Amici lettori di Liguria day bentornati per questo nostro appuntamento dedicato all’arte, oggi vi intratterremo con una nuova opera che vi appassionerà e vi colorerà la giornata.
Giorni fa una bella coincidenza, giunta come un regalo inaspettato, mi ha offerto lo spunto per parlarvi di arte in un diverso contesto.
Una sera di questa calda estate alla tv è andata in onda la replica di una puntata di “4 hotel”, la celebre trasmissione condotta da Bruno Barbieri (che vedo sempre con piacere perché oltre far apprezzare la bravura e la simpatia del conduttore, offre al telespettatore l’opportunità di ammirare e godere delle bellezze artistico/naturali di tutto il nostro splendido paese, sottolineando al contempo l’alta professionalità degli albergatori).
La trasmissione di quella sera è stata dedicata alla bellissima Palermo e uno dei quattro hotel in gara ha attirato particolarmente la mia attenzione: mi riferisco al “Palermo Gallery” una struttura dove l’arte è passione, vocazione e filosofia d’impresa.
Ecco, oggi avrò il piacere di parlarvi di questo albergo facendovici entrare con la mia fantasia.
Il Palermo Gallery si trova nel centro storico di Palermo dove storia, cultura, quotidianità e l’accoglienza solare dei Palermitani sono un tutt’uno.
La struttura d’epoca si trova in Via Enrico Parisi a due passi dal teatro Politeama e ha una sua peculiarità distinguibile nell’essere un hotel ma anche allo stesso tempo una reale galleria d’arte.
Le opere esposte non sono solo oggetto d’arredo; compongono un immagine d’insieme che offre un’atmosfera calda, accogliente e aperta alla curiosità. Questo perché le opere disposte ovunque in tutte le sale attirano l’attenzione stimolando l’interesse e la fantasia degli ospiti.
Nel Palermo Gallery l’arte è a portata di mano e osservarla significa farla propria con un tocco in più alla permanenza. In questo hotel abbiamo le suite dedicate a Klimt, ad Andy Warhol, Caravaggio, Lojacono e infine a Renato Guttuso.
Nel resto della struttura le pareti, a conferma della mission, ospitano numerose ed interessanti opere di giovani artisti emergenti ai quali l’hotel, riconoscendone il talento, fornisce l’opportunità di lasciarsi apprezzare dal grande pubblico.
Pertanto tutti gli ambienti diventano una miscellanea di stili ed epoche con un’unica aspirazione quella di rendere piacevoli e culturalmente vivaci le giornate passate in questo originale hotel.
Ora vorrei farvi una domanda, quanti di voi conoscevano Francesco Lojacono? Lo ammetto io sono il primo che non lo conosceva, perciò è di lui che adesso andrò a parlarvi. E lo farò descrivendovi una sua opera, presente nella suite a lui dedicata.
Francesco Lojacono (Palermo, 26 maggio 1838 – Palermo, 26 febbraio 1915)
Figlio di un pittore, il destino aveva già disegnato per lui il cammino da percorrere. Di carattere socievole e incline all’avventura, a 18 anni, per acquisire maggiore esperienza si trasferì a Napoli e successivamente a Firenze dove entrando in contatto con il movimento dei Macchiaioli ricevette l’imprinting per il suo stile nascente. Ma a vent’anni, diciamolo, si è energici e spesso spericolati e così il nostro giovane artista indossò una camicia rossa, posò il pennello e prendendo sciabola e moschetto seguì Garibaldi e i Garibaldini nella loro missione di unificare l’Italia.
Tornato poi in Sicilia si riappropriò del suo mondo, quello dell’arte, che per oltre trent’anni gli conferì meritatamente successo e fama. Così tanto da ricevere il consenso entusiastico anche da parte di Gabriele D’Annunzio.
Morì a 76 anni a Palermo dopo una lunga carriera felice e di prestigio.
“Monte Pellegrino”
La copia esposta nella suite Lojacono è tratta da un originale realizzato olio su tela nel formato 100×60 circa e rappresenta il monte Pellegrino una marina ottocentesca in una visione poetica e moderna.
L’artista era celebre come “ladro del sole”; sole uguale luce, luce uguale bagliore, bagliore uguale passione, passione uguale amore per la vita e quindi per la natura stessa.
Un artista cha aveva saputo rubare il sole per donarlo all’umanità.
In quest’opera la luce diventa trasparenza e le ombre sono solo un pretesto pittorico per far aumentare la profondità di campo lasciando la scena al protagonista, il monte Pellegrino, che nella sua imponenza sembra giocare ad “acchiapparella” con le nuvole e il cielo.
Nuvole che con dolcezza accarezzano, illuminano, si fondono con la roccia imperiosa. Nuvole soffici e bianche che fanno da cornice al faro che della luce né fa mestiere.
Dio mio che immagine di pace e serenità completata dalle case ai piedi del monte, dalle navi ormeggiate e le barche dei pescatori al largo in un fermo immagine di delicata poesia.
In quest’opera ci sono due dettagli che mi fanno impazzire, il primo è quella nuvola sbaffata in alto a sinistra, sembra così diversa dalle altre realistiche e paffutelle da sembrare astratta, quasi una pennellata casuale e distratta dell’artista o forse la firma amorevole di Francesco Lojacono come a dire “questa opera è troppo vera devo fare qualcosa per non farla sembrare una fotografia”. L’altro dettaglio è la limpidezza dell’acqua del mare in primo piano, che quasi invoglia l’osservatore a togliersi le scarpe per immergere i piedi in acqua mentre guarda l’orizzonte e sogna di poter ritornare bambino.
O almeno questo è quello che io ho letto nell’opera di Francesco Lojacono che troverete nella suite a lui dedicata nel Palermo Gallery: lo spettacolo della vita dipinto con eccelsa maestria da questo grande pittore Siciliano.
E alla visione del suo “Monte Pellegrino” non posso fare a meno di consigliarvi di ascoltare Perigeo – Non È Poi Così Lontano (1976) full Album
Amici lettori di Liguria day, arrivederci alla prossima opera!