Mattarella in Romagna Ponte Morandi: il peso della storia. Mattarella e Piacente sul rischio prescrizione
Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana uscente

Ponte Morandi: il peso della storia. Mattarella e il PM Piacente sul rischio prescrizione

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Sono passati 5 anni dal crollo di Ponte Morandi. Mentre è ancora in corso la cerimonia commemorativa sotto il nuovo viadotto che taglia la Val Polcevera, il peso delle parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è fatto sentire nella dichiarazione rilasciata questa mattina.

«Il crollo del Ponte Morandi a Genova ha rappresentato un drammatico appello alle responsabilità di quanti sono incaricati di attendere ad un pubblico servizio, sia di coloro che provvedono, sul terreno, alla erogazione agli utenti, sia di chi deve provvedere alla verifica delle indispensabili condizioni di sicurezza.

Nel quinto anniversario del crollo, con il suo tragico bilancio di vite umane annientate, con la profonda ferita inferta alla Città di Genova e alle coscienze di tutti gli italiani, la Repubblica rinnova e rafforza i sentimenti di vicinanza e solidarietà ai familiari delle vittime e a quanti hanno visto sconvolgere la propria esistenza da una catastrofe tanto grave quanto inaccettabile.

Una vicenda che interpella la coscienza di tutto il Paese, nel rapporto con l’imponente patrimonio di infrastrutture realizzato nel dopoguerra e che ha accompagnato la modernizzazione dell’Italia. Un patrimonio la cui manutenzione e miglioramento sono responsabilità indeclinabili. La garanzia di mobilità in sicurezza è un ineludibile diritto dei cittadini».

Il capo dello Stato ha voluto porre l’accento anche sul rischio che alcuni dei reati contestati nel processo ai responsabili del crollo, come l’omicidio colposo, cadano in prescrizione. Già da alcuni mesi infatti il PM Walter Cotugno ha evidenziato che la calendarizzazione delle audizioni, che dovrebbe durare fino alla fine del 2025.

«Il trascorrere del tempo non attenua il peso delle responsabilità per quanto accaduto. Ed è responsabilità fare giustizia, completando l’iter processuale, con l’accertamento definitivo delle circostanze, delle colpe, delle disfunzioni, delle omissioni», ha dichiarato Mattarella.

E a queste parole ha risposto a stretto giro il procuratore capo di Genova, Nicola Piacente, a margine della commemorazione nella Radura della Memoria.

«Talvolta le indagini di carattere procedurale possono portare all’estinzione dei reati per prescrizione», ha detto il pubblico Ministero. «Ci sono però vicende che nella memoria rimarranno. Il giudizio della storia è inevitabile, a quello non ci si può sottrarre. Il monito del Presidente Sergio Mattarella è da prendere in serissima considerazione nell’ambito di questa cornice costituzionale che inevitabilmente comporterà dei tempi che ritengo possano estendersi ragionevolmente entro la fine del 2024, per avere la sentenza o quantomeno la requisitoria del pm. Bisogna essere chiari e leali, ci sono le ipotesi più datate di omissione di atti d’ufficio e dei falsi che sicuramente andranno in prescrizione da ottobre 2023. Ma gli imputati possono anche rinunciare alla prescrizione e optare per un accertamento giudiziario».

Piacente ha ricordato anche che secondo i principi della Costituzione ogni imputato gode della presunzione di non colpevolezza fino al giudizio definitivo e alla decorrenza della prescrizione, a prescindere dai reati contestati.

Mattarella, lo sguardo anche al futuro. Ponte San Giorgio simbolo dell’Italia che sa unirsi davanti alle avversità

«Con il sostegno del Paese intero, Genova ha saputo mettere in campo una grande reazione civile, che è divenuta forza ricostruttiva. Il nuovo Ponte San Giorgio ha saputo essere un simbolo di ripartenza e di efficace collaborazione tra istituzioni ed espressioni della società. Un risultato importante che dimostra ancora una volta come l’Italia sappia affrontare le sfide più difficili dando il meglio di sé nell’unità», con queste parole si chiude la nota del Presidente della Repubblica.

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