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Elezioni in Ecuador, si va al ballottaggio tra violenza locale e malfunzionamenti all’estero

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Le elezioni presidenziali e legislative in Ecuador si chiudono con un nulla di fatto, tutto rimandato al ballottaggio, che si svolgerà probabilmente in ottobre.

La candidata di sinistra del partito Movimiento Revolución Ciudadanacon, Luisa González, ha vinto il primo turno con circa il 33% dei voti. Poiché la legislazione ecuadoriana prevede che per una vittoria diretta un candidato debba superare il 50% dei voti, González sfiderà l’imprenditore Daniel Noboa Azin.

Terzo Christian Zurita, il giornalista anticorruzione collega di Fernando Villavicencio, di cui ha preso il posto in corsa elettorale dopo che quest’ultimo è stato assisano durante a un comizio. Zurita ha raccolto solo il 16% dei voti, pagando probabilmente l’impossibilità a farsi conoscere meglio dagli elettori. La sua discesa in campo tragica e molto a ridosso della data elettorale (Villavicencio è stato ucciso il 10 agosto) non gli ha permesso di partecipare ai dibattiti finali della campagna.

Luisa González, la continuità con il passato

Era abbastanza prevedibile il risultato di Luisa González, che è rimasta in testa nei sondaggi per tutta la campagna e fa parte del movimento legato a Rafael Correa. Correa ha ricoperto la carica di presidente dell’Ecuador dal 2007 al 2017 e che rimane molto amato nel paese grazie alle sue politiche di solidarietà sociale e la sua lotta contro le diseguaglianze nel paese. La figura di Correa tuttavia costituisce un’eredità pesante, dato che ha subito una condanna a otto anni per corruzione nel 2020 e che da allora vive in esilio in Belgio.

Non sorprende dunque che González abbia dedicato molta della sua campagna a smarcarsi dai dubbi intorno alla sua persona. 45 anni e poco conosciuta sulla scena politica, molti osservatori hanno dato per scontato che possa prestarsi come pedina nelle mani di Correa per prepararne il ritorno in patria. González si è detta sì l’erede politica dell’ex presidente, ma ha rivendicato la sua posizione indipendente di pensiero e ha dichiarato in più occasioni che in caso di vittoria non gli avrebbe concesso l’indulto.

Lo sfidante inatteso: Daniel Noboa Azin

Noboa Azin è la sorpresa di questa tornata elettorale: multimilionario attivo nel settore della coltivazione delle banane, si è candidato con posizioni più centriste ottenendo il 24% dei voti. Di dieci anni più giovane della sua avversaria, raccoglie le speranze del padre, Álvaro Noboa, che ha tentato la corsa alla presidenza per ben cinque volte senza però mai vincere. Ironia della sorte, arrivò al ballottaggio solo nel 2006, perdendo proprio contro Correa. Noboa Azin si definisce un candidato di centrosinistra, tuttavia le sua posizioni lo rendono più centrista, soprattutto nelle sue proposte sull’economia e sul libero mercato. Secondo gli analisti avrebbe fatto buona impressione in particolare nel dibattito della scorsa settimana.

Elezioni in Ecuador in un clima di violenza e di pericolo

L’omicidio di Fernando Villavicencio costituisce l’apice di un’ondata di terrore che ha colpito il paese negli ultimi mesi. Secondo il presidente uscente, Guillermo Lasso, si trama di una vera e propria sfida allo stato di diritto della criminalità organizzata e del narcotraffico con lo scopo di sabotare il voto.

Le indagini dovranno accertare se la scelta di attaccare Villavivencio sia dovuta ai suoi articoli giornalistici. Nell’ultimo periodo aveva pubblicato una serie di interviste in cui accusava anche lo Stato di non agire a sufficienza contro i gruppi criminali, in particolare uno noto come “Choneros”, tra i più potenti narcotrafficanti dell’Ecuador. Villavivencio aveva dichiarato di essere a rischio per continuare a nominare questa banda, ma di non voler fare passi indietro per questo. La lotta contro la violenza e il potere delle bande che lavorano per i cartelli messicani della droga sarà sicuramente uno dei grandi impegni ad attendere chi uscirà vincente dal ballottaggio di ottobre.

Voto dall’estero, malfunzionamenti alla piattaforma digitale

Intanto le comunità ecuadoriane di tutta Europa hanno protestato a causa dei problemi riscontrati con il voto telematico per i residenti all’estero. I malfunzionamenti sono avvenuti anche a Genova, la singola città italiana con il più alto numero residenti cittadini dell’Ecuador (11.243 persone, stando al censimento del 2022).

I problemi tecnici sono stati riscontrati al portale web Registro, creato per consentire ai residenti all’estero di esprimere le proprie preferenze. In molti però non sono riusciti a votare, né chi ha provato in autonomia, né quanti si sono recati ai punti di ritrovo allestiti nei quartieri con maggiore presenza della comunità per aiutare chi non ha molta dimestichezza con la tecnologia.

La comunità genovese sta pensando a una manifestazione di protesta, per chiedere almeno che i problemi siano risolti in vista del ballottaggio o che si studi una suppletiva per far votare i cittadini residenti all’estero.

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