Superbonus 110% edilizia, i conti non tornano
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Superbonus 110% edilizia, i conti non tornano

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La nota dell’Agenzia delle Entrate mandata alla Presidente del Consiglio e pubblicata qualche giorno fa segnala che il Superbonus 110% per le ristrutturazioni edilizie è ormai fuori controllo e rischia di diventare un buco nero per i conti pubblici.

Rispetto alle previsioni, infatti, solo negli ultimi cinque mesi – da dopo che sono entrate le modifiche al provvedimento da questo governo cioè – sono emersi ulteriori 35 miliardi di crediti inattesi, tra crediti ceduti o sconti in fatture alle imprese. Di questa cifra, quasi il 12% (4 miliardi) dei crediti si sono rivelati fasulli. I crediti su progetti con irregolarità invece corrispondono a 12,8 miliardi di euro, un terzo della cifra che ha messo in allerta l’Agenzia delle Entrate. Nei conti previsionali di spesa, tra marzo e agosto erano stati inseriti 110 miliardi di euro, in totale i conti sono saliti a 146.

Solo 23 miliardi di questo enorme tesoretto per ora ha trovato compensazione, in forma di riduzione sulle tasse dovute dalle imprese coinvolte. Non è chiaro come coprire i restanti 123, anche se possono essere scontati nel prossimo quadriennio. Questo conteggio inoltre non considera la stima di una ventina di miliardi aggiuntivi che i titolari d’impresa porteranno direttamente in detrazione.

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Superbonus 110%, cosa non ha funzionato nei conti? O ha funzionato “troppo”?

Il problema principale del Superbonus per le ristrutturazioni al 110% forse si può addebitare alla mancanza di prezziari o massimali a molti degli interventi, come già accaduto ai lavori sulle facciate. Questo provvedimento risale al 2020 e prevedeva un contributo al 90%, con un previsionale di spesa di 5,9 miliardi per lo stato. Al momento, però, ha superato cinque volte il budget: solo per le facciate infatti si devono coprire 26 miliardi di euro.

Questa situazione si sta riscontrando su tutte le voci dei bonus edilizi introdotti dopo la pandemia, tanto il Ministro dell’Economia Giorgetti dovrà rivedere le coperture per i contributi. Sarà la terza variazione da quando è in carica. Le modifiche fatte fin qui:

  • a ottobre 2022 la Nadef porta il costo del 110% da 35 a 61 miliardi;
  • a maggio 2023 un nuovo ritocco al rialzo a 67 miliardi;

L’ultima stima è dunque decisamente superata, considerando che a fine agosto i soli crediti ceduti ammontano a 93 miliardi. Bisognerà vedere se un nuovo aumento di 30 miliardi sarà sufficiente e, soprattutto, se il governo dovrà prorogare ancora il 110% oltre il 31 dicembre 2023.

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Se sulla carta il Superbonus 110% prevede che i cantieri siano completati entro fine anno, la realtà racconta un’altra storia

Molti cantieri infatti sono del tutto fermi, la maggior parte per la mancanza di liquidità delle imprese che non riescono a convertire i crediti già acquisiti. In tutta Italia ci sono almeno 20mila condomini da finire, per un valore complessivo di 20 miliardi di euro.

Alla norma attuale, se i lavori non saranno ultimati entro il 31 dicembre si perderanno i contributi, anche quelli già erogati. Ma questa situazione da deterrente rischia di trasformarsi in una voragine per i conti pubblici.

A questo contesto si aggiungono i vecchi bonus non ancora scaricati, che potrebbero arrivare all’Agenzia delle Entrate da qui a fine anno. Le modifiche al provvedimento hanno introdotto a inizio anno 2023 il divieto di cedere o dello sconto in fattura, ma solo per i contributi avviati da febbraio).

Ultima tegola da considerare, le irregolarità e le vere e proprie truffe

La questione nel complessivo dei numeri appena citati potrebbe anche sembrare “marginale”, tuttavia non è da dare per scontata. I crediti fasulli creati dichiarando lavori mai neanche iniziati e scontando le fatture relative, salgono al momento a 2,5 miliardi di euro solo per il Superbonus 110%. Dopo la prima ondata di frodi sul bonus facciate, non si è riusciti a trovare contromisure per evitare che la situazione si ripetesse con gli altri contributi. Anche quando una situazione irregolare viene riconosciuta, recuperare il denaro erogato chiaramente richiede tempo, quasi sempre non è possibile.

Ciò si aggiunge ai crediti in circolazione senza acquirente che lo Stato non potrà scontare dalle imposte di chi li detenzione per incapienza. Nei guai soprattutto liberi professionisti, tra cui architetti, geometri e ingegneri, ma anche le imprese edili). Si prevedono stagioni di parecchi fallimenti nel breve futuro.

«Dovremo occuparci di coloro che, per queste norme, ora rischiano di trovarsi per strada» ha dichiarato Giorgia Meloni nella prima conferenza stampa al termine della pausa estiva. In quella situazione ha anche definito i bonus edilizi la «più grande truffa mai fatta ai danni dello Stato», scatenando l’ira delle opposizioni, 5 Stelle in particolare.

Superbonus 110%, le ripercussioni sulla legge di bilancio

La preoccupazione principale di Meloni, però, è che per coprire i buchi del Superbonus non rimanga nulla o quasi nelle casse dello Stato a disposizione per la manovra di bilancio 2024. Ciò azzererebbe di conseguenza qualunque iniziativa economica per l’anno a venire.

Tra i progetti che hanno necessità di trovare le coperture nella manovra che sarà discussa in parlamento nelle prossime settimane, anche il Ponte sullo Stretto di Messina, per il quale Matteo Salvini ha promesso di far partire i cantieri entro l’estate 2024. Ma non solo le grandi opere: senza fondi, sarà impossibile riformare le pensioni, garantire la flat tax, creare nuovi contributi per i ceti meno abbienti o le famiglie. Tutte proposte care almeno a una forza di maggioranza. Solo per contrastare la denatalità e tornare a 60 milioni di abitanti, ha dichiarato oggi Giorgetti, servirebbero investimenti per 23 miliardi di euro ogni anno fino al 2070.

Il Ministro Giorgetti al Forum di Cernobbio. «Il Superbonus 110% mi fa venire il mal di pancia».
Il Ministro Giorgetti al Forum di Cernobbio: «Il Superbonus mi fa venire il mal di pancia». Fonte: Forum Ambrosetti

Una quadra difficile da trovare per Meloni, Giorgetti e il governo

Oggi pomeriggio, alla chiusura del Forum Ambrosetti a Cernobbio, il Ministro Giorgetti ha dichiarato che il Superbonus 110% gli fa venire il mal di pancia. «Faremo una legge di bilancio prudente, che tenga conto delle regole fondamentali della finanza pubblica. Però, per quanto riguarda il Superbonus dei 100 miliardi di cui si parla, ricordo che questo governo ne ha pagati 20, ma altri 80 rimangono da pagare. La cena l’hanno già mangiata tutti e noi siamo pagati a pagare il conto. Cosa che ricadrà sul Patto di stabilità del 2024, 2025 e 2026».

Dall’Europa, però la possibilità di una deroga al Patto di Stabilità sembra fuori questione, lo ho dichiarato sempre nello stesso evento Paolo Gentiloni, commissario UE all’economia. L’ex premier nella giornata di ieri ha cercato di stemperare la situazione, analizzando anche il PIL italiano in contrazione (-0,4%) rallenta l’Europa ma non è automaticamente sinonimo di recessione.

Per il governo in ogni caso parte la corsa a cercare i fondi necessari al Superbonus 110% senza abdicare alla manovra per il prossimo, mediando con l’Europa e trovando una quadra economica molto complicata.

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