Roma è sempre stata un a città ricca di acqua e sorgenti. Oggi più che mai l’acqua ha un valore inestimabile tanto da essere sopranominata “oro blu”. La Fontana dell’Acqua Acetosa si trova nel quartiere Parioli, in un luogo dove il Tevere forma un’ansa profonda prima di dirigersi verso nord. Una delle fonti note è A pochi passi dal Corso Francia e Villa Glori.
Si tratta di una delle tante fonti d’acqua che nell’antichità alimentavano il ricco patrimonio idrico della nostra città. La vasca di raccolta è più in basso rispetto al livello stradale e vi si accede attraverso una scalinata. Il nome deriva dalla sua acqua ferruginosa che sgorgava nel punto dove è stata costruita la fontana.
L’usanza di servirsi di questo prezioso e singolare liquido risale ai primi del ‘600 e lo stesso pontefice Paolo V fece apporre una scritta in latino sulla primitiva fontanella: “Quest’acqua salubre giova a mille mali, risana i reni, lo stomaco, la milza e il fegato.”
Papa Alessandro VII, il quale, considerata la grande affluenza di gente che si recava nella zona come ad una scampagnata, volle fare una fonte più grande e affidò l’incarico al Bernini che realizzò un bel monumento.
L’aggettivo “acetosa” deriva dal fatto che aveva un tenue e piacevole sapore d’aceto, e fino a poco tempo fa si considerava fra le migliori acque litiche d’Italia. Era nato anche un nuovo mestiere “l’acquacetosaro”, colui che caricava secchi d’acqua su un carretto o aiutato da un asino, e poi la vendeva nella città.
Oggi purtroppo a causa di vari inquinamenti l’acqua acetosa non c’è più.
Un forte inquinamento della falda provocò la chiusura della fontana nel 1959 e l’Acea, su commissione del Campidoglio, eseguì dei lavori di collegamento che permisero di alimentare la fontana con normale acqua potabile.
Nel 1564 si accenna per la prima volta in un libro, le caratteristiche proprie dell’acqua, ed individua a Roma tre fonti: una a sud, vicino Morena, una all’Ostiense e l’altra alle falde di Villa Glori, vicino il fiume, l’Acqua Acetosa appunto. Per le sue proprietà era particolarmente gradita a Paolo V che decise di “celebrarla” con la costruzione di una fontana nel 1619.
Nel 1712 ci fu un restauro voluto da Clemente XI, ricordato da una lapide posta al di sopra della nicchia centrale. In quel tempo si erano verificate proteste per la minor portata della fontana, che provocava lunghe file d’attesa, e per la qualità dell’acqua che era peggiorata e il pontefice nominò una commissione che risolse la questione.
Curiosità
A tale sorgente è legata anche una storia d’amore segreta tra il principe ereditario Ludovico I di Baviera e la bellissima marchesa Marianna Florenzi. Questa storia non si concluse bene, il principe dovette tornare in Germania, ma il loro amore resto vivo anche se lontani. E proprio sotto a una panchina si trova un’incisione in lingua tedesca nella quale si dice che il principe, per abbellire il luogo, fece mettere le panchine e alcuni alberi.
Nel 2009 Nasce il Parco della Fontana dell’Acqua Acetosa,
presso il Circolo Canottieri Aniene, il quale ha promosso e finanziato il restauro della fontana, simbolo dell’Acqua Acetosa, risollevandola da una condizione di degrado e abbandono. Il progetto ha riguardato il restauro della fontana seicentesca, la riqualificazione dell’area circostante e la creazione di un parco urbano, migliorando la viabilità di accesso dello stesso.
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