvissuta caduta sotto la cattiveria di donne che credevo in primis professioniste valide, ma che si sono poi rivelate più letali di un veleno.

Donne che non hanno esitato ad utilizzare le proprie capacità ed una certa quale forma di misero potere per arrecare alla sottoscritta danni fisici e psicologici.

Sono sopravvissuta, dicevo, ben due volte, e non sono rimasta schiacciata sotto il peso di coloro che mi hanno danneggiata a morte – e non è un modo di dire – o quasi.

Ho imparato sulla mia pelle che non c’è niente di peggio di certe donne – ma anche di certi uomini, beninteso – di cui credi di poterti fidare e che invece ti pugnalano alle spalle.

E che non contente, cercano anche di addossare a te la responsabilità di quanto accaduto.

Come mi sono salvata? Grazie alla mia immensa e smisurata curiosità.

Mi sono informata, ho studiato e, aspetto questo molto importante, sono andata dritta per la mia strada senza più ascoltare nessuno.

Inutile dire che le persone che mi hanno affiancata e supportata in questi periodi davvero molto difficili sono stati uomini.

Un messaggio, da donna a donna, per Giovanna Mezzogiorno

Ma non vado avanti a raccontare anche perché la protagonista è lei, Giovanna Mezzogiorno.

Alla quale mi sento di inviare un messaggio, da donna a donna.

Sfatiamo però subito questo mito della solidarietà e andiamo a leggere il suo autentico significato: “Atteggiamento spontaneo, o concordato, rispondente a una sostanziale convergenza o identità di interessi, idee, sentimenti”.

Appare quindi evidente come non si possa fare della solidarietà femminile un concetto così universale.

Differenze e divergenze possono sempre esserci ed è anche giusto che ci siano: non si può sbandierare una bandiera che mal si adatta a molteplici occasioni.

Credo piuttosto che tra donne intelligenti possa esserci uno scambio: di idee, di opinioni, di opportunità. 

Affinità elettive che permettono un confronto ed uno stare bene insieme, laddove la sincerità non diventi un limite e l’invidia sia piuttosto una forma di sana ammirazione per l’altra.

Ringrazio Giovanna per aver raccontato la sua storia in questo corto, Unfitting, in grado di far riflettere donne e uomini alle prese, sempre, con il desiderio di affermarsi e, soprattutto, di vivere bene.

Il cast del corto Unfitting: Carolina Crescentini è Giovanna

Bello e di spessore il cast, con Carolina Crescentini nella parte di Giovanna.

E poi Ambra Angiolini nelle vesti di una regista, Fabio Volo produttore, Marco Bonini addetto stampa e Massimiliano Caiazzo che interpreta un giovane attore.

Moira Mazzantini interpreta invece se stessa: è l’agente di Giovanna.

Carolina Crescentini sul set di Unfitting
Carolina Crescentini sul set di Unfitting

Al commento musicale ha pensato Tiziano Ferro con Il paradiso dei bugiardi: ci voleva un cantautore sensibile al tema del body shaming e Tiziano certamente lo è.

Chissà se riusciremo mai a mettere da parte questa feroce dimensione giudicante che inquina le nostre vite. Chissà se riusciremo ad essere un po’ più indulgenti con noi stessi e, di conseguenza, con le persone che ci stanno accanto.

La sofferenza non è esclusiva di nessuno, dovremmo ricordarcelo bene ogni santo giorno.

Lasciamo quindi da parte gli inutili slogan sulla solidarietà femminile e tutti i diktat che ci vengono imposti.

Cerchiamo, piuttosto, di vivere il più sereni possibile e di ringraziare le persone che abbiamo accanto e alle quali vogliamo bene.

Di nuovo grazie a Giovanna per aver saputo trasformare la sua storia in una preziosa occasione per riflettere e per aver affrontato con coraggio un tema che ogni giorno è causa di sofferenza profonda per milioni di donne.

Rosella Schiesaro©

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Info Rosella Schiesaro

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Nata a Savona, di origini toscane, Rosella Schiesaro ha svolto per più di vent'anni attività di ufficio stampa e relazioni esterne per televisioni, aziende e privati. Cura per LiguriaDay la rubrica Il diario di Tourette dove affronta argomenti di attualità e realizza interviste sotto un personalissimo punto di vista e con uno stile molto diretto e libero. Da sempre appassionata studiosa di Giorgio Caproni, si è laureata con il massimo dei voti con la tesi “Giorgio Caproni: dalla percezione sensoriale del mondo all’estrema solitudine interiore”. In occasione dei centodieci anni dalla nascita del poeta, ci accompagna In viaggio con Giorgio Caproni alla scoperta delle sue poesie più significative attraverso un percorso di lettura assolutamente inedito e coinvolgente.

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