Infermieri in fuga dalla Liguria e Emilia Romagna, l’allarme di Nursing Up per una professione non più appetibile per tanti motivi.
In fuga dalla sanità e dagli ospedali liguri: l’allarme viene lanciato dal presidente nazionale del Nursing Up Antonio De Palma che parla di una vera e proprio esodo di professionisti sanitari dal sistema nazionale. Una situazione grave evidenziata soprattutto nelle regioni di Emilia Romagna, Liguria e Friuli.
Infermieri in fuga dalla Liguria, i motivi
“Si svuotano in particolare i pronto soccorsi e i reparti nevralgici degli ospedali del Nord – ha detto De Palma – con particolare riferimento all’Emilia Romagna e alla Liguria che vivono in questo momento la drammatica realtà di una vera e propria fuga di infermieri. I numeri – prosegue il presidente – evidenziano un percorso pericoloso di abbandono volontario con rinuncia anche a contratti a tempo indeterminato nella sanità pubblica, per scegliere una libera professione con ritmi di lavoro meno stressanti e per prendersi maggiormente cura della propria vita privata e dei propri familiari“.
Lo scenario raccontato da De Palma parla di tanti giovani soprattutto provenienti dal Sud che decidono di tornare a casa, abbandonando buone posizioni lavorative ottenute al Nord per tornare nelle proprie terre d’origine, uno dei motivi, il costo della vita, decisamente meno pesante al Sud Italia.
Tanti altri però i motivi di esodo dalle professioni sanitarie, i ritmi di lavoro stressanti, la carenza di personale, l’impossibilità spesso di prendere ferie, il caos dei pronti soccorso e i tanti episodi di violenza ai danni degli operatori sanitari con presidi di pubblica sicurezza inesistenti.
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“La verità – continua ancora De Palma – è una e una sola, lo stipendio medio di poco più di 1400 euro netti, escluse le premialità e gli straordinari non consente a un giovane infermiere di mantenersi in una città come Bologna o Genova. Impossibile arrivare a fine mese, immaginate poi se questi infermieri originari del Sud sono over 30 e hanno anche famiglia e figli a carico”.
In crisi anche l’Ateneo Genovese
Una professione che ha perso appeal anche di fronte agli occhi dei giovani che devono scegliere il proprio percorso universitario, viste le numerose problematiche sotto agli occhi di tutti, c’è molta meno richiesta. L’Ateneo genovese si troverà per la prima volta quest’anno ad avere più posti che candidati. Infatti le posizioni disponibili sono 460 e i candidati quest’anno saranno 448.
Foto di copertina: Agenzia Dire
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