Campomenosi (Lega): respinti gli assalti ideologici della sinistra che avrebbero colpito imprese e lavoratori
Il Parlamento Europeo approva il regolamento Euro 7 con una serie di compromessi sul testo presentato all’assemblea: le forze contrarie, tra cui molti rappresentanti italiani, ottengono più tempo alle case costruttrici per adeguarsi ai nuovi e più stringenti standard introdotti e allo stesso tempo limiti per le emissioni che derivano dall’usura di pneumatici e freni. Nuove disposizioni anche per la durata minima delle batterie.
La proposta legislativa è stata oggi votata con 329 voti favorevoli, 230 contrari e 41 astensioni. Ora la parola passa al Consiglio e alla Commissione UE prima che il regolamento entri in vigore. Nella votazione tuttavia da rimarcare la spaccatura che si è creata nei normali schieramenti del Parlamento, con una parte della cosiddetta “maggioranza Ursula” (formata da quelle forze che sostengono la Commissione europea) che si è schierata su posizioni più conservative rispetto al solito.
Il voto si può leggere nell’ottica della cautela delle forze politiche nei confronti delle norme ambientali proposte dall’Unione Europea, a sette mesi dalle prossime elezioni che rinnoveranno l’Assemblea di Strasburgo.
Il nuovo regolamento Euro 7 sostituirà le normi vigenti emanate nel 2017
La Commissione prevedeva l’entrata in vigore delle nuove norme a metà 2025 per le auto e a metà 2027 per i mezzi pesanti. Il Consiglio e il Parlamento invece hanno proposto tempi più lunghi per l’adattamento dei nuovi modelli di auto e di furgoni: il limite è così fissato a 24 mesi dall’entrata in vigore del regolamento, mentre per autobus e autocarri di peso superiore a 3,5 tonnellate ci saranno 48 mesi di tempo.
Un testo annacquato, quello passato oggi, secondo i socialisti e quanti spingevano per un testo più radicale, che però è stato accolto come «un successo per l’Italia» dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha parlato di «svolta netta e significativa» e di un testo profondamente migliorato, che «risponde a una visione concreta e pragmatica».
«Oggi al Parlamento Europeo ha avuto la meglio il buonsenso, con il voto sul compromesso euro 7, che consolida e conferma il testo già approvato dalla Commissione Ambiente, respingendo tutte le proposte ideologiche ed estremiste delle sinistre che avrebbero messo in ginocchio l’intero settore degli autotrasporti. A dispetto della mancata approvazione di alcune proposte sui carburanti neutrali per il carbonio e sulla deroga ai piccoli costruttori, prevale la linea della concretezza promossa dalla Lega e dal ministro Matteo Salvini, in particolare su tempistiche, pneumatici e condizioni di prova. Ancora una volta a Bruxelles emerge una maggioranza differente rispetto alla ormai archiviata “coalizione Ursula”. Un segnale politico importante in vista del negoziato in Consiglio, dove sarà importante trovare un accordo nel solco di quanto indicato dal governo italiano. Il messaggio alle istituzioni UE è forte e chiaro: un’altra maggioranza è possibile».
Nota degli europarlamentari della Lega Marco Zanni, presidente gruppo Id, Marco Campomenosi, capo delegazione Lega e Silvia Sardone, coordinatrice Id in Commissione Ambiente.
L’industria automobilistica europea – rappresentata da Acea – ha commentato il voto con toni più cauti, sottolineando che il regolamento Euro 7 «ha ancora un prezzo elevato e si colloca in una fase molto critica per la trasformazione del settore». D’altro canto i Verdi si dicono insoddisfatti per l’occasione mancata e dello stesso avviso sembra essere anche il Beuc, l’organizzazione europea dei consumatori.
«Il nuovo regolamento», si legge in una nota del Beuc, «è più vicino a un aggiornamento minimo dell’Euro 6 che a una nuova generazione di regole sulle emissioni». Tuttavia rimane interessante secondo l’organizzazione l’idea di istituire una sorta di “passaporto ambientale dei veicoli” a livello europeo, che potrebbe rendere più trasparente e semplice la compravendita degli autoveicoli, in particolare per quelli di seconda mano.