Lo scorso 16 Agosto 2023 sono stati rinvenuti due nuovi frammenti dei Fasti Ostienses, emersi dalla seconda campagna di scavo del progetto Ops-Ostia Post Scriptum, curato dal Parco archeologico di Ostia Antica in collaborazione con l’Università di Catania e il Politecnico di Bari.
Ma che cosa sono i Fasti Ostienses e per quali ragioni sono importanti per l’identità storica di Ostia e Roma?
Tra il primo e secondo secolo d.C. Roma contava già un milione di abitanti mentre Ostia, eretta dal 49 a.C. a prima colonia extraurbicaria di Roma, divenuta bellissima ricca e in progressiva crescita, cinquantamila.
Di questo sviluppo ne costituiscono assoluta testimonianza i “Fasti Ostiensi“, pubblici registri incisi su lastre di marmo rinvenute in loco nel corso del secolo passato durante scavi archeologici che documentano la vita quotidiana a Ostia dal 49 a.C. al 175 d.C.
Alcuni frammenti di questi documenti sono sopravvissuti per essere stati utilizzati come materiale di riuso al tempo dei Severi.
Come documentano gli studiosi: “Quando Roma ottenne il dominio navale assoluto del Mediterraneo l’importanza economica della città di Ostia prevalse su quella militare e nel corso del tempo, al castrum si sostituirono botteghe e magazzini, (horrea) oltre a uffici commerciali posizionati sul lato settentrionale lungo la riva sinistra del fiume, chiamata “Trastevere ostiense“.
Da allora iniziarono ad essere realizzate anche terme pubbliche alimentate e riscaldate al fuoco dagli schiavi così come nuovi edifici di nobili, cavalieri e patrizi. Da quel periodo in poi il sistema portuale di Roma si allargherà ulteriormente fino a comprendere il più lontano porto di Pozzuoli che era dotato di strutture in grado di accogliere le grandi navi granarie che provenivano prevalentemente dall’Egitto.
Le grandi “naves onerariae” provenienti da Pozzuoli non potevano penetrare nel porto fluviale a causa delle barre costiere presenti alla foce e perciò erano costrette a trasferire il carico mentre si trovavano in mare. E nei pressi del porto marittimo di Claudio e fluviale di Ostia venivano smistate su imbarcazioni più piccole.
Le merci scaricate dalle navi di carico, dopo una sosta nei magazzini, venivano ricaricate su chiatte, “naves caudicariae“, in grado di risalire il Tevere fino a Roma.
Bibliografia
– C. Pavolini, La vita quotidiana a Ostia, 1986, Roma-Bari;
– Pensabene, Le vie del marmo. I blocchi di cava di Roma e di Ostia: il fenomeno del marmo nella Roma antica, (Itinerari ostiensi, VII), 1994 Roma;
– Fausto Zevi, I Fasti Ostienses. Documento della storia di Ostia (Itinerari ostiensi, VIII), 1997, Roma;
– Stefano Lesti, Ostium e Portus dalle origini antiche all’età moderna, (IMFO Editore) 2019
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