Partirà sabato 23 settembre alle ore 10,30 dal Chiosco della Musica di Rapallo e arriverà a Santa Margherita sotto la sede dell’Ente Parco Regionale, la marcia organizzata dal Coordinamento per il Parco Nazionale di Portofino e dal Comitato “Tutti per il Parco”.
Il Coordinamento propone da tempo, con il sostegno di ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e FEDERPARCHI, una soluzione per il Parco Nazionale di Portofino allargata a 7 comuni e cioè: Portofino, Santa Margherita, Camogli, Coreglia, Rapallo, Zoagli, Chiavari (da estendere a Leivi, che ha chiesto di entrare a far parte del Parco).
Le motivazioni della proposta a 7 Comuni e il perché della marcia ce le spiega il Presidente del Coordinamento, Ermete Bogetti, in una sua lettera che integralmente pubblichiamo:
“Da informazione attendibile pare che il Ministro abbia pronto per la firma il decreto per dare corso alla perimetrazione del Parco Nazionale a 3 comuni. Tale procedura dovrebbe essere accompagnata dalla disposizione di annullamento di tutti gli atti ministeriali relativi alla perimetrazione provvisoria del 2021 (parco a 11, norme di salvaguardia, istituzione del Comitato di Gestione Provvisorio). Se quanto sopra si verificherà, Toti e in particolare la Lega esulteranno per avere raggiunto l’obiettivo che da tempo perseguono e ne daranno grande rilievo mediatico e di propaganda politica. L’aspetto grave resta l’azione di un Ministro che non considera gli studi e il parere tecnico-scientifico di ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale), che svolge funzione di consulente scientifico istituzionale presso il suo Ministero, e in particolare il parere negativo sul parco a tre, che lo stesso Istituto ha espresso. Parimenti non considera le volontà dei comuni che hanno manifestato da tempo il loro impegno per far parte del Parco Nazionale, sia pure subordinatamente ad eventuali verifiche e accordi.
Il Ministro, inoltre, non ha neppure la giustificazione di non avere proposte alternative, in quanto da tempo gli è stata notificata una soluzione a 7/8 Comuni. Tale proposta, maturata dopo un lungo lavoro di confronto tra i Comuni, le istituzioni e le associazioni ambientaliste locali e nazionali, è sostenuta, in particolare, da ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e FEDERPARCHI.
Una doverosa considerazione sui 3 comuni che faranno parte del più piccolo Parco Nazionale. Il Sindaco di Portofino e attuale Presidente del Parco Regionale ha sempre espresso forte opposizione all’estensione dell’attuale Parco, non valutando il grande vantaggio di immagine – e non solo – che avrebbe il suo Comune, unico ad essere interamente ricompreso nell’area parco. Il Sindaco di Santa Margherita pare avere la sola preoccupazione di limitare al massimo la parte di territorio comunale da “concedere” al Parco, limitazione già accordata in passato dalla Regione. Il Sindaco neoeletto di Camogli ha ribaltato la posizione a favore del parco esteso, da sempre espressa dalle passate amministrazioni, sostenendo ora le stesse motivazioni inconsistenti, tipiche della Lega. Un altro aspetto, potenzialmente negativo, dell’istituzione di un Parco Nazionale equivalente per territorio all’attuale Parco Regionale è quello finanziario. Un piccolo parco nazionale quante risorse in più potrà avere rispetto a quelle attuali provenienti dalla Regione? La domanda resta in sospeso.
La Regione, probabilmente, accarezza l’economia di spesa e spera, così, di avere più risorse per gli altri parchi che ancora gestisce (si fa per dire …), anche in quanto, certamente, non intende impegnare, complessivamente, più soldi su strutture che ideologicamente non condivide. Se il Ministro firmerà il decreto, un altro aspetto da considerare è quello della possibilità dell’apertura di un nuovo contenzioso amministrativo, attivato, questa volta, dai Sindaci dei comuni esclusi dal Parco, con conseguente ulteriore spreco di denaro pubblico, confusione gestionale e dilatazione dei tempi. Il territorio e le comunità continueranno a perdere sostanziali risorse economiche, come già avvenuto (almeno 20 milioni perduti) a partire dal 2018, anno in cui avrebbe dovuto iniziare l’iter istitutivo del parco nazionale. Ma la questione più grave resta il fatto che in questi ultimi 6 anni si è bloccato un prezioso processo di crescita culturale e sociale di una ampia comunità in merito alla tutela e gestione del territorio, al miglioramento e modifica della qualità di vita ed alla prospettiva di incidere positivamente nella presente situazione di cambiamenti climatici che interessano il globo in cui viviamo.
Al riguardo, infatti, il nuovo Parco Nazionale esteso, che tenderebbe a coniugare economia e socialità costiera con l’immediato entroterra, potrebbe rappresentare un interessante nuovo punto di riferimento. Ancora una volta, in questo caso da parte dello stesso Ministro dell’Ambiente, cui spetta l’attuazione della tutela ambientale “anche nell’interesse delle future generazioni” prevista dall’art. 9 della Costituzione, in luogo del confronto e del necessario processo di informazione dei cittadini, dell’ascolto delle loro aspettative e della corretta valutazione delle azioni concrete e delle risorse necessarie per il progresso di una comunità la più ampia possibile, si perseguono ciecamente obiettivi ideologicamente connotati, in contrasto con la ragione e con gli orientamenti dell’UE e dell’ONU, che pure lo stesso Ministro pubblicamente dichiara di condividere. E ancora una volta il nostro Coordinamento vuole sottolineare la grande responsabilità sociale che Ministero, Regione e Comuni si assumono nel condurre l’estremamente vantaggiosa istituzione del Parco Nazionale verso un esito assolutamente negativo”.
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