In un’epoca in cui la fiducia nelle istituzioni democratiche è messa alla prova, è fondamentale che ogni aspetto delle nostre procedure democratiche sia inattaccabile. Purtroppo, come la recente vicenda della raccolta firme sul salario minimo ci dimostra, non è sempre il caso.
La raccolta di firme ha sempre avuto un ruolo fondamentale nel sostenere petizioni e iniziative, permettendo ai cittadini di esprimere il loro sostegno o dissenso su varie questioni.
Quando la “segretariə” Elly Schlein, ha annunciato con orgoglio il raggiungimento di 300mila firme per il salario minimo a Castiglione del Lago, il pubblico ha accolto la notizia con entusiasmo. Tuttavia, la rivelazione che molte di queste firme erano false ha gettato una pesante ombra sul suo annuncio.
La presenza di firme presumibilmente false, come quelle dell’Ape Maia, Stalin e Sbirulino, pone seri interrogativi sulla validità del sistema di raccolta di firme messo in campo. Conteggiare firme così ovviamente di fantasia, non solo mina la fiducia nelle iniziative sui territori, ma anche nella democrazia partecipativa stessa.
Straordinario successo della raccolta firme senza SPID, firmano l’Ape Maia, Stalin e Sbirulino. Spongebob non pervenuto.
L’importanza di avere procedure rigorose e trasparenti per la raccolta di firme non può essere sottolineata abbastanza. Se i cittadini non possono fidarsi della veridicità delle firme raccolte, come possono fidarsi che le loro voci saranno ascoltate e prese sul serio?
Effetto boomerang su un tema che merita rispetto
Questo episodio dovrebbe servire da monito per tutte le organizzazioni e partiti politici. La fiducia è una merce preziosa in democrazia, e una volta persa, è difficile da recuperare. La necessità di procedure rigorose, trasparenti e verificabili non è mai stata così evidente.
La speranza è che questa incresciosa situazione porti ad una riflessione profonda e a miglioramenti concreti. La democrazia richiede costante vigilanza e impegno da parte di tutti, e non può permettersi di essere compromessa da negligenza o peggio.