Nonostante gli appelli di pace dei principali leader mondiali, la crisi in Medio Oriente continua a peggiorare di giorno in giorno. A Gaza continuano infatti i bombardamenti, mentre sui social impazzano foto e video strazianti di morti e civili a cui la guerra ha tolto tutto. Da Tel Aviv sembra inoltre che l’esercito israeliano sia ormai pronto ad un’invasione che rischierebbe di cambiare per sempre le sorti del mondo intero, con l’Iran impaziente di rispondere con forza al minimo passo falso del “nemico”.
Nel frattempo, l’opinione pubblica in Occidente appare più che mai divisa tra i sostenitori più incalliti di Netanyahu, in primis gli USA, e chi, pur riconoscendo a Israele il diritto di difendersi, inizia a mettere in dubbio l’operato di Tel Aviv. Paesi come la Francia, ad esempio, avrebbero infatti più volte “invitato” Israele a non colpire i civili, concentrando le proprie forze nella sola lotta ai terroristi, mentre le altre superpotenze, Cina e Russia in primis, osservano attentamente l’evoluzione della situazione.
Un elevato “rischio domino”
Poche ore fa, dinnanzi alla seria minaccia di un’invasione del territorio israeliano da parte delle forze iraniane, da cui scaturirebbe un irreversibile conflitto tra i due paesi, gli USA avrebbero convinto Netanyahu a “posticipare una possibile offensiva di terra a Gaza”, in modo da permettere il rilascio di altri ostaggi catturati da Hamas. In questi termini, sembra quasi che Israele abbia assunto il ruolo di “semplice” pedina su uno scacchiere ben più ampio, con il vecchio gigante statunitense alle prese con altre potenze in ascesa che potrebbero rubargli il trono.
Il rischio di un’escalation su scala mondiale è più alto che mai, come confermato dalle preoccupazioni della Cina, dell’Unione Europea e perfino della Russia, con Putin disponibile a dare il suo contributo per placare gli animi in Terrasanta. Che l’invasione militare israeliana o una guerra mondiale siano solo questione di tempo non è dato saperlo, tuttavia resta tristemente evidente la sofferenza generata da una delle più gravi crisi in Medio Oriente.