Secondo il Report a cura del Ministero della Salute, la mortalità per le ondate di caldo è stata più bassa del previsto.
A Genova la mortalità dovuta alle ondate di caldo scende, ma rimane più alta rispetto alla media del Nord Ovest. Il Ministero della Salute ha pubblicato un report sulle prime tre settimane di luglio, indicando sia i livelli di rischio previsti dai sistemi di controllo nel periodo che i dati dei decessi dovuti al caldo nelle principali città italiane. Il report per ora si concentra sui cittadini di 65 anni o più. Dati sulla popolazione più giovane saranno pubblicati in seguito, essendo più complessi da raccogliere.
Nel periodo attenzionato, a Genova si osservano 342 decessi imputabili al caldo, contro i 360 attesi secondo le stime e facendo riferimento al periodo 2015-2018. La variazione del 5% è positiva, ma è bel lontana dal -11% che si è registrata tra morti osservati e attesi nel Nord Italia.
Osservando i dati registrati, si può vedere come il picco degli accessi al pronto soccorso di pazienti con 65 anni si è verificato nella prima parte di luglio, con una ripresa poi verso la terza settimana.
Alisa tuttavia contesta il sistema dei bollini, che non terrebbe conto delle temperature realmente percepite
Malgrado i dati positivi, Alisa si dichiara scettica in merito al sistema dei bollini utilizzato: quattro livelli di rischio differenti indicati da altrettanti colori, che però terrebbero conto solo delle temperature effettive e non di quelle percepite a causa di fattori come l’umidità.
«In alcuni giorni Genova è stata configurata con livello di allerta zero, ovvero con bollino verde, quando temperature percepite e umidità erano da arancione se non, addirittura, rosso. Così, per esempio, è accaduto il 20 luglio», sostiene Ernesto Palummeri, coordinatore del Centro di riferimento ligure per le ondate di calore. «Genova ha una situazione particolare, dettata dall’umidità e dalla scarsa differenza delle temperature fra giorno e notte».
In effetti basta scorre il rapporto per verificare che nelle tre settimane a Genova solo una giornata è stata indicata con un indice di rischio medio (2), quattordici invece sono le giornate a rischio basso (1). La prima settimana di luglio, in cui si sono registrati più decessi, risulta addirittura tutta a rischio nullo.
Il problema della maccaja
Secondo Palummeri, questo report non terrebbe conto dell’aumento delle temperature percepite a causa dell’umidità. Se nella notte non c’è spostamento d’aria, si registra una minima escursione termica tra giorno e notte, con gli effetti che si possono immagine. La situazione diventa anche pi pesante in quelle aree della città ad altissima cementificazione, dove il poco verde presente non riesce ad alleggerire le temperature percepite. Perciò, per quanto le temperature reali potrebbero registrare dati “normali” per la stagione estiva, per gli esseri umani le temperature percepite possono salire fino a 35 °C. Una situazione con ovvie conseguenze in termini di disagio e di effetti sulla salute.
«Il fatto che la mortalità registrata è inferiore rispetto a quella attesa è segno che il sistema che abbiamo messo in piedi funziona. Anche in giornate da bollino verde non abbassiamo mai la guardia con tutte le misure di prevenzione attivate per fragili, anziani e ricoverati nelle Rsa», afferma Palummeri.
L’umidità continuerà a farsi sentire anche in questi primi giorni d’agosto. Nella seconda parte della settimana però sono attese piogge a ridosso dei rilievi, secondo gli esperti. Il grande caldo dovrebbe concedere una tregua fino a dopo Ferragosto.
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