Secondo alcune indiscrezioni raccolte da Bloomberg, Insider e dalla CNBC, presto Amazon comincerà ad applicare nuove commissioni aggiuntive per i venditori che non utilizzano il servizio di evasione degli ordini interno. A partire dal 1° ottobre, stando ai documenti visionati finora, Amazon riceverà una percentuale del 2% su ogni prodotto venduto dai commercianti che aderiscono al programma Seller Fulfilled Prime (o un minimo di 0,25$ ad articolo).
Questo programma, lanciato nel 2015, permette ai commercianti di far parte della selezione Prime, con il bollino negli annunci dei prodotti, senza utilizzare il servizio di adempimento Fulfillment by Amazon. È però richiesto a chi aderisce di rispettare l’evasione degli ordini con consegna entro 24 o un massimo di 48 ore senza costi aggiuntivi per i clienti Prime. In questo modo i commercianti sono allineati alle condizioni promesse in cambio della sottoscrizione dell’abbonamento a Prime.
In passato Amazon aveva sospeso il programma Seller Fulfilled Prime perché troppi commercianti non riuscivano a rispettare le condizioni del programma, causando insoddisfazione nei clienti che spesso non potevano cogliere la differenza tra i prodotti gestiti dalla multinazionale o da singoli negozi.
La garanzia di ricevere le consegne entro un massimo di due giorni è sempre più un discrimine per scegliere da chi comprare, anche su Amazon
Due mesi fa, l’azienda di e-commerce ha dichiarato che avrebbe riaperto le iscrizioni, ma bisognerà vedere quanti commercianti accetteranno di iscriversi con questi nuovi costi, oltre a doversi far carico delle spedizioni e al 15% che già pagano per poter cedere prodotti sulla piattaforma. Secondo Amazon, la nuova commissione dovrebbe servire a coprire i costi di gestione di una infrastruttura separata, ma dai venditori sembra una norma vessatoria per fare pressione e indurre sempre più negozi a rinunciare all’autogestione delle vendite affidandosi al programma Fulfillment by Amazon.
Novità anche per il programma Amazon Shipping
Dagli Stati Uniti sono in arrivo anche alcune modifiche al servizio per rilanciare anche la gestione interna delle consegne, il programma Amazon Shipping. Il servizio negli USA è nato nel 2018, ma il suo sviluppo ha subito grandi rallentamenti a causa della pandemia. Al momento, lo scorso anno, è stato reso disponibili a regioni “Usa contigue” (ovvero solo nel blocco di stati che confina a nord con il Canada e a sud con il Messico) e solo per consegne domestiche. Al contempo, Amazon Shipping è disponibile anche per alcuni paesi europei (tra cui Italia, Francia e Spagna), Regno Unito e India.
Una fonte anonima ha comunicato a Insider che sarà possibile prenotare le consegne anche per prodotti acquistati su altre piattaforme
La novità sarà disponibile per i rivenditori, che potranno ottimizzare le consegne da tutti i propri canali digitali di vendita. Questa proposta, unita probabilmente a un ritocco al ribasso dei prezzi, è la carta che Amazon intende mettere in campo per entrare in una competizione ancora già forte con corrieri come Ups o Fedex.
Resta vedere quale sarà il giudizio dell’antitrust americano, oltre che delle autorità europee, su queste iniziative. Amazon già da tempo ha problemi in merito, accusato di occupare una posizione troppo vicina al monopolio tra i canali di vendita digitali.
Il problema, sempre secondo indiscrezioni raccolte da Bloomberg, sarebbe all’attenzione della Federal Trade Commission, l’organismo antitrust Usa. Nelle ultime settimane l’authority aveva già avviato una procedura per valutare sanzioni contro Amazon proprio per cattive pratiche relative a Prime. Sempre più utenti infatti hanno denunciato di essersi trovati iscritti al programma senza aver dato il proprio consenso. La piattaforma inoltre renderebbe molto difficile riuscire a completare la cancellazione dal programma.
Ti potrebbe interessare anche:
Siccità, il Canale di Panama senz’acqua blocca i traffici navali