La sconfitta di mercoledì scorso della nazionale italiana di calcio femminile di mister Milena Bertolini continua a far discutere. Dopo aver ricevuto pesanti insulti e accuse per il 3-2 subito dal Sudafrica e per la conseguente eliminazione dai Mondiali in Australia e Nuova Zelanda, il ct Milena Bertolini ha presentato le dimissioni nella calda giornata di domenica 6 agosto 2023. Smaltita l’euforia di chi, in pieno stile nostrano, è abituato a salire sul carro del vincitore nella buona sorte, rivendicando l’opinabile diritto di poter criticare senza aver minimamente voce in capitolo, è giusto domandarsi se l’allenatrice di Correggio sia stata davvero l’unica responsabile della sconfitta.
Per la folla inferocita, tronfia dopo aver richiesto a gran voce e ottenuto le dimissioni del tecnico, la risposta appare più che mai scontata. Peccato, però, che in un paese di allenatori e tuttologi sia davvero difficile trovare chi s’intende davvero di ciò di cui parla. Certo è, inoltre, che è spesso mancato il rispetto nei confronti di una professionista che, lo si voglia o no, ha sempre svolto il suo lavoro fino alla fine e in ogni condizione. È sempre facile prendersela con una sola persona per un problema ben più esteso di quanto si vuol far credere, accontentandosi di una testa che salta come se fosse la soluzione definitiva a tutti i problemi.
Un addio affidato ai social
Forse alcuni dei mali più grandi del calcio femminile e maschile in Italia, sono proprio la continua insubordinazione e l’influenza di chi dovrebbe limitarsi ad assistere ad una manifestazione sportiva. Perdere fa parte del gioco, così come ricevere critiche purché esse siano sempre costruttive e rispettose, tuttavia questo concetto sembra sempre più difficile da digerire, specialmente sui social. D’altronde, come disse una volta Churchill, “gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio“, attitudine più che mai attuale che sembra addirittura acuita nell’era di Facebook e Instagram.
Ad ogni modo, Milena Bertolini ha accompagnato le proprie dimissioni con un post che vale la pena leggere integralmente, senza ghirigori e abbellimenti, al fine di comprendere il senso e la profondità. “Troppo ingenua e scontata la ricerca di un capro espiatorio: non scordiamoci che quando si punta il dito verso qualcuno, le altre dita della nostra mano guardano verso di noi“, è solo un piccolo estratto di una lettera che, nella maniera più definitiva, dimostra come l’ex ct azzurro non sia l’unico responsabile della sconfitta.