Costretti a fare lezione nell’aula T dove “T” sta per tenda. E’ questo il destino che è toccato agli studenti di Medicina del secondo anno dell’Università di Genova. Si parla di 289 studenti che fino a dicembre dovranno seguire lezioni in una tensostruttura bianca posizionata nel cortile del polo didattico biomedico ex Saiwa di corso Gastaldi.
La decisione di questa organizzazione è stata presa dall’Ateneo genovese.
Motivo: i posti non bastavano per tutti ed era quindi necessario trovare una soluzione implicasse per i giovani aspiranti medici il dover seguire le lezioni seduti per terra nelle aule. Come successo negli anni precedenti.
“Voglio premettere che teniamo molto ai nostri studenti. – diceva Gianluca Damonte, coordinatore del corso di studio di Medicina all’Università di Genova, appena erano ricominciate le lezioni – Io mi spendo per fare il massimo, purtroppo a volte ci sono decisioni impopolari che devono essere prese. Il problema è che la disponibilità di strutture didattiche ad alta capienza è limitata e purtroppo questo problema di infrastrutture è annoso”
Damonte sottolineava così il problema delle aule dalla capienza estremamente limitate alla luce del numero di studenti che ogni anno si iscrivono alla facoltà di Medicina. Problema a cui, ad oggi, non è stata trovata una soluzione.
Ancora no alla DAD. La didattica a distanza potrebbe risolvere la questione ma la Facoltà di Medicina vuole la frequenza in presenza.
A Medicina c’è l’obbligo di frequenza per gli studenti, motivo per cui bisogna presentarsi fisicamente a lezione a prescindere dalla disponibilità di posti. Motivo per il qual si è preferito allestire un’aula tenda nel sagrato della facoltà pur di evitare di ricorrere alla didattica a distanza.
Ma a questo punto viene da chiedersi se sia davvero necessario demonizzare le lezioni sul famoso canale Teams (piattaforma utilizzata dall’Università per le lezioni online) quando la situazione è così delicata.
“Se ci sarà allerta rossa, o arancione, o allerta vento, le lezioni si terranno da remoto la sicurezza degli studenti, naturalmente, è la priorità assoluta”
Ricordava ancora Damonte, dimostrando ancora una volta come l’utilizzo alla DAD possa essere implementato soltanto in vista di situazioni estreme.
Arriva il freddo e gli studenti abbandonano l’aula tenda
Non è servita di certo un’allerta gialla, o arancione, per dimostrare il disagio derivante dal seguire le lezioni in una tenda. Sono bastati, infatti, il forte vento e l’abbassamento precipitoso delle temperature di queste ultime giornate a costringere i ragazzi ad abbandonare l’aula tenda.
“Ci siamo presentati tutti stamattina per le prime due ore di anatomia. Con il vento forte, però, seguire era impossibile. Abbiamo deciso cosi di andare via“
Così ha raccontato una studentessa del secondo anno di medicina.
Ma il disagio legato al meteo non è l’unico motivo di rimostranza dei ragazzi. Qualche settimana fa infatti il problema principale erano gli insetti, senza contare il rumore del traffico incessante proveniente dall’adiacente Corso Gastaldi, arteria principale genovese per collegare il levante al centro cittadino.
“Sto verificando quanto accaduto e prenderemo delle decisioni sulla tensostruttura” ha detto Piero Ruggeri, preside della Facoltà di Medicina.
Sebbene l’ateneo si stia mobilitando per la realizzazione di nuove aule e infrastrutture dove accogliere gli studenti, per il momento i giovani aspiranti medici dovranno rassegnarsi a continuare le lezioni sotto l’aula tenda.
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