Il crollo al cimitero di Camogli era “prevedibile dal 2008 ed evitabile fino a maggio 2019”, queste le prime dichiarazioni che emergono dalla perizia scritta dalla professoressa Donatella Sterpi e la dottoressa Francesca Franchi. I primi segni di cedimento erano apparsi dai primi anni 2000, subito notati e segnalati da parte dei residenti locali. Crepe, fessure sui muraglioni e lavori fatti al risparmio, tutte concause che hanno portato al triste epilogo ormai noto.
Fortunatamente le misure messe in atto il giorno prima il disastro – durante i primi segni di cedimento – erano state idonee a “non mettere in pericolo la pubblica incolumità”, infatti durante la frana nessuno rimase ferito.
Il crollo, avvenuto il 22 febbraio 2019, tuttavia trascinò in mare 415 bare lasciando tutta la comunità sotto shock. Da quel momento tanti furono i macabri ritrovamenti da parte delle squadre di ricerca che riuscirono a recuperare 365 dei 415 morti finiti in mare. Ad oggi comunque ne restano “dispersi” ancora 50, nonostante un casuale ritrovamento, di qualche giorno fa, di una bara riemersa dalle profondità al largo della costa di Camogli che, probabilmente, riguarderebbe per l’appunto una delle tante salme disperse.
Perizia cimitero di Camogli
Così nella giornata di ieri si è discussa la perizia nel corso dell’incidente probatorio davanti al giudice Alberto Lippini e le due esperte hanno dichiarato:
“L’evento era prevedibile dal 2008 e cioè dal momento dello studio commissionato all’Università di Genova ed era evitabile facendo dei lavori a mare, con opere a protezione della falesia dall’erosione e sulla falesia stessa dove si sarebbero potuti montare tiranti attivi che esercitavano una pressione sulla roccia. Nessun studio tecnico commissionato dal Comune fino al momento del crollo aveva però mai indicato i tiranti attivi tra gli interventi da adottare.”
Gli indagati
Nel registro degli indagati – stilato dal pubblico ministero Fabrizio Givri – compaiono l’ex sindaco di Camogli Francesco Olivari, i due predecessori Italo Salvatore Mannucci e Giuseppe Maggioni e due dirigenti del Comune responsabili ai Lavori Pubblici Maurizio Canessa e Gianluca Solari. Questi sarebbero i responsabili del crollo secondo la Procura, accusati di aver omesso di disporre i lavori di messa in sicurezza del cimitero ignorando che l’area fosse già stata classificata a rischio elevato.
Foto di copertina: Unige
Ti può interessare anche:
Rajae Bezzaz, inviata di Striscia la Notizia, si racconta nel suo libro: “L’araba felice”