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“Minacciava e molestava tutti. Vorrei vedere voi, se aveste dovuto sopportare tutto questo per anni”.
Sono queste le parole di uno dei vicini di casa di Alessio Grana, il 35enne accoltellato a morte la sera del 19 agosto a Santa Margherita Ligure.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Grana era piombato nella casa del vicino Sergio Frisinghelli con fare minaccioso. Tra i due sarebbe scattata una lite che avrebbe portato il 58enne a impugnare il coltello e ad attaccare il giovane. Grana avrebbe poi cercato di andarsene ma si sarebbe accasciato a terra nell’androne del condominio dove vivono quattro famiglie.
Frisinghelli – impegnato come volontario presso la protezione civile – è quindi stato arrestato con l’accusa di omicidio. Ora è difeso dall’avvocato Claudio Zadra che valuta la possibilità di appellarsi alla legittima difesa o all’eccesso colposo di legittima difesa.
Grana stava al secondo e ultimo piano della palazzina in via Costamezzana 15, in convenzione con il Comune di Santa Margherita Ligure. Viveva da solo e aveva trasformato l’appartamento in una sorta di palestra dove i mobili erano ammaccati dai pugni che sferrava. A suo carico c’erano diverse denunce e condanne relative a reati commessi tra il 2008 e il 2009 che lo avevano portato a perdere la patria potestà del figlio.
Al 35enne era stato assegnato l’immobile una decina di anni fa dai servizi sociali e da allora non sono mai mancate lamentele e liti condominiali. “Faceva rumore anche di notte con la musica ad altissimo volume” rivela un altro vicino di casa. Diverse, quindi, erano già state le segnalazioni da parte dei vicini di casa; nessuno tuttavia si era mai azzardato a denunciarlo, probabilmente per paura di ripercussioni.
Ieri mattina è stata contattata una cooperativa per ripulire le tracce ematiche nell’androne del condominio: delle tre persone incaricate della pulizia Anna, 69enne, è stata l’unica a rimanere sulla scena della tragedia per portare a termine il suo lavoro.
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