C’è un piccolo Duomo di Milano a Roma, si trova sul Lungotevere Prati, nei pressi del Palazzo di Giustizia.
E’ la Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio.
La Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, come anche viene chiamata, fu fortemente voluta dal missionario marsigliese Victor Jouët (29.04.1839-13.09.1912), che nel 1893 fondò a Roma l’Associazione del Sacro Cuore del Suffragio delle anime del Purgatorio, per diffondere la devozione al Sacro Cuore di Gesù e alla Vergine Maria.
La costruzione venne affidata all’ingegnere bolognese Giuseppe Gualandi, che vi lavorò tra il 1909 ed il 1917, quando la chiesa fu completata e aperta ai fedeli.
In stile neogotico, è incastonata fra enormi palazzi che presentano generi architettonici completamente diversi, e che la fanno apparire più piccola di quanto sia in realtà, ma tra i quali spicca per il suo colore bianco cinerino, le guglie, i pinnacoli, le statue e le mille decorazioni, che non restano certo inosservate a chi si trovi a passarvi davanti.
La facciata
La facciata, così somigliante a quella della cattedrale meneghina, ma che ricorda anche quelle di Notre Dame e di Chartres, è ornata con diciannove statue di santi volute da Papa Pio X e scolpite dal bolognese Arturo Orsoni, ed è formata da un corpo centrale e due laterali, rispecchianti la ripartizione interna a tre navate.
I santi rappresentati nelle edicole e quelli raffigurati nelle vetrate interne, sono quelli tra loro che più si erano impegnati nella vita per la salvezza delle anime del Purgatorio.
Tre finestroni a sesto acuto fanno passare la luce all’interno; in quello centrale è inserito un bellissimo rosone riccamente decorato e sotto ognuno di loro si aprono le porte finemente ornate da colonnine in marmo rosso di Verona. Tutto è protetto da un cancello in ferro battuto realizzato dal Maccaferri.
L’interno
Entrando nella chiesa si percepisce subito un’atmosfera particolare, raccolta e impalpabile, creata dall’illuminazione delicatamente soffusa, uno spazio in cui la luce viene catturata da finestre altissime (le tre della facciata e diciotto bifore laterali), attraverso vetrate colorate decorate con le immagini dei santi, mentre il pavimento è stato realizzato in marmo rosso e bianco disposto a spina di pesce. Un imponente e bellissimo organo a canne è posto in corrispondenza della facciata, sotto una splendida parete di mosaici policromi in vetro.
Le impronte di fuoco
Le particolarità di questo luogo però non finiscono qui. Accanto alla chiesa, infatti, passando attraverso la sagrestia, è possibile visitare il piccolo Museo della Anime del Purgatorio, che raccoglie alcuni oggetti e documenti che testimonierebbero diverse apparizioni di anime del Purgatorio, cioè di persone defunte che in qualche modo sarebbero riuscite a comunicare con i vivi, chiedendo di pregare per loro, per alleviare le sofferenze del percorso dell’anima nel passaggio dopo la morte.
Secondo l’antico racconto, tutto iniziò il 15 Novembre del 1897, quando divampò un incendio nella piccola cappella dedicata alla Madonna del Rosario, dove poi fu costruita l’attuale chiesa.
Incredibilmente tutto bruciò, tranne il quadro dell’altare, che rimase intatto e, cosa ancora più straordinaria, i fedeli presenti raccontarono di aver visto tra le fiamme un volto sofferente, poi rimasto impresso sulla parete e ancora oggi visibile. Si raccontava che attraverso le preghiere in suffragio dei defunti l’immagine divenisse più chiara e serena e ciò avvalorò tra i credenti l’ipotesi che si trattasse di un’anima del Purgatorio, che per purificarsi chiedeva ai vivi di pregare per lei.
Diverse altre “prove” di apparizioni sono comprese nella piccola raccolta, le cosiddette “impronte di fuoco”, manifestazioni tangibili delle anime dei defunti che venivano a chiedere aiuto ai vivi: su un libro di preghiere, sulla manica di una tonaca, sopra la tela di una camicia, su un berretto da notte, sulla federa di un cuscino, su alcune banconote dell’epoca, sono alcune delle testimonianze raccolte in tutta Europa e qui conservate, oggetti su cui si possono ancora vedere le impronte delle mani impresse a fuoco.
Padre Victor Jouët aveva raccolto questi cimeli durante i suoi viaggi in Italia, Francia, Germania e Belgio, per esortare i fedeli a pregare per i loro cari defunti. I suoi successori continuarono a raccogliere prove che ritenevano veritiere e scartarono quelle incerte, ma sempre continuando a promuovere la preghiera e l’intercessione per i defunti.
La Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio è davvero un luogo di culto molto singolare, non solo per la sua architettura, ma anche per l’insolita storia e quello che è custodito al suo interno tra misteri, tradizioni e fede, attraverso segni inspiegabili, ma tangibili, che danno prova della sua particolare unicità.