Pomeriggio denso di tensione per le circa 32 famiglie della palazzina di via Terpi 20A. L’allarme dei sensori di movimento posti alle fondamenta dello stabile ha subito allarmato i residenti, richiedendo un intervento immediato da parte delle forze dell’ordine. L’edificio sorge in prossimità dello scolmatore del Bisagno, il cui cantiere è stato chiuso per scongiurare un legame tra i lavori, in particolar modo le esplosioni controllate delle mine, e quanto accaduto al palazzo in questione.
L’assessore comunale alla sicurezza e alla Protezione Civile, Sergio Gambino, ha subito raggiunto via Terpi 20A e, dopo un confronto con l’ingegnere strutturista del Comune di Genova e il sopralluogo dei Vigili del Fuoco, ha predisposto lo sgombero dello stabile. Le autorità hanno dunque invitato i residenti, usciti dalle proprie abitazioni spontaneamente ancor prima della decisione ufficiale, a recuperare i propri effetti personali e a lasciare l’edificio entro sera per permettere l’intervento degli esperti.
Come funziona il piano di emergenza?
Raggiunto dal vicesindaco Pietro Piciocchi intorno alle 19:30, l’assessore Gambino ha poi supervisionato ulteriori sopralluoghi per comprendere appieno l’accaduto e mettere a punto una strategia efficace per risolvere quanto prima questa delicata situazione. Nel frattempo, il Comune ha approvato il piano di emergenza della Protezione Civile per garantire alle persone evacuate degli alloggi temporanei in mancanza di soluzioni alternative (parenti o amici). Una dozzina di condomini ha trovato una sistemazione in strutture alberghiere preventivamente avvisate dalle autorità, mentre gli altri avrebbero raggiunto conoscenti e familiari.
Per quanto riguarda invece gli spostamenti, AMT ha messo a disposizione i propri mezzi su richiesta dell’amministrazione comunale, evitando così ulteriori disagi per le persone evacuate. Sgomberato l’edificio, bisognerà accertare le cause e i possibili danni strutturali a partire dallo spostamento di circa un millimetro di uno dei pilastri portanti. Alcuni condomini sono certi della correlazione tra le esplosioni del cantiere e quanto accaduto al loro palazzo, tuttavia le prime indagini sembrano dire il contrario.
Stando ai sopralluoghi dell’ingegnere strutturista della ditta impegnata nel rafforzamento dello stabile, gli stessi lavori di irrobustimento avrebbero dunque provocato l’inclinazione. Ad ogni modo, mettendo da parte le immancabili polemiche, la cosa più importante è che i residenti di Via Terpi 20A possano ritornare quanto prima e nella massima sicurezza alle loro vite.