Si è tenuto ieri il primo incontro del Comitato di cooperazione frontaliera Italia-Francia, come previsto dal Trattato del Quirinale, con lo scopo di aprire un dialogo diretto tra gli enti nazionali e locali italiani e transalpini sulle questioni delicate come mobilità e infrastrutture. I due Paesi, collegati da una serie di valici strategici, stanno infatti subendo la pressione legata alle limitazioni sulle arterie del Frejus e del Monte Bianco. Tra le altre tematiche affrontate, la gestione delle risorse idriche, i rischi e le attività di soccorso e di protezione civile attraverso il confine, il rafforzamento e costituzione dei gruppi europei di cooperazione territoriale.
La riunione – che si è tenuta presso il Museo del Risorgimento di Torino – è stata presieduta dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e dalla sua omologa francese, Catherine Colonna. Al tavolo di confronto ha preso parte anche il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo oltre ad amministratori e rappresentanti di vari livelli dei due Paesi, tra cui anche Regione Liguria, rappresentata dall’Assessore Marco Scajola.
Le tematiche al centro del primo incontro del Comitato di cooperazione frontaliera Italia-Francia: infrastrutture, frontiere con uno sguardo al Medio Oriente
Al centro del meeting hanno tenuto banco i collegamenti transalpini, dal cui stato dipende l’economia delle aree locali intorno ai trafori e non solo. Il trasporto su gomma rimane fondamentale per la logistica italiana sia per l’import che per l’export. Uno stato delle cose che continuerà a persistere ancora per un tempo importante, considerati i ritardi e il nuovo stop ai lavori del Terzo Valico registrato in questi giorni, oltre al nodo del tunnel ferroviario del Frejus.
Tafani ha assicurato che l’apertura del traforo del Monte Bianco avverrà entro Natale, per tutelare la logistica e la stagione sciistica. «Vogliamo far sì che l’interscambio via gomma e ferro possa aumentare tra Italia e Francia. Sul Frejus da Parigi non ci è stata comunicata alcuna data sulla riapertura, ma ci auguriamo che da parte francese ci possa essere un’accelerazione, proprio per permettere un incremento del numero dei mezzi che passano».
In ogni caso, il Ministro ha rassicurato che l’attenzione sui trasporti c’è sensibilità su entrambi i versanti del Frejus. «Magari possono esserci visioni diverse sul trasporto su ferro e gomma, privilegiando l’una sull’altra, ma noi dobbiamo procedere di pari passo, per questo insistiamo sulla questione della seconda canna», ha concluso il titolare della Farnesina.
Italia e Francia infatti stanno difendendo posizioni diverse sulla questione dei trafori: se l’Italia spinge per raddoppiare al traforo del Monte Bianco, la Francia dal canto suo vorrebbe privilegiare il trasporto ferroviario guardando al completamento e all’efficientamento della Torino-Lione.
Malgrado le divergenze strategiche, la riunione del Comitato di cooperazione frontaliera Italia-Francia ha registrato passi avanti importanti
È quanto i due responsabili dell’incontro hanno riferito, che sembra essere confermato anche da fonti che hanno presenziato ai lavori a porte chiuse del meeting. Tafani ha inoltre annunciato la creazione di un osservatorio che potrà riunirsi in futuro in modo più informale per valutare i singoli problemi e approntare soluzioni specifiche in tempi ragionevoli. Il prossimo incontro del Comitato di cooperazione frontaliera Italia-Francia si terrà tra sei mesi in Francia, in modo da tirare un primo bilancio dei risultati raggiunti.
Oltre alle questioni frontaliere, l’incontro del Comitato ha permesso un meeting bilaterale in cui Tajani e Colonna hanno discusso anche di questioni che vedono impegnate Italia e Francia sul fronte internazionale. Primo tema all’ordine del giorno, come prevedibile, la guerra tra Israele e Hamas.
Su questo tema, Tajani ha commentato che con la Francia l’Italia «è impegnata per lavorare insieme per una de-escalation della situazione e impedire che il conflitto tra Israele e Hamas si allarghi ad altri Paesi. Abbiamo la comune visione del risultato che vogliamo raggiungere: due popoli e due Stati».
Il commento degli enti locali a seguito della riunione del Comitato
Malgrado le rassicurazioni arrivate dal meeting del Comitato, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, la questione dei trafori rimane urgente, a causa della concomitanza di problematiche a diverse vie di comunicazione. «I lavori sul Bianco uniti alla frana sul Frejus e ai lavori del Tenda, che riapriranno con la canna nuova nel 2024, hanno segnalato la fragilità del nostro sistema».
Un problema che è ben noto anche in Liguria, dove la molteplicità di cantieri sui diversi snodi autostradali spesso si rivela una trappola perfetta per cittadini, turisti e autotrasportatori.
Marco Scajola in rappresentanza di Regione Liguria si è detto soddisfatto. «Da assessore ai Rapporti con i lavoratori frontalieri, so perfettamente quanto sia importante il confronto tra Italia e Francia. Il comitato formato oggi è un ulteriore strumento che può avere grande rilevanza per mettere concretamente sul tavolo problemi e soprattutto possibili soluzioni per i territori di frontiera», ha commentato l’Assessore al termine dei lavori. «Nel mio intervento ho voluto sottolineare come ogni giorno circa settemila persone si rechino in Francia per lavorare e sia doveroso garantire loro la migliore condizione viabilistica e di trasporti possibile. Regione Liguria è pronta a fare la propria parte, come fatto in questi anni, lavorando in sinergia su temi cruciali come la mobilità sostenibile, la sanità, ma anche il discorso idrico e di protezione civile nell’ottica di migliorare la qualità di vita dei cittadini».
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