Nell’area archeologica del Circo Massimo oggi si trova isolata una torre di modeste dimensioni che ha alle spalle una storia millenaria e che è al centro di qualche leggenda poco nota: si tratta della torre della Moletta, così chiamata perché era costruita a ridosso di un mulino.
Tutto cominciò dall’acqua
Dall’VIII secolo venne abbandonata l’usanza degli spettacoli nel Circo e, nei secoli successivi, l’area si riempì di orti e vigneti. Un piccolo corso d’acqua chiamato Aqua Iulia già scendeva dal Palatino, ma nel 1122 Callisto II fece realizzare importanti lavori per migliorare l’assetto idrico di tutta la zona intorno alle tenute del Laterano. Venne deviato il corso dell’Aniene e, sfruttando in parte la via dei vecchi acquedotti andati in disuso, giunse in città l’Acqua Mariana. Cambiate la situazione e le prospettive per il nucleo agricolo del Circo Massimo, all’altezza della curva sud dell’emiciclo vennero costruiti un mulino, che poté sfruttare la forza motrice dell’acqua del cosiddetto Fosso di San Giovanni, e la torre a scopo difensivo.
Sembra che il tutto fu eseguito dai monaci della vicina chiesa di San Gregorio al Celio poi, nel 1145, la torre fu acquistata da Cencio Frangipane. In quegli anni venne dato alla torre l’aspetto attuale, a pianta quadrangolare con tipici archetti ciechi nella parte alta e con tetto a quattro falde, e fu inclusa in un più ampio sistema di fortificazione della potente famiglia romana.
Il passaggio di San Francesco
Si narra che proprio qui Jacopa de’ Settesoli, vedova di Graziano Frangipane e donna devota appartenente al Terzo ordine francescano, ospitò nel 1223 il santo d’Assisi, suo fraterno amico, venuto a Roma in occasione dell’approvazione della sua Regola da parte di Papa Onorio III. Secondo la leggenda, prima di ripartire, per sdebitarsi Francesco regalò alla donna un agnellino da lui ammaestrato, che la accompagnò sempre nella preghiera.
La torre in età moderna
Fino alla metà del ‘800 lo scenario attorno alla Torre della Moletta rimase quasi del tutto inalterato. Poi nel 1853 il Circo Massimo cominciò a ospitare gli impianti del primo gazometro di Roma, che si ampliarono progressivamente fino agli anni ’20 del novecento. In seguito, nell’ottica di ripristinare il Circo per spettacoli pubblici, ci furono prima lo smembramento dell’industria e, nel 1943, le demolizioni del mulino e di tutte le abitazioni di origine medievale che sorgevano intorno alla torre che, invece, si salvò dalla rovina. I lavori e l’ambizioso progetto furono infatti interrotti a causa della guerra.
La torre della Moletta fu abitata fino alla fine degli anni ’70 dal custode comunale del Circo Massimo e dalla sua famiglia. Presentava all’epoca un piano in meno rispetto ad oggi, perché quello inferiore è venuto interamente alla luce a seguito dei recenti scavi e restauri che hanno portato all’apertura dell’area archeologica nel 2016.