Emanuela Fontana è una giornalista di Milano, trasferitasi ormai da anni a Roma, che insegna e organizza escursioni. Impegnatissima nel suo tour di presentazione del libro, pubblicato da Mondadori, in giro per l’Italia, la incontro in Sicilia dove abbiamo modo di fare una piacevole chiacchierata a proposito di Emilia Luti.
Infatti grazie al suo lavoro di ricerca, non solo scopriamo che Alessandro Manzoni si è avvalso di una giovane donna fiorentina per riscrivere “I Promessi sposi”, ma entriamo nell’animo di quest’uomo, famosissimo scrittore ma sconosciuto sul piano umano.
Manzoni infatti è sì, un uomo carismatico e consapevole, ma ha anche un lato fragile. E’pieno di dubbi, a tratti timido, balbetta, umile, soffre di quelli che oggi chiameremmo attacchi di panico, ma è dotato anche di grande ironia.
Tutti a scuola abbiamo letto la sua Opera ma di certo non ci siamo mai chiesti cosa abbia passato nella sua vita.

Emanuela Fontana con questo romanzo ci racconta della sua grande famiglia, di come trascorreva il suo tempo, ma soprattutto della sua umiltà nel farsi aiutare a riscrivere “I Promessi sposi” da questa ragazza di ventiquattro anni.
Manzoni conosce Emilia Luti perché faceva la bambinaia di Rina, la sua nipotina.
Certamente non bastava essere fiorentini per entrare nelle grazie dello scrittore. Evidentemente, l’autore ha trovato in Emilia doti di intelligenza e acume particolari e deve essere scattata tra loro quella che potremmo chiamare affinità elettiva.
Manzoni voleva che il libro fosse compreso da tutti, voleva idealmente unire l’Italia ( cosa che da lì a qualche anno avvenne) e questo duro lavoro fatto anche di più di duecento immagini fu lungo circa due anni.
Questo sogno costò tempo ma fu anche un grande dispendio economico per la famiglia alla quale costò quanto una casa in termini economici.
Ovviamente il motivo principale di questa riscrittura era sì quello di fare in modo che tutti, anche chi aveva difficoltà nella lettura, potesse comprenderlo; ma anche renderlo difficile da copiare. Infatti, ai tempi di Manzoni, non c’era il diritto di autore e la sua opera fu piratata moltissime volte.
Con il libro “La correttrice, l’editor segreta di Alessandro Manzoni“, in parte romanzato, apprendiamo molte cose e c’è da chiedersi come mai Emilia Luti sia rimasta nell’oblio per tutti questi anni. Ha svolto un lavoro importante e gli attestati di stima non le sono mancati, per questo è difficile rispondere a questo quesito.
Manzoni le fa dono di una copia scrivendole questa meravigliosa dedica:
“Madamigella Emilia Luti gradisca questi cenci da Lei risciacquati in Arno, che le offre, con affettuosa riconoscenza l‘autore“.
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