A distanza di una quindicina di anni, da quando nel ’77 nacque il movimento punk, nella piccola Castellammare di Stabia, un giovanissimo anarco punk, Pasquale Celotto, decise di riaccendere la miccia del D.I.Y. nel nostro paese, facendo rivivere i fasti di quel periodo.
Il movimento dell’auto produzione, non si era ancora spento negli anni, ma a Pasquale andò il merito di averci soffiato sopra, dandogli nuova forza vitale ed energia.
Autori di un sound molto grezzo, scomposto, ed anche un po’ disordinato (quindi perfettamente in linea con la scena che rappresentava), il punto di forza delle loro produzioni erano i testi, incentrati totalmente su tematiche sociali e sulle problematiche di un mondo allo sfascio per più motivi.
Bellissima la copertina, dove un rassicurante John Waine appoggia in modo amichevole la mano sulla spalla del capo indiano… Come andrà a finire, lo sappiamo tutti.
“Punk attitude”, “Slave to work”, “Religion power”, “Animal massacre” sono alcuni degli eloquenti titoli che compongono questo lavoro: brani cortissimi, cori e slogans a rimarcare il grande impegno della band.
All’interno il foglio con i testi ed un bel collage di foto a porre in primo piano i poteri forti, che controllano e distruggono il mondo, da MC Donald al K.K.K, dalla religione alle armi, passando per storie di vita di strada come nel testo della bellissima “Squat boy”.
La registrazione penalizza tantissimo questo importante documento sonoro di una scena che si è sempre contraddistinta per impegno e determinazione.
Purtroppo, la fiamma riaccesa da Pasquale si è spenta troppo presto, permettendoci però di rivivere grandi momenti e riuscendo a dare la spinta a molti affinché quel piccolo fuoco, rimanga sempre latente.
PUNK NELLA TESTA, NON NELLA CRESTA.