L’antica città romana di Ostia ha conservato numerosi edifici di culto realizzati nel corso del tempo da diversi imperatori: sono presenti templi tradizionali, tra cui il Capitolium della colonia sulla piazza del Foro, che furono edificati in varie epoche, ma anche santuari dedicati alle divinità orientali e numerosi mitrei e sacelli, a volte ricavati in spazi privati. Oltre altre alle terme pubbliche.
Il primo Foro di Ostia risale all’età tiberiana, nel I secolo dopo Cristo, e si trova nel punto di incontro tra le due principali vie del “castrum”: il cardo massimo e il decumano massimo.
Quest’area occupata da costruzioni precedenti fu sgombrata per fare posto nel lato meridionale al tempio di Roma e Augusto. Soltanto in età adrianea nel II secolo, il Foro assunse l’aspetto attuale quando gli antichi edifici di cui restano tracce a Nord del decumano furono demoliti per edificare il Capitolium.
Il Capitolium è stata l’unica struttura che per la sua mole e altezza è rimasta sempre parzialmente riconoscibile fino al tardo Ottocento. Infatti l’intero sito archeologico rimase totalmente insabbiato e interrato dallo spostamento della linea di costa lasciato in mano ai pastori che avevano finito per trasformare la sede del governo locale in ovile che fu chiamato: “Casina rossa” in virtù de laterizi colorati visibili (ancora oggi) in piccola parte all’interno di quello che al tempo della gloria di Roma e di Ostia era stato il maggior edificio pubblico della città antica.
Le terme adiacenti sono senza dubbio le più grandi e sontuose di Ostia Antica e si distinguono dalle altre per diverse interessanti innovazioni architettoniche.
La loro costruzione fu finanziata intorno al 160 d.C. da Marco Gavio Massimo, prefetto del pretorio di Antonino Pio e tra il IV e V sec. d.C. e nel corso del tempo furono più volte restaurate.
I vani riscaldati sono orientati verso Sud così come si faceva di norma per ricevere maggior beneficio dal sole, ma essi hanno una disposizione singolare; infatti a differenza di altri importanti termali le loro facciate presentano delle sporgenze progressive grazie alle quali non si coprono a vicenda e possono ricevere uniformemente i raggi del sole.
La prima sala di forma ottagonale preceduta da spogliatoi è un eliocamino e serviva per i bagni di sole, poi si susseguono un laconicum, di forma ellittica, per i bagni di sudore, due tepidaria ed un caldarium a tre vasche.
Da numerosi ritrovamenti in loco di accessori di bellezza femminile emerge che le terme di Ostia non erano ad uso esclusivo degli uomini.
Bibliografia
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– G. De Nisi, Ostia Lido di Roma. Sintesi storica dal 630 a.C. al 1982, 1983, Roma;
– R. Meiggs, Roman Ostia, Oxford, 1973;
– C. Pavolini, La vita quotidiana a Ostia, Roma-Bari, 1986;
– Angelo Pellegrino, Ostia antica: guida agli scavi, Roma 2000;
– F.Zevi, Costruttori eccellenti per le mura di Ostia. Cicerone, Clodio e l’iscrizione della Porta romana, Rivista di Archeologia, III serie, XIX-XX, 1996-1997, pp. 61-112.