Un convegno di grande valore archeologico, ambientale, sociale. Che ha rivelato scoperte inedite ed il grande lavoro degli archeologi dedicati al progetto. L’evento, che ha raccontato “il progetto, lo scavo, la storia e il punto sui nuovi lavori”, si è tenuto il 30 settembre scorso, proprio nell’Area Archeologica della Chiesa S. Pietro in Carpignano a Quiliano (Sv). Chiesa che è parte dell’area, la cui costruzione proprio sul sito romano, ci permette di scoprire e raccontare ben duemila anni di storia del territorio.
Il Convegno, a cura della dott.ssa Silvana Gavagnin (Funzionario Archeologo SABAP IM-SV) e del relatore dott. Fabrizio Geltrudini (REGIO IX Liguria Archeologia), ha visto grandissima partecipazione di pubblico. Grazie al grande impegno della Città di Quiliano, rappresentata dal Sindaco Nicola Isetta, dall’Assessore Cinzia Pennestri (Urbanistica, Ambiente, SUAP, Vincolo Idrogeologico, Informatica, Outdoor).
E con la disponibilità del sito religioso, con l’interesse del Parroco Don Alessio Allori, i suoi sforzi per rendere il luogo aperto e fruibile, che rimarca quanto sia rilevante la scoperta e la preservazione dell’area archeologica: “l’importante significato della memoria, che ci dice chi siamo”. Il Sindaco Isetta, con l’Assessore Pennestri, nell’inoltrare i propri ringraziamenti a tutti gli intervenuti, ricordano come l’attuale programmazione dei lavori archeologici sia il risultato di un percorso di parecchi anni, condiviso ed attenzionato dagli organi competenti.
Costruita proprio sul sito romano, la Chiesa di San Pietro ci permette di scoprire e raccontare ben duemila anni di storia del territorio
Nuovi lavori interesseranno inoltre la riqualificazione della zona, sempre più polo di attrazione culturale, paesaggistico e sociale. Il Prof. Gertrudini ha illustrato il percorso degli scavi, che fin dagli anni ’70, a più riprese, ha iniziato a svelare un sito produttivo di rilevante importanza nonché la probabile presenza di una villa con strutture ed indizi (intonaci, resti pittorici) di grande qualità.
La datazione al I e II secolo d.C. viene confermata da ulteriori ritrovamenti. Vari riassetti abitativi hanno portato nei secoli all’utilizzo di alcune zone per sepolture altomedievali, decisamente importanti. La notizia che è stata annunciata nel corso del convegno è l’aver messo in luce i resti di un grande edificio absidale curvilineo, nella zona presumibilmente destinata alla “villa” signorile (pars urbana). Parti del suo crollo hanno inoltre restituito alcune tegole utilizzate per il passaggio dell’aria calda, “tegula mammata”.
A Quiliano le tracce dei sistemi di riscaldamento degli antichi romani
Queste tegole erano impiegate per la circolazione dell’aria calda tra i muri, spesso utilizzate per impianti di riscaldamento o addirittura per scaldare ambienti termali e di balneazione. Un ritrovamento quindi eccezionale che lascia ben sperare in una lettura ad ampio raggio del sito della “villa”. Anche sul lato dell’insediamento produttivo “pars rustica” sono state scavate alcune stanze che hanno restituito ceramiche (schiacciate sul pavimento) di età romana. Accanto a canalette e tubi fittili che dimostrano l’utilizzo di acqua corrente per lavorazioni protoindustriali di cui ancora si attende di comprendere l’esatta natura e destinazione.
Il convegno su San Pietro di Carpignano è stato un successo
Al termine del convegno il dott. Fabrizio Geltrudini ha accompagnato i presenti alla visione del sito archeologico, integrando le spiegazioni con la vista diretta delle strutture appena riscoperte nel terreno. Nelle prossime settimane verrà protratto il cantiere archeologico, stante le scoperte inattese di questi ultimi giorni. Questo per consentire di “progettare una successiva campagna di scavi e definire nel dettaglio ciò che vedremo solo in superficie, comprenderne lo sviluppo sia cronologico, che areale e planimetrico”. Un ringraziamento particolare alla Dott.ssa Alessandra Starna, archeologa che segue il cantiere di San Pietro in Carpignano, per la preziosa consulenza scientifica.
Maria Rosa Marsilio
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