Circolare sul nuovo vaccino anti-Covid: ecco per chi è raccomandato

Circolare sul nuovo vaccino anti-Covid: ecco per chi è raccomandato

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Per l’autunno il Ministero della Salute prevede di avviare una campagna nazionale per un nuovo vaccino anti-Covid con l’utilizzo di una nuova formulazione di vaccini a mRNA e proteici. Il vaccino diventerà disponibile in concomitanza con la campagna antinfluenzale per la stagione 2023/24, a partire da ottobre.

L’obiettivo di questa campagna è prevenire la mortalità, le ospedalizzazioni e le forme gravi di Covid-19 nelle persone anziane e/o con elevata fragilità, oltre a proteggere le donne in gravidanza e gli operatori sanitari. A chi rientra in queste categorie, si raccomanda una dose gratuita di richiamo a valenza 12 mesi con la nuova formulazione di vaccino aggiornato.

«In queste ore stiamo definendo, con il contributo di Istituzioni, Società Scientifiche, Nitag, Coordinamento delle Regioni per la prevenzione, la nuova circolare per la campagna autunnale anti-Covid. Cercheremo di essere chiari e semplici ed avvieremo poi un dialogo diretto con i cittadini attraverso i media», scrive il direttore per la prevenzione del Ministero della Salute Francesco Vaia in un post su Facebook.

I nuovi vaccini anti-Covid a mRna e proteici

Prima dell’avvio della nuova campagna vaccinale però deve ancora arrivare l’approvazione di EMA e AIFA alla nuova formulazione di vaccini a mRNA e proteici. L’ok è previsto entro fine estate/inizio autunno, in modo da poter rendere disponibili le prime dosi a partire dal mese di ottobre.

Per ricevere il nuovo vaccino anti-Covid dovranno essere passati almeno 3 mesi dall’ultimo evento legato a questa malattia, a prescindere che si tratti di diagnosi di infezione o dell’ultima dose ricevuta. È previsto, inoltre, che si possano usare i nuovi vaccini aggiornati anche per il ciclo primario. Fatte salve eventuali specifiche indicazioni d’uso, sarà possibile la co-somministrazione dei nuovi vaccini aggiornati con altri vaccini (con particolare riferimento al vaccino antinfluenzale).

Tra le persone per cui si raccomanda il richiamo con il nuovo vaccino anti-Covid vi sono:

  • Persone di età pari o superiore a 60 anni;
  • Ospiti delle strutture per lungodegenti;
  • Donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo “postpartum”comprese le donne in allattamento;
  • Operatori sanitari e sociosanitari addetti all’assistenza negli ospedali, nel territorio e nellestrutture di lungodegenza; studenti di medicina, delle professioni sanitarie che effettuanotirocini in strutture assistenziali e tutto il personale sanitario e sociosanitario in formazione;

In più, il nuovo vaccino anti-Covid è consigliato anche alle persone dai 6 mesi ai 59 anni di età compresi, con elevata fragilità, in quanto affette da patologie o con condizioni che aumentano il rischio di contagio grave, quali:

  • Malattie dell’apparato cardio-circolatorio (esclusa ipertensione arteriosa isolata),comprese le cardiopatie congenite e acquisite, le malattie coronariche, lo scompensocardiaco e i pazienti post-shock cardiogeno;
  • Malattie cerebrovascolari;
  • Diabete/altre endocrinopatie severe quali diabete di tipo 1, diabete di tipo 2, morbo diAddison, panipopituitarismo;
  • Trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro 2 anni dal trapianto o in terapiaimmunosoppressiva per malattia del trapianto contro l’ospite cronica);
  • Attesa di trapianto d’organo;
  • Terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico (cellule CART);
  • Immunodeficienze primitive (es. sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile etc.);
  • Immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (es: terapia corticosteroidea ad alto dosaggio, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici con rilevante impatto sulla funzionalità del sistema immunitario etc.);
  • Asplenia anatomica o funzionale Pregressa splenectomia o soggetti con indicazione alla splenectomia in elezione;
  • Malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio, inclusa l’asma grave, la displasiabroncopolmonare, la fibrosi cistica, la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO, la fibrosipolmonare idiopatica, l’ipertensione polmonare, l’embolia polmonare e le malattierespiratorie che necessitino di ossigenoterapia;
  • Malattie neurologiche quali sclerosi laterale amiotrofica e altre malattie delmotoneurone, sclerosi multipla, distrofia muscolare, paralisi cerebrali infantili,miastenia gravis, altre malattie neuromuscolari, patologie neurologiche disimmuni emalattie neurodegerative;
  • Obesità (BMI >30);
  • Dialisi o insufficienza renale cronica;
  • Malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie, quali talassemia major, anemiaa cellule falciformi e altre anemie croniche gravi;
  • Patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi, in attesa di trattamento o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure;
  • Trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva;
  • Infezione da HIV con sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), o con conta dei linfociti T CD4+ minore di 200 cellule/μl o sulla base di giudizio clinico;
  • Malattie infiammatorie croniche e sindromi da mal assorbimento intestinali;
  • Sindrome di Down;
  • Cirrosi epatica o epatopatia cronica grave;
  • Disabili gravi ai sensi della legge 104/1992 art. 3 comma 3.

Il nuovo vaccino anti-Covid inoltre viene consigliata a familiari e conviventi di persone con gravi fragilità

Per le persone con marcata compromissione del sistema immunitario o con gravissime fragilità, potrebbe essere necessaria, dopo valutazione medica, un’ulteriore dose di richiamo o una anticipazione dell’intervallo dall’ultima dose.

«In fase di avvio della campagna», si legge nella circolare, «nell’eventualità di una disponibilità di dosi insufficiente a garantire un’immediata adeguata copertura, la vaccinazione, pur rimanendo raccomandata per tutti i gruppi di persone indicate, sarà prioritariamente somministrata alle persone di età pari o superiore a 80 anni, agli ospiti delle strutture per lungodegenti, alle persone con elevata fragilità, con particolare riferimento ai soggetti con marcata compromissione del sistema immunitario, agli operatori sanitari addetti all’assistenza negli ospedali e nelle strutture di lungodegenza».

Covid-19, stop all’isolamento per i soggetti positivi

Cambiano di nuovo anche le regole per chi riceve una diagnosi di positività al Covid-19. Dal 7 agosto, infatti, il Consiglio dei Ministri ha decretato che le persone risultate positive al Coronavirus non saranno più sottoposte alla misura dell’isolamento. Rimane però consigliato a chi presenta sintomi di rimanere a casa. Di conseguenza, Francesco Vaia l’11 agosto ha firmato una circolare per fornire indicazioni più dettagliate a riguardo.

Non si applica più il distanziamento dai contatti stretti, che a loro volta non sono coinvolti da misure di quarantena di sorta. Lo stop alla misura più “dura”, ossia l’isolamento, non deve però far decadere le precauzioni sempre valide per prevenire la trasmissione del Covid-19 e in generale delle infezioni respiratorie.

Raccomandazioni per i positivi: restare a casa se sintomatici

In particolare, la circolare consiglia di rimanere a casa se si presentano sintomi, finché essi non sono scomparsi. Se si entra in contatto con altre persone, è sempre buona regola indossare una mascherina chirurgica o FFP2. Si sconsiglia di stare vicino a persone fragili, immunodepresse o in stato di gravidanza, così come di evitare la frequentazione di ospedali e RSA.

«Questa raccomandazione assume particolare rilievo per tutti gli operatori addetti all’assistenza sanitaria e socio-sanitaria, che devono quindi evitare il contatto con pazienti a rischio. Inoltre vanno informate le persone con cui si è stati in contatto nei giorni immediatamente precedenti alla diagnosi, se anziane, fragili o immunodepresse».

Se i sintomi non si risolvono dopo 3 giorni o se le condizioni cliniche peggiorano, è necessario contattare il proprio medico curante.

Covid-19: la situazione in Italia

Anche se non si parla più molto dei contagi nel nostro Paese, ormai che le ondate vere e proprie sono passate, può far strano sentir parlare ancora del nuovo vaccino anti-Covid e di misure di distanziamento.

Tuttavia, questa circolare è arrivata poco dopo la pubblicazione del bollettino dello stesso Ministero della Salute che ha reso noto l’aumento, dei casi e delle vittime di Covid in Italia. Si tratta della terza settimana consecutiva. Secondo i dati della Sorveglianza Integrata Covid-19 dell’Iss, l’incidenza è passata da 8 casi per 100mila abitanti (settimana dal 24 al 30 luglio) a 10 (dal 31 luglio al 6 agosto).

A livello mondiale, l’OMS certifica negli ultimi 28 giorni si registrato un milione e mezzo di casi in più (+80%) e 2.500 decessi (-58%). La variante a cui si possono imputare più contagi è la EG.5, o Variante Eris, che dal 9 agosto è già stata segnalata in 48 Paesi. Tuttavia, stando all’OMS, «sulla base delle prove disponibili, il rischio per la salute pubblica è valutato come basso e in linea con il rischio associato alle varianti XBB.1.16 e XBB.1.5».

Epidemiologi: no a messaggi troppo rassicuranti

«L’assenza di dati circa l’efficacia effettiva negli ultimi mesi dell’obbligo in vigore», segnalano gli esperti di Aie (associazione italiana epidemiologi), «non ci permette alcuna valutazione obiettiva, per cui si riaccende la discussione sui favorevoli ed i contrari, senza che venga fornito alcun dato oggettivo e la popolazione generale non ha elementi per comprendere e aderire consapevolmente alle nuove disposizioni».

La paura di Aie è che le comunicazioni ministeriali, parlando di “abolizioni”, possa invitare a un rilassamento eccessivo. «La pandemia è finita, ma l’epidemia continua e continuano i contagi, i ricoveri, i decessi. È quindi indispensabile dare delle chiare indicazioni su come ciascuno debba comportarsi nel caso risulti contagiato. Nel momento in cui il numero di infezioni (e anche di ricoveri) sta aumentando è importante rinforzare l’invito a comportamenti che evitino di incrementare la diffusione e non mandare messaggi troppo rassicuranti perché nessuno ha il diritto di mettere in pericolo l’altrui salute».

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