Presidente Toti: “Incremento rispetto al 2022 ma risorse ancora insufficienti”
Si è tenuta nella giornata di ieri a Roma la Conferenza delle Regioni per approvare il Fondo Sanitario nazionale 2023. Una risoluzione che non soddisfa del tutto il Presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, che ha dichiarato: «Alla Liguria spettano 3,4 miliardi di euro con un incremento rispetto al 2022 di circa 70 milioni. Riteniamo sia un primo positivo risultato non sufficiente però a coprire i maggiori costi anche dovuti alle spese energetiche. L’auspicio», continua Toti, «è che si possano implementare le risorse, come peraltro evidenziato anche dal Ministro della Salute Orazio Schillaci, per far fronte al fabbisogno di personale e agli oneri contrattuali, inflattivi ed energetici».
«Pur rimarcando la necessità di implementare il fondo nazionale e quindi anche la parte attribuita alla Liguria», afferma l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola, che ha presenziato alla Commissione Sanità delle Regioni. «Si riconosce alla nostra regione la peculiarità dei maggiori costi rispetto ad altre per un indice di vecchiaia molto elevato: in Liguria per ogni ragazzo under14 ci sono quasi tre over65. Per questa specifica voce è stata così riconosciuta una quota pari a 107 milioni di euro. In altre parole si è evidenziato che gli anziani, la parte più fragile della popolazione, sono maggiormente soggetti a malattie con un elevato costo di mantenimento. Siamo ora fiduciosi che il Governo possa trovare ulteriori risorse da impiegare per rendere più agevole la gestione del servizio sanitario regionale».
La Conferenza delle Regioni ha approvato anche il piano e il calendario vaccinale del prossimo biennio
Con l’approvazione del Piano sì è raggiunto un risultato importante in tema di vaccini, anche grazie allo stretto confronto e alla collaborazione delle Regioni con il Ministero della Salute e il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023-25 individua obiettivi che comportano benefici a lungo termine sulla salute pubblica. L’obiettivo principale è ridurre morbilità e mortalità, con conseguente riduzione complessiva delle spese sanitarie. Le spese per la prevenzione costituiscono infatti un investimento sulla salute con benefici futuri, in termini di malattia e sostenibilità del Servizio Sanitario.
Il nuovo Piano vaccinale prevede l’allargamento dell’offerta vaccinale e del numero di vaccini da somministrare per assicurare la copertura a tutti i soggetti a rischio, anche attraverso l’utilizzo di vaccini innovativi. Importante è riuscire ad armonizzare le strategie nazionali per garantire a tutti cittadini, indipendentemente dal luogo o dalla regione di residenza, i benefici derivanti dalla vaccinazione intesa come strumento di protezione individuale e collettiva.
Le Regioni hanno dato il via libera al nuovo Piano con le risorse disponibili secondo alla legislazione vigente, insieme alla richiesta di avviare un monitoraggio della spesa sulla congruità delle risorse a disposizione e per valutare la possibilità di reperire ulteriori risorse in caso di eventuali maggiori costi sostenuti dalle Regioni.
È stato chiesto anche che alla ripartizione del finanziamento di eventuali maggiori costi vaccinali devono accedere tutte le Regioni e le Province autonome, in deroga alle disposizioni legislative che stabiliscono per le Autonomie speciali il concorso regionale e provinciale al finanziamento sanitario corrente.
Il Calendario Nazionale Vaccinale è un documento distinto dal Piano, aggiornabile in base ai futuri scenari epidemiologici, che presenta l’offerta vaccinale attivamente e gratuitamente prevista per fascia d’età, contiene le vaccinazioni raccomandate a particolari soggetti a rischio (ad. esempio per condizione medica, per esposizione professionale).
Ti potrebbe interessare anche
A La Spezia si sperimenta la teleassistenza: 100 anziani monitorati h24 per un anno