Strage di Brandizzo, Rfi licenzia la ditta coinvolta. Il messaggio è chiaro e per tutti: “chi non lavora in sicurezza non potrà lavorare per Rfi”
Rfi licenzia la ditta che impiegava i cinque operai morti travolti da un treno a Brandizzo. Sono stati revocati tutti gli appalti alla ditta Sigifer per la quale lavoravano i cinque operai tragicamente scomparsi nella notte tra il 30 e 31 agosto scorsi.
Lo ha comunicato l’amministratore delegato di Rfi Giampiero Strisciuglio che ha detto:
“Sigifer non lavora più nei nostri cantieri, non lavora più sulla nostra infrastruttura. Il tragico incidente impone misure di questo tipo.”
Strage di Brandizzo, Rfi condanna la ditta e adesso partono le indagini
Una linea dura adottata da Rfi che vuole mandare un messaggio anche per il futuro, chi non lavorerà in sicurezza non potrà lavorare per Rfi.
Ieri mattina è stata inviata la revoca formale degli appalti ai vertici dell’azienda e sono indagati per la tragedia quattro persone, tra cui l’amministratore delegato Franco Sirianni, accusati di omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario. Coinvolto anche Antonio Massa, dipendente di Rfi, colpevole di aver dato il via libera ai lavori sui binari prima dell’interruzione della linea.
Può interessarti leggere anche>> Brandizzo, il video prima dell’incidente: “se vi dico treno spostatevi!”
Sono state avviate le indagini e il lavoro di perizia disposto dalla procura di Ivrea – incaricato il luogotenente della Guardia di Finanza Andrea Pellegrini – per esaminare i tablet dei macchinisti del treno coinvolto, le scatole nere del convoglio e il telefoni di due delle vittime che sono stati ritrovati sul luogo della tragedia ancora parzialmente funzionanti. L’accertamento avrà una durata di 60 giorni e servirà per fare luce sugli elementi di comunicazione nei minuti immediatamente precedenti alla strage.
Foto di copertina: ANSA
Ti può interessare anche:
Tornano le “storie di mare” per il Salone Nautico di Genova