I cittadini polacchi hanno rinnovo del parlamento. L’affluenza potrebbe superare quella delle prime elezioni democratiche della Polonia, quelle del 1989
I primi exit poll sul voto della Polonia sembrano sconfessare le aspettative dei principali sondaggi pubblicati prima delle elezioni. Il partito principale dell’esecutivo uscente, Pis (Diritto e Giustizia) di Jaroslaw Kaczynski e del premier Mateus Morawiecki, è infatti in testa con il 36,8% dei voti (200 seggi). Questo risultato tuttavia non è sufficiente per formare un governo, visto che i partiti alleati non raggiungono abbastanza voti per formare una maggioranza, neanche con l’appoggio dell’estrema destra. Konfederacja infatti si ferma al 6,2% delle preferenze, vale a dire 12 seggi.
L’opposizione guidata dall’ex primo ministro e ex presidente del Consiglio europeo Donald Musk invece sembra avere i numeri per governare: Piattaforma civica raggiunge il 31,6% (163 seggi) dei voti, una percentuale che che sommata al 13% dei centristi di Terza via (55 seggi) e all’8,6% della Nuova sinistra l(30 seggi) dovrebbe chiudere la partita.
Tusk, che guiderà la nuova maggioranza: «Con queste elezioni è finita la stagione populista per la Polonia»
Il parlamento polacco conta 460 seggi nella Camera bassa. Se alla fine dello spoglio saranno confermati i 248 assegnati al momento alla coalizione di Tusk, la Polonia chiuderà una pagina della sua storia recente.
C’è voglia di cambiamento nel paese, che ha registrato un’altissima affluenza, pari al 72% degli aventi diritto, un 10% in più rispetto al record precedente del 1989. Si trattava di un evento storico, in quanto la Polonia finalmente indipendente dall’URSS in decadimento si recava alle urne per la prima volta come paese democratico. Per tutto il giorno davanti ai seggi si sono viste lunghe code, sia a Varsavia che nelle principali città del paese e nei centri urbani più piccoli. Nella capitale tre sedi sono state evacuate a causa di allarmi bomba.
Tusk ha ricordato la caduta del muro di Berlino nei suoi comizi finali pre-elettorali. L’ex presidente del Consiglio Europeo ha paventato il rischio che una maggioranza di destra con una forte frangia oltranzista avrebbe comportato un grosso rischio che la Polonia potesse avviare le procedure per uscire dall’UE.
Una minaccia che ha sembrato trovare conferma nel discorso dell’ultimo comizio di Jaroslaw Kaczynski (Pis), che ha gridato dal palco che l’elezione avrebbe dimostrato se «la Polonia sarà governata dai polacchi o da Berlino e Bruxelles».
La Polonia nell’ultimo anno si è vista congelare più volte i fondi europei, un grosso problema per il bilancio nazionale
Solo a febbraio 2023 sono stati bloccati 568 milioni di euro per mancato adempimento delle condizioni base per applicare la Carta dei diritti fondamentali Ue, in particolare nella gestione dei migranti. Un’incertezza preoccupante per l’economia polacca, che dipende molto dai contributi europei. Il Pis ha tentato di ricucire di recente i rapporti con Bruxelles, malgrado abbia innescato diverse polemiche con la Commissione europea rivendicando la supremazia nazionale a decidere sui regolamenti comunitari.
Se la maggioranza guidata da Tusk confermerà questi numeri, l’UE potrà tirare un sospiro di sollievo, dopo la vittoria del partito filorusso di Robert Fico in Slovacchia, appena due settimane fa.
I risultati più affidabili tuttavia non saranno noti prima di domani mattina. Rimane inoltre l’incognita dei circa 600.000 cittadini polacchi che voteranno dall’estero tramite ambasciate, consolati e seggi in tutto il mondo.