Sale a un centinaio il numero delle vittime accertate nei terribili incendi che hanno devastato negli ultimi giorni l’isola di Maui (Hawaii). Il conteggio della contea però è probabilmente destinato a salire, visto che finora solo un 3% dell’area coinvolta dalle fiamme è stato perlustrato finora e ci sono ancora circa mille dispersi sull’isola.
Le autorità stanno continuando le ricerche con i cani da soccorso e i droni, tuttavia la situazione dell’isola non permette un progresso rapido. Inoltre le condizioni dei corpi trovati finora rendono molto difficili le identificazioni, tanto che il capo della polizia di Maui ha invitato formalmente la popolazione a sottoporsi a un test del DNA per facilitare il riconoscimento. Finora solo due delle 96 vittime sono state identificate ufficialmente.
Polemiche per i mancati allarmi
La vastità dei terreni andati in fiamme e il numero di vittime rende questo incendio il più letale degli Stati Uniti dal 1918, quando morirono 453 persone tra Minnesota e Wisconsin. Nel frattempo sta montando la rabbia della popolazione e le polemiche per la cattiva gestione dell’emergenza da parte delle autorità.
L’attenzione si concentra sulla mancata attivazione del sistema di allarme, con quattrocento sirene sparse sulle diverse isole (80 a Maui) che però non hanno suonato mentre le fiamme incendiavano le campagne e le cittadine dell’isola. Nemmeno gli SMS di allerta hanno funzionato, perché con il propagarsi dell’incendio la copertura telefonica è saltata. Molte persone hanno testimoniato di aver saputo del fuoco da altri cittadini in fuga o semplicemente perché anche lo hanno visto colpire il loro giardino.
Fino a un anno fa alle Hawaii il rischio di roghi come questo era classificato come “basso”. Secondo gli esperti, tuttavia, la siccità e le forte raffiche di vento degli uragani hanno creato la tempesta perfetta, anche a causa dei molteplici focolai che si sono generati sull’isola.
Il governatore dello stato delle Hawaii, Josh Green, ha difeso la risposta delle autorità all’emergenza
Facendo eco agli esperti di incendi boschivi, il governatore Green ha detto venerdì che crede che una confluenza di condizioni meteorologiche abbia contribuito all’accensione e alla diffusione delle fiamme.
I potenti venti che alimentano le fiamme sono stati generati dall’uragano Dora, una tempesta che si stava muovendo attraverso l’Oceano Pacifico centinaia di miglia a sud delle isole hawaiane, secondo il National Weather Service. L’uragano, classificato mercoledì mattina come categoria 4 dal Central Pacific Hurricane Center, ha contribuito a forti raffiche di vento che hanno raggiunto quasi i cento chilometri orari e che hanno attraversato Maui, abbattendo le linee elettriche e danneggiando le case.
Gli occhi sono puntati anche sulla compagnia elettrica locale, che si occupa del 95% della corrente di tutte le Hawaii e che secondo indiscrezioni non ha apportato misure di sicurezza aggiuntive per prevenire il rischio d’incendi prima della tempesta. Il Washington post ha pubblicato un rapporto che rileva che non sarebbe stata interrotta l’elettricità nelle aree in cui erano previsti forti venti. Il danneggiamento dei cavi elettrici potrebbe essere una delle cause degli incendi.
Nel frattempo è arrivato un proclama di emergenza che autorizza il dispiegamento di truppe della Guardia Nazionale e ha esteso lo stato di emergenza. Il presidente Biden ha riconosciuto giovedì lo stato di disastro federale.
Incendi alle Hawaii, si contano i danni
Per ora la stima di danni economici si attesta intorno a 5 miliardi e mezzo di dollari. Uno dei centri più colpiti è Lahaina, una cittadina di oltre 12 mila abitanti, dove quasi 3000 edifici sono andati distrutti.
Tuttavia per ora non si ha una stima aggiornata dei danni al delicato ecosistema delle Hawaii. Nell’arcipelago si contano più di 400 specie minacciate o a rischio di estinzione. Bisognerà capire quanto incideranno gli incendi sulla protezione della flora e della fauna locale. Anche il più grande albero di banyan tree degli Usa (uno dei più grandi del mondo) ha subito gravi danni nell’incendio a Lahaina: una pianta magnifica che raggiunge i 18 metri di altezza e che, con i suoi 16 tronchi, copre un’area di oltre 2000 metri quadri di superficie.
In attesa di capire se il Presidente Biden si recherà sul posto, diverse celebrità si sono attivate per soccorrere la popolazione, tra cui Oprah Winfrey. Il consolato generale italiano a San Francisco intanto ha attivato un punto di assistenza all’aeroporto internazionale di Maui per i 60 compatrioti presenti sull’isola.
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