Cristiano Godano Neil Young
Cristiano Godano interpreta Neil Young ad Albissola -Foto di Davide Ghiglione e Massimo "the Clash"

Cristiano Godano interpreta Neil Young nella nostra riviera ligure

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Durante la registrazione dell’ultimo album dei Marlene Kuntz, l’anima e voce della band Cristiano Godano, ha scoperto una comune passione con l’amico Alessandro “ASSO” Stefana, per il cantautore canadese Neil Young.

Nell’incantevole location del Soleluna Beach di Albissola, con un set acustico entusiasmante, i due artisti hanno presentato i classici del grande cantautore, da “Old man” ad “Harvest“, da “Out on the week end” a “The needle and the damage done, facendo riaffiorare nei numerosi spettatori presenti i piacevoli ricordi di esperienze passate.

Abbiamo incontrato Cristiano dopo la performance, una bella chiacchierata che ha portato anche luce (o quasi!) sulla controversa pronuncia del nome della band di origine. 

Foto di Davide Ghiglione e Massimo “the Clash”

 “MI ERO PERSO IL CUORE”

Nell’enciclopedia Treccani, alla voce Artista, troviamo questa definizione: “Il termine indica spesso un giudizio di valore, ed è allora attribuito a chi nell’arte professata, ha raggiunto l’eccellenza”. Con oltre trent’anni di attività, tre libri, tutti i testi dei Marlene Kuntz, attore in un film… Possiamo dire che sei l’artista per eccellenza?

Non lo so… sono solo una persona che ha saputo scrivere delle cose che hanno catturato l’attenzione  di molta gente e questo mi onora.

Persone che mi leggono con molta attenzione, che mi costringono sempre a non mollare con la creatività artistica, al netto della difficoltà che questo mi può creare, lo stimolo che mi garantisce è sempre molto alto, ed è una grande fortuna .

Io ho sempre usato per me stesso la parola artista, senza usare il termine tra virgolette.

Artista perché è diverso da creativo, anche un grafico può essere un creativo. Scrivere canzoni è  una cosa molto più strutturata, quindi sì, credo che artista sia la parola giusta…per eccellenza lo asserisci tu.

Il lockdown, nonostante tutto, è stata una grande opportunità per molti, tu hai inciso l’esordio da solista “Mi ero perso il cuore”, un disco adulto e riflessivo… Però mi manca tantissimo quel noise che ti ha sempre caratterizzato. Quanto noise c’è ancora dentro di te?

Quando siamo dal vivo, sul palco, lo facciamo di ricreare quella magia, ma nel mio disco no, non era una cosa che mi interessava in quel momento.

Però tu sei nato con il noise?

Si, ma ci si evolve! Chiederesti a Neil Young quanto noise c’è in “Comes a time“? Credo di no, perché non era interessato. Lui può fare molto noise se vuole, io voglio avere la possibilità di farlo se mi va, altrimenti no. Voglio essere libero in questo senso.

Foto di Davide Ghiglione e Massimo “the Clash”

Stasera un grandissimo tributo a Neil Young, un altro artista che ami molto è Nick Cave. Dobbiamo aspettarci qualcosa di simile anche per lui?

Non saprei, potrebbe essere molto bello, però Neil Young scrive quasi tutti i pezzi alla chitarra, quindi è più facile entrare nel mood. Nick Cave scrive praticamente solo al pianoforte, sono due approcci diversi, sono occasioni che capitano o non capitano.

Con Asso, ci siamo trovati perché abbiamo scoperto questo amore per Neil Young, il giorno che trovo un musicista che ama Nick Cave… volentieri, però  deve anche essere pianista! Speriamo di trovarlo presto.

Con l’ultimo LP dei Marlene Kuntz “Karma Klima”, avete trattato un tema attuale e molto scottante. Una volta i grandi artisti avevano molta voce in capitolo su questi temi sociali, vedi ad esempio USA for Africa. Secondo te i giovani oggi sono in grado di recepire ancora questi messaggi?

Sono cambiati proprio i contesti sociali e culturali. Nel periodo da te citato, gli anni Ottanta, il rock era un punto di riferimento per i giovani, oggi il rock non ha più quel ruolo così determinante. 

A differenza  di molti altri musicisti che preferiscono non prendere posizione, tu ti sei sempre schierato a sinistra, attirandoti critiche ed antipatie. Rifaresti quelle scelte?

In realtà, quando eravamo giovani e suonavano nei centri sociali lo facevano altri milioni di gruppi. Anzi, era strano se qualcuno non lo faceva, era un’onda che quasi tutti cavalcavano.

È  molto più particolare e prezioso dirlo adesso, in questo momento storico dove, come dicevi tu, molti colleghi, in modo deplorevole secondo me, si ritirano.

Credo che viviamo in un’epoca anche un po’ intimidatoria, ci sono molti che hanno paura, anche di perdere del pubblico. Non che io desideri perdere pubblico, però ciò che m’indigna, non riesco a tacerlo.

Nel vostro nome, vi è  il titolo di una canzone dei grandi Butthole Surfers. Molte volte ho discusso su quale fosse la pronuncia giusta, puoi confermarmi che è “KANZ” e non “KUNTZ”?

Allora, (riflette pensando al ritornello ndr) effettivamente dice “Kanz”, però è scritto con la zeta. Inoltre non è Gibby a cantarla ma una voce campionata, forse di un cantante medio orientale o tailandese. Comunque si può dire in tutti i modi, la verità sta nel mezzo!

Che progetti hai per il futuro?

Fare il musicista!

Con una battuta simpatica, Cristiano chiude una serata molto bella e sorprendente, densa di contenuti ed entusiasmo che si concretizza con la rottura, per ben due volte, delle corde della chitarra a sottolineare quanto questa performance fosse sentita.

Un tuffo nel passato gradito a tutti, che alla fine sottolineano, con un grande applauso, il congedarsi dell’artista dalla scena.

Un ringraziamento a Davide Ghiglione e Massimo “the Clash” per le foto

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Info Silvano Pertone

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"Dio del rock ( e non solo...) fa' che resti sempre alternativo" Coinvolto per un decennio nel mondo dell'underground grazie alla mia fanzine, oggi guardo ad altre scene sempre alternative, in primis la mail art.

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