Realizzato il primo intervento di Ross-PEARs in Italia. Complesso intervento di Norwood su un paziente inglese giudicato inoperabile in Gran Bretagna
L’Ospedale Gaslini di Genova ha annunciato di aver portato a termine due interventi cardiochirurgici di altissima complessità negli ultimi trenta giorni. A beneficiare della competenza del dottor Guido Michielon e della UOC Cardiochirurgia dell’IRCCS Giannina Gaslini sono stati due pazienti affetti da gravi malformazioni cardiache congenite.
L’intervento di Norwood
Il 17 luglio il dottor Michielon e la sua equipe hanno realizzato un importante intervento su un piccolo di 6 mesi proveniente dalla Gran Bretagna. Il bimbo, già sottoposto ad intervento palliativo di breve prospettiva in epoca neonatale a Londra, è affetto da cardiopatia congenita complessa e giudicato non operabile in Gran Bretagna. Le condizioni del piccolo secondo i medici britannici erano troppo complesse per intervenire chirurgicamente, così si era preferito inserirlo in lista d’attesa per ricevere un trapianto di cuore.
«Fondamentalmente si tratta di una forma molto complessa di sindrome del cuore sinistro ipoplasico con insufficienza valvolare. Per il piccolo ho eseguito due interventi combinati in un’unica procedura associata a plastica valvolare tricuspide, ad alta complessità: detto di “comprehensive stage 2 Norwood primo e secondo stadio combinato”. Una procedura che ho appreso durante il mio training negli USA», ha spiegato il dott. Michielon.
All’Ospedale Gaslini le tecniche chirurgiche più innovative
Il secondo intervento è stato eseguito il 26 luglio su un ragazzo di 23 anni con vizio congenito della valvola aortica, associato a dilatazione dell’aorta ascendente e della radice aortica. Si tratta del primo intervento chiamato “Ross-PEARs” praticato in Italia, che combina due procedure complesse. L’intervento di Ross, che consiste nell’autotrapianto della radice polmonare in sede aortica, si abbina al posizionamento di un supporto personalizzato esterno in polietilene. Tale supporto viene creato perfettamente su misura della morfologia anatomica dello specifico paziente, grazie alla ricostruzione 3D da angio-TAC della radice polmonare. Questo secondo processo è noto come intervento di PEARs (Personalised External Aortic Root support).
«Si tratta di un avanzamento dell’intervento di Ross, che da solo porterebbe a una progressiva dilatazione della valvola con necessità di nuovo intervento chirurgico», afferma Michielon. «La combinazione con il supporto esterno su misura permette invece di stabilizzare la radice polmonare, trapiantata in sede aortica, assicurando l’ottima funzione della nuova valvola nel tempo. Questa procedura consente di estendere le indicazioni dell’intervento di Ross anche al giovane adulto garantendo una qualità di vita eccellente e duratura, senza bisogno di farmaci anticoagulanti per tutta la vita».
La procedura Ross-PEARs rappresenta la frontiera della chirurgia della radice aortica a livello mondiale. Inoltre ha già dimostrato eccellenti risultati a 8 anni di follow-up, come presentato al recente congresso dell’American Association of Thoracic Surgery a Los Angeles a maggio 2023.
Entrambi i pazienti sono in ottime condizioni mentre proseguono la degenza.
Chi è il dottor Michielon, a capo della UOC cardiochirurgia dell’Ospedale Gaslini da settembre 2022
Guido Michielon è uno specialista riconosciuto quale riferimento nella comunità scientifica internazionale, con più di 3200 interventi chirurgici eseguiti a cuore aperto per tutte le più complesse patologie congenite e con importanti riconoscimenti per la sua attività clinica e di ricerca. Ha studiato a Padova, per poi completare la sua formazione clinica in cardiochirurgia negli Stati Uniti. Ha trascorso oltreoceano cinque anni lavorando nei più rinomati dipartimenti cardiaci del Paese (dalla Mayo Clinic al Boston Children’s Hospital, al Children’s Hospital di Philadelphia). Proprio a Philadelphia ha completato la sua formazione come chief resident con il professor Bill Norwood, inventore dell’intervento universalmente utilizzato per il trattamento stadiato della sindrome del cuore sinistro ipoplasico, procedura che porta appunto il suo nome.
In seguito è tornato in Italia presso l’Ospedale Bambino Gesù di Roma, dove ha operato fino al 2012. Dal 2012 al 2015 ha poi lavorato come chirurgo cardiotoracico pediatrico presso l’University Medical Center di Groningen, nei Paesi Bassi, dopodiché si è trasferito presso il Royal Bromton Hospital. Dove è stato responsabile del programma di cardiochirurgia neonatale in consorzio con l’Evelina Hospital di Londra. Ha ricoperto il ruolo di responsabile presso il Guy’s and St. Thomas della Cardiochirurgia pediatrica e neonatale e del programma per il trattamento del cuore sinistro ipoplasico, attualmente la frontiera più avanzata della cardiochirurgia neonatale.
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