Reddito di cittadinanza sospensione
Foto della Gazzetta del Sud

Sospensione del reddito di cittadinanza per 159mila famiglie, ancora polemiche in Parlamento

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Le opposizioni incalzano chiedendo di sospendere l’operazione almeno per il tempo necessario agli enti locali di organizzare delle misure alternative di sostegno. La CGIL invoca la proroga almeno fino a dicembre

Momenti di tensione ieri in Parlamento, durante il question time settimanale, a seguito di un intervento della Ministra del lavoro, Marina Calderone. Il tema è la sospensione del reddito cittadinanza, che continua a far discutere dopo che il 28 luglio migliaia di cittadini si sono visti comunicare con un sms che non avrebbero più ricevuto il sostegno economico.

Le critiche dell’opposizione riguardano tre punti principali:

  • le modalità di comunicazione, estemporanee e impersonali, che hanno portato in diverse città i percettori di reddito a prendere d’assalto gli sportelli INPS chiedendo spiegazioni;
  • l’avvio delle sospensioni senza aver coordinato con gli enti locali misure volte a ridurre l’impatto di questa decisione;
  • la narrazione avvallata da certe parti politiche al governo che descrive i percettori di reddito come “fannulloni da divano”, aizzando l’odio verso una frangia di popolazione effettivamente in difficoltà.

La Ministra Calderone tuttavia rifiuta le accuse e ribatte duramente durante il question time: «Questo governo impiega ogni ora del suo tempo per ridurre il disagio su cui qualcuno soffia per costruire dissenso. Ci sono 112 mila nuclei familiari che percepiscono il reddito di cittadinanza e che risultano attivabili sul Patto del Lavoro, dal primo settembre potranno usufruire delle misure di politiche attive per la formazione lavoro».

Secondo Fratelli d’Italia, le questioni sollevate dall’opposizione sarebbero solo una scusa per aizzare gli ex percettori del reddito contro il governo. La maggioranza, il problema dei servizi integrativi di sostegno alle famiglie che si trovano senza reddito non esisterebbe, perché le nuove misure previste in partenza a settembre andranno a tutelare l’intera platea coinvolta. Lo afferma anche la Ministra Calderone: «Non c’è incertezza normativa né abbandono dei nuclei familiari che lo percepivano né dei territori».

Tuttavia le opposizioni rimangono scettiche, come sindacati e associazioni che si occupano dei cittadini più fragili

La risposta di Giuseppe Conte, leader dei 5Stelle, non tarda a farsi sentire. L’ex Presidente del Consiglio, che nel 2019 aveva istituito questa misura, definire “uno scempio” la sospensione del reddito di cittadinanza. Ieri pomeriggio ha accusato il governo di voler spaccare con consapevolezza il Paese, lasciando soprattutto da soli gli operatori del sociale e gli enti locali a gestire un’emergenza pianificata. Nel suo intervento, però, Conte lancia anche un appello al Governo per ripristinare il reddito ai 159mila percettori sospesi: «Ripensateci, convocate un consiglio dei ministri, fermatevi, mandate un sms a tutte queste persone e chiedete scusa».

Anche per il PD è necessario fare un passo indietro, per dare tempo a Regioni e Comuni in modo da organizzarsi. «C’è un problema di tempi», afferma Maria Cecilia Guerra. «Tre mesi nel nulla per coloro che sono in grave disagio sociale e il governo invece ha definito occupabili ma non lo sono, la disperazione esplosa in questi giorni non è colpa dell’improvvido sms dell’Inps, ma del fatto che dal governo non c’è risposta». 

Sindacati delusi ma non coesi nelle richieste

La Cgil attacca l’assenza di risposte da parte della ministra Calderone, giudicata deludente, chiedendo che la sospensione del reddito di cittadinanza sia posticipata almeno a inizio 2024. Intanto la Uil chiede il ripristino del reddito, mentre la Cisl domanda «tanta responsabilità: Governo, Regioni e Comuni devono collaborare per assicurare una gestione adeguata di questa transizione».

Dall’associazione Libera arriva un monito a non lasciare persone fragili alla mercé della criminalità organizzata: «Cancellare il reddito di cittadinanza non solo lascia senza alternativa più di 600 mila persone, non solo viola l’obbligo della Costituzione richiamato dall’articolo 3, ma le espone al ricatto del welfare mafioso».

Sospensione del reddito di cittadinanza: la situazione in Liguria

I dati emersi negli ultimi giorni riportano che sono 4.000 le persone che non riceveranno più il reddito di cittadinanza, circa la metà sul territorio di Genova.

Gli enti locali al momento però sostengono la linea del governo: durante il consiglio comunale del capoluogo ligure, l’assessore ai servizi sociali Lorenza Rosso ha risposto all’interrogazione del consigliere PD D’Angelo in materia negando che ci siano situazioni di fragilità che non siano già seguite.

«Gli assegni del reddito di cittadinanza seguivano due strade: la prima gestita dai Servizi sociali e dedicata a chi non è in grado di trovare un’occupazione per motivi di disabilità o situazioni familiari di fragilità; per queste persone non è cambiato nulla, nessuno ha ricevuto l’sms e per il 2023 riceveranno il contributo. Le domande che riguardano le persone fragili possono continuare a essere presentate e vedranno l’erogazione del reddito anche per i mesi di settembre e ottobre. Questo è quello che prevede la normativa».

Secondo Rosso, i percettori di reddito occupabili che hanno perso il reddito riceveranno il contributo formazione al lavoro (per i più giovani un sostegno all’istruzione), mentre per l’anno prossimo si starebbe vagliando l’idea di un assegno unico di inclusione.

Preoccupate le opposizioni. D’Angelo ha poi commentato: «Non è pensabile che di fronte a migliaia di famiglie private di un sostegno economico fondamentale per la loro sussistenza quotidiana, la Giunta si volti dall’altra parte sperando che ad affrontare la questione siano dei servizi sociali già in grande sofferenza perché privi delle risorse necessarie anche a gestire l’ordinario. Più di duemila genovesi attendevano risposte in quest’aula – sottolinea il Capogruppo Simone D’Angelo – ma l’Assessore Rosso non è stata in grado di darne alcuna».

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