Si parla anche di grandi opere al Meeting di Rimini, ripartendo dall’idea che è alla base delle infrastrutture: non grandi opere fatte per poter smarcare caselle o per vantarsi di avere più ponti o reti digitali, ma realtà che generano servizi per la popolazione. Che si parli di strade, di asili o di reti digitali, lo scopo deve sempre tenere conto la cittadinanza che andrà poi a utilizzarle. E su questa tematica nella giornata di ieri l’evento “Infrastrutture e PNRR: quale sviluppo per l’Italia” ha visto confrontarsi:
- Antonio Decaro, Presidente ANCI e Sindaco di Bari;
- Luigi Ferraris, Amministratore Delegato Ferrovie dello Stato Italiane;
- Maximo Ibarra, Amministratore Delegato Engineering;
- Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti;
- Giovanni Toti, Presidente Regione Liguria.
La moderazione dell’evento è stata affidata a Lanfranco Senn, Economista e Fondatore di Studies in Regional Economics, che ha posto l’accento nella sua introduzione su tutte le fasi per l’attuazione delle infrastrutture, lamentando come in Italia si ponga l’attenzione sulla realizzazione. Non sono da meno però le fasi di programmazione, progettazione, la gestione e la manutenzione, nel ciclo di vita delle infrastrutture. Il Ponte Morandi, con le falle nella gestione e nella manutenzione che hanno portato al crollo, è un tragico esempio esempio di cosa succede quando questo ciclo non funziona, ma il nostro paese conta moltissime opere inconcluse dove i problemi si sono riscontrati nelle fasi che precedono la costruzione.
«L’incontro di oggi al Meeting di Rimini è stato un’occasione preziosa per fare il punto su temi di estrema rilevanza, a cominciare dalle infrastrutture. Per la nostra regione le infrastrutture sono tutto: rappresentano non solo la competitività dei nostri porti, a vantaggio delle imprese del Nord Ovest e di tutta Italia, ma anche l’accessibilità turistica e la possibilità per le aziende di insediarsi sul nostro territorio con efficienza e facilità».
Giovanni Toti al termine del panel
L’incontro ha affrontato il tema della situazione delle infrastrutture nazionali e dell’impiego del PNRR
L’importanza del PNRR mette in luce le problematiche e le potenzialità che, anche relativamente al tema dell’innovazione tecnologica e digitale, l’Italia deve affrontare. Gli interventi programmati a medio e lungo termine serviranno per promuovere una crescita sostenibile del Paese e per migliorare il benessere della popolazione.
Il Sindaco di Bari, in veste anche di Presidente ANCI, ha colto l’occasione per chiedere al governo chiarimenti in merito alla recente modifica dei piani relativi al PNRR. Decaro ha citato piani per 13 miliardi di euro che dai progetti comunali al repower, facendosi portavoce delle preoccupazione dei sindaci coinvolti su come i tre programmi al momento senza risorse come saranno finanziati.
«Con oltre 55mila gare fatte a maggio 2023 e il 52% delle risorse PNRR mandate in gara, i Comuni si dimostrano un soggetto attuatore affidabile, visto che un quarto delle risorse per le opere pubbliche sono spese dai Comuni. È importante sapere se le risorse per i tre programmi saranno equivalenti alla cifra prevista e se arriveranno la stessa data dello spostamento dei fondi del PNRR», ha dichiarato Decaro. «Altrimenti rischiamo di trovarci con gare aggiudicate o lavori già avviati che non si possono portare a termine, mancando agli impegni presi con le aziende coinvolte e, anche se non sono giuridicamente vincolanti, con i cittadini dei nostri territori».
Le risorse “spostate” dalla quota affidata ai Comuni riguardano per lo più progetti legati alla viabilità e la logistica. Tra gli altri progetti gestiti dai Comuni si trovano oltre agli asili nido progetti per la digitalizzazione della PA, per la creazione di sistemi di gestione dei rifiuti, per la valorizzazione dei piccoli borghi e delle biblioteche, l’efficientamento energetico dei luoghi culturali e l’innovazione delle scuole.
L’importanza di aggiornare la rete delle infrastrutture italiana
Luigi Ferraris ha ricordato che le Ferrovie dello Stato gestisce 17.000 chilometri di rete ferroviaria e oltre 34.000 chilometri di strade statali attraverso ANAS, una rete che in media è stata costruita tra 50 e 60 anni fa. «Come Ferrovie abbiamo la responsabilità di attuare i progetti per innovare e trasformare questa rete secondo i bisogni e le necessità attuali e future, dato quanto è cambiata la portata del traffico in termini di mezzi e di persone che si spostano. È necessario almeno un piano decennale per capire quale sia la vocazione e i bisogni del nostro Paese».
L’obiettivo sulle reti passeggeri è implementare il sistema in modo da aumentare la capacità di trasporto del 20%, con nuovi binari e nuovi tracciati, ma anche sulle merci c’è molto da fare. I problemi al tunnel del San Gottardo ha creato molti disagi ai flussi di merci sia in entrata che in uscita dall’Italia.
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L’importanza nel digitale per allocare le risorse PNRR e progettare le infrastrutture di domani
«Un numero che a me ha colpito particolarmente è il fatto che dalla crisi mondiale del 2008, gli investimenti per le infrastrutture sono scese ogni anno del 2,5%», ha detto Maximo Ibarra, Amministratore Delegato di Engineering. «Lavoriamo su molti ambiti, tra cui la programmazione e la progettazione, per le quali con le tecnologie Digital Twin (gemello digitale) è possibile prevede l’impatto che una infrastruttura avrà nel futuro sulla collettività. Riusciamo a prevedere in anticipo come l’infrastruttura sarà impiegata e le remediations che dovranno essere applicate per mantenerne l’efficienza».
Questo livello di simulazioni efficientissime è fondamentale non solo per le opere di viabilità, ma anche per acquedotti e infrastrutture energetiche. In questo modo è possibile programmare la manutenzione preventiva in modo che non sia necessario chiudere per lunghi periodi un tratto di strada o di ferrovia, per esempio. Il digitale dunque non diventa solo efficienza nello scambio di informazioni, ma fornisce dati che permettono di fare pianificazioni a distanza di anni per gestire nel modo migliore le infrastrutture.
Il Digital Twin, secondo Ibarra, può essere un ottimo strumento anche per contrastare la sindrome Nimby (“Not in my back yard”), ossia la fobia di avere infrastrutture nel proprio territorio di riferimento. Attraverso queste simulazioni e il confronto con i cittadini, è possibile spiegare i benefici a lungo termine per la collettività e perché è necessario creare una specifica opera in un certo luogo.
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Toti, la sostenibilità non a scapito della progettazione
«Quest’estate è una stagione chiave per le decisioni che la politica dovrà prendere per i prossimi anni, ed è stato un piacere poterne parlare con il ministro Salvini: questo governo sta portando aventi il concetto che in Italia le infrastrutture vanno fatte, cosa che non sempre è stata così scontata. Su questo tema c’è una battaglia politica che vede l’intreccio di temi come ideologia, la sindrome Nimby e benaltrismo e velleitarietà, tutti atteggiamenti che si scontrano con gli interessi del nostro Paese. Il governo ha inoltre messo in campo misure molto utili per dare una scossa agli investimenti e aiutare il lavoro di chi fa il pubblico amministratore, ad esempio con la semplificazione del codice degli appalti e il cambiamento di certificazione del consiglio superiore dei lavori pubblici», ha dichiarato Toti nel suo intervento.
Il governatore della Liguria ha voluto concentrarsi sul presente, facendo presente che è bene pensare ai piani a lungo termine, ma bisogna anche occuparsi dell’adesso per arrivare a quel traguardo. Le infrastrutture delle Liguria dovrebbero essere guardate dall’intero Paese perché l’efficienza dei porti e della logistica sono fondamentali per l’approvvigionamento merci dall’estero e per diffondere il made in Italy nel mondo.
«Le progettualità, molte di queste finanziate o cofinanziate con fondi Pnrr, rimandano ai due asset strategici per la Liguria, ovvero il sistema dei porti e la logistica, fondamentali per lo sviluppo economico, industriale e sociale del territorio, data anche la specifica collocazione geografica della nostra Regione», ha concluso il Presidente Toti.
Infrastrutture e PNRR, il resoconto Salvini
«Dal mio Ministero passano circa 40 miliardi di euro del PNRR, ma per me rimane fondamentale capire come e quanto spendere di questi finanziamenti e in quali infrastrutture, perché solo una parte è a fondo perduto. Dobbiamo valutare in quali opere indebiteremo le generazioni future e se ne varrà la pena», ha dichiarato Salvini.
Il Ministro rivendica l’alleggerimento e la semplificazione del codice degli appalti e dichiara che è necessario un nuovo piano casa, che manca da troppo tempo. Parlando di case popolari, è fondamentale superare il modello degli anni ’70 con dei veri e propri ghetti creati in periferia, senza servizi e senza verde, con quartieri che diventano vere e proprie terre di nessuno.
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Altri interventi prioritari, oltre alle infrastrutture della viabilità per collegare il Mezzogiorno con il resto del Paese, segnalato anche il sistema idrico nazionale, che in diverse regioni ha un’efficienza inferiore al 60% (4 litri d’acqua su 10 vanno persi durante il trasporto).
«Prevenire è meglio che curare. Da Ministro, mi impegno ad ascoltare tutti ma poi voglio prendere la responsabilità di decidere e fare le cose».
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