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ITS e scuole professionali, il Ministro Valditara annuncia riforma. Novità anche per gli agrari
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ITS e scuole professionali, il Ministro Valditara annuncia riforma. Novità anche per gli agrari

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In arrivo riforma per rivoluzionare gli istituti tecnici ITS e le scuole professionali, l’annuncio del Ministro Valditara. Lollobrigida al lavoro a un protocollo per aggiornare gli istituti agrari

Secondo il Ministro Valditara, la riforma che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni al Consiglio dei ministri, dedicata alla formazione tecnico-professionale, sarà una vera e propria rivoluzione. L’idea è coinvolgere istituti tecnici, professionali statali, percorsi Ifts, IeFp regionale e Its Academy in una nuova idea di istruzione per rilanciare dei percorsi di studio che non solo non hanno nulla da invidiare ai licei, ma che formano professionisti fondamentali per il tessuto socioeconomico nazionale. In parallelo, il Ministero dell’Istruzione sta lavorando congiuntamente con il Ministro all’Agricolutura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, per restituire lustro anche agli istituti agrari.

Istruzione tecnico-professionale, cosa cambia con la riforma Valditara

Il progetto partirà come sperimentazione dal 2024/25 e potrà coinvolgere fino a un massimo del 30% degli istituti attivi in ogni regione. Il ministro Valditara punta così a mettere in pratica i cambiamenti teorizzati con Valeria Fedeli (governo Gentiloni) ma mai davvero messi in atto.

Tra le novità previste dalla bozza di riforma:

  • Formula formativa in 4+2: i percorsi scolastici saranno di 4 anni con ulteriori 2 di specializzazione Its Academy. Intorno a questi istituiti dovrebbe sorgere una sorta di campus, aggregando istituti tecnici, istituti professionali statali, percorsi Ifts e IeFp regionale, in base ad accordi specifici tra USR e regioni;
  • Potenziamento dell’apprendistato formativo e delle ore “sul posto di lavoro”; coinvolgimento nei programmi di docenti “professionisti”, direttamente da imprese come quelle che un giorno potrebbero assumere gli studenti, per moduli didattici prettamente tecnici o laboratori.
  • Maggiore flessibilità sia nell’organizzazione della singola scuola che nell’offerta didattica. I dirigenti scolastici saranno esortati ad attivare progetti di scambio o di partenariato, stage all’estero o visite e soggiorni di studio. Più attività formative in lingua straniera, secondo la metodologia di insegnamento CLIL (Content and Language Integrated Learning).

Dalla scuola al campus

L’idea dei campus formativi porrebbe gli enti locali a una vera e propria sfida, dovendo riorganizzare la disposizione sul territorio degli istituti coinvolti nella riforma per creare dei poli d’eccellenza. Questo per la Liguria potrebbe prendere spunto dai campus di Unige, con un polo in tutte le province oltre alle sedi di facoltà nel territorio genovese. Ogni regione potrebbe decidere come suddividere gli istituti secondo i comparti economici sul territorio, sia per prossimità che per creare collaborazioni con le aziende nel tessuto economico intorno al campus.

Ipotizzando che i punti focali di questa riforma siano le ITS Academy, in Liguria al momento ne esistono sei, di cui la metà nella Città Metropolitana di Genova:

  1. L’accademia della Marina Mercantile che gestisce percorsi all’area tecnologica “Mobilità sostenibile” nei settori del Trasporto marittimo e della Pesca (GE)
  2. Information, communication and technology che gestisce percorsi nell’area “Tecnologie dell’informazione e della comunicazione” (GE)
  3. ITS Turismo Liguria, Academy of Tourism, Culture And Hospitality (GE)
  4. L’Accademia Ligure Agroalimentare, che gestisce percorsi nell’area “Nuove Tecnologie per il Made in Italy per il settore Agroalimentare” (IM);
  5. ITS La Spezia, che gestisce percorsi nell’area “Nuove Tecnologie per il Made in Italy” (SP)
  6. ITS Savona che gestisce percorsi nell’area “Efficienza Energetica” (SV)

Nati nel 2010 allo scopo di formare professionisti in aree strategiche per lo sviluppo economico e la competitività italiana nel mondo, tra gli studenti dei corsi ITS Academy in Liguria oltre l’84% viene assunto al termine del percorso formativo.

Bisognerà aspettare però i decreti aggiuntivi della riforma per capire come il Ministro Valditara intende attuare questa trasformazione

La centralità dell’esperienza lavorativa formativa e il confronto con professori provenienti dal mondo del lavoro sono due altri punti focali. Lo scopo è permettere un passaggio più esplicito dalla “modalità studente” a giovani pronti a lanciarsi sul lavoro, con gli strumenti per trovare un impiego e una formazione pratica. Il coinvolgimento di docenti “esterni” sarebbe a contratto con prestazioni d’opera annuali, il che non andrebbe a ledere o a rivoluzionare l’organico delle singole scuole. L’alternanza scuola lavoro potrebbe raggiungere anche quota 400 ore nel triennio.

Importante lo spazio dato anche al confronto con il mercato e la “concorrenza” internazionale, grazie a programmi sempre più accessibili alle famiglie di esperienze all’estero di studio o di lavoro. La formazione frontale secondo il metodo Clil permette agli studenti di migliorare la padronanza di una lingua straniera assorbendone il lessico specifico nel proprio campo di specializzazione, mentre si fa lezione di altre disciplina. In questo modo la seconda o la terza lingua non sono una semplice materia scolastica in cui applicarsi per ottenere un bel voto, ma una competenza integrata.

Il professionista e il tecnico nell’ottica di questa riforma diventano quindi eccellenze fondamentali per il Paese

Il tutto andrebbe a superare quegli stereotipi che vedono questo tipo di formazione come una “via facile” rispetto a un liceo, un’idea ancora troppo spesso proposta agli studenti delle scuole medie inferiori al momento di fare una scelta fondamentale per il proprio futuro.

Un’altra novità fondamentale è infatti il ripristino di una struttura dirigenziale nel Ministero dell’Istruzione e del Merito per promuovere questo tipo di formazione – la precedente era stata soppressa dieci anni fa per una spending review. Lo scopo sarà anche valorizzare e stimolare la ricerca fattibile in questi nuovi campus, come la brevettazione o il trasferimento di tecnolgie nella filiera.

«Regioni e parti sociali avranno un ruolo strategico nel decollo e nell’attuazione di questa sperimentazione», ha dichiarato il Ministro Valditara. «Non possiamo più permetterci una scuola slegata dal mondo del lavoro».

Contemporaneamente è in arrivo un protocollo per garantire un’offerta formativa aggiornata anche per gli istituti agrari

«Assieme al collega Giuseppe Valditara stiamo lavorando a un protocollo d’intesa per garantire ai ragazzi un’offerta formativa costantemente aggiornata per una professionalità competitiva nel settore agroalimentare e della pesca, in Italia e nel mondo», ha spiegato il Ministro Lollobrigida. «Tra le misure che metteremo in campo in vista delle iscrizioni al nuovo anno (2024-25) ci sono campagne di orientamento per famiglie e ragazzi, per dimostrare che l’intera filiera dell’istruzione tecnico-professionale è un canale formativo di serie A, anzi di Champions League, e per sensibilizzare gli studenti sui fenomeni legati alla contraffazione delle produzioni a denominazione di origine e biologiche».

Malgrado la filiera agricola costituisca un ramo importante del made in Italy italiano e sia un settore dove c’è sempre ricerca di lavoratori (oltre l’80% dei nuovi diplomati), al momento gli istituti agrari intercettano appena un 1,5% dei nuovi iscritti alle scuole medie superiori. Eppure chi si laurea in agraria ha il 300% di possibilità in più di trovare un impiego prima ancora di concludere il percorso di studi.

Anche in questo caso esistono e resistono degli stereotipi culturali molto forti sul lavoro del contadino. Quasi a tutti viene in mente un povero bracciante sfruttato e distrutto dalla fatica con la zappa in mano. Una visione molto diversa dai produttori di vino o di olio di eccellenza, per fare un esempio, che coniugano ricerca scientifica, la tecnologia più avanzata e modernità per innovare e ricercare prodotti sempre più pregiati.

Il governo Meloni quindi si propone di lavorare per invertire questa tendenza

Come per gli istituti tecnici, la scommessa è puntata sulle 22 ITS Academy nel settore terziario (Area tecnologica Nuove tecnologie per il made in Italy – Sistema agro-alimentare) al momento attive in Italia e sugli istituti secondari agrari. Tra istituti tecnici e professionali si parla di una filiera di circa 60mila studenti suddivisi in 300 scuole. Le ITS Academy di settore invece sono frequentate da circa 2.400 studenti che seguono corsi di eccellenza.

«È in corso», ha chiosato il ministro Lollobrigida, «una collaborazione con Ismea e la rete degli istituti agrari (Re.N.Is.A) guidata dalla professoressa Marini; con “Generazione Terra” si finanzia fino al 100% il prezzo di acquisto di terreni da parte di giovani di età non superiore a 41 anni (non compiuti). Ai giovani guarda anche l’attuale Pac 2023-27; e in manovra sono previsti altri interventi, dal bonus fino a 8mila per le assunzioni a tempo indeterminato ai mutui a tasso zero per giovani agricoltori e donne con dotazione di 20 milioni di euro per il sostegno all’imprenditoria, solo per citarne alcuni».

Oltre a ciò, il Ministro Lollobrigida ha promosso l’importanza del coinvolgimento degli studenti di questo settore in eventi internazionali e nazionali come lo Slowfood di Genova, ma anche VinItaly e il Seafood Global di Barcellona, occasioni per confrontarsi con il mondo del lavoro agroalimentare “sul campo”.

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