Proseguono in modo costante le trattative per il rinnovo del contratto decentrato, ma l’amministrazione sta solo fingendo di portare al tavolo di discussione le risorse residue degli anni passati.
La fantomatica quattordicesima si è ben presto rivelata un inganno poiché arriverà dimezzata (750 euro lordi a luglio 2024) e dovrà comunque compensare un incremento di attività (notti e festivi per i vigili, aumento della presenza in servizio per educatrici e maestre della scuola dell’infanzia, e ancora non è chiaro cosa verrà richiesto ai tecnici e agli amministrativi).
Non sarà quindi un compenso aggiuntivo una tantum a compensare la diminuzione del personale degli ultimi anni dato a coloro che hanno cercato di garantire i servizi. Né tanto meno questo “una tantum” servirà ad acquisire nuovo personale. Inoltre i risparmi che avevamo quantificato in euro (oltre 60 milioni) verranno elargiti solo dal 2024 e in minima parte.
Andrea Catarci l’assessore al personale di Roma Capitale in una dichiarazione rilasciata lo scorso 5 giugno ha detto: “Vogliamo andare spediti perché i dipendenti capitolini non possono attendere oltre per tagliare un traguardo che potremmo definire storico”.
In ballo ci sono le progressioni verticali dei comunali, ossia il passaggio da una categoria a quella superiore attraverso una procedura di selezione interna.
Poco più di duemila, sui 23mila in tutto, i dipendenti del comune di Roma che posso ambire a fare “carriera”. In particolare 675 dell’area tecnico amministrativa, 700 nel settore scolastico educativo tra educatrici nido ed insegnanti di scuola dell’infanzia, 690 vigili urbani. Progressioni verticali che mancano da tredici anni.
Così il Campidoglio vuole accelerare i tempi.
“Siamo l’unico ente locale che ha deciso di pagare con risorse proprie il differenziale degli stipendi. In questo modo – ha spiegato Catarci – possiamo procedere con le progressioni verticali, oltre duemila, senza intaccare la possibilità di assumere le 1500 nuove risorse che abbiamo previsto di inserire nell’organico. Stiamo facendo un passo storico e importante per Roma, lo stiamo facendo dando seguito a quanto scritto nel contratto e accogliendo anche le considerazioni delle sigle sindacali”.
Lo scontro con i sindacati
Tutto il sindacalismo di base sulla gestione delle progressioni verticali è sul piede di guerra e ha dato inizio dal 20 giugno scorso alla protesta del personale capitolino che proseguirà ogni martedì a partire dal 27 giugno sotto le finestre del sindaco Gualtieri in piazza del Campidoglio in occasione delle convocazioni dell’Assemblea capitolina.
Nel corso della seduta del 20 giugno scorso, una delegazione delle diverse sigle sindacali (Adl Cobas, Cobas, Sgb, Usb e Usi 1912) ha incontrato rappresentanti della maggioranza e dell’opposizione iniziando un’opera di sensibilizzazione alla quale è stato risposto con modalità ancora interlocutorie.
Al centro delle rivendicazioni sindacali le scelte unilaterali che sta adottando l’amministrazione di Roma Capitale in materia di personale e nello specifico la chiusura manifestata in occasione della trattativa sulle progressioni di carriera del personale di tutti i settori.
Per quanto riguarda il settore scolastico-educativo ad esempio, si riservano posti per la figura del coordinatore pedagogico restringendo inspiegabilmente gli aventi diritto a partecipare a tale selezione non prendendo in considerazione né le poses (posizioni educative dei servizi educativi e scolastici) né gli attuali funzionari educativi.
Si consente di far partecipare alla selezione per coordinatore pedagogico anche a chi è in possesso di un diploma di scuola secondaria di secondo grado, attribuendo però un punteggio dominante al solo titolo di laurea magistrale in corsi afferenti alle classi pedagogiche, creando, di fatto, uno sbarramento che consentirebbe la progressione solo ad alcuni, che guarda caso corrispondono all’incirca al numero che si ritiene essere necessario istituire (250-300 unità).
Il meccanismo delle progressioni verticali che, con la complicità di alcune organizzazioni sindacali, è stato organizzato in modo da creare favoritismi, scarsa trasparenza delle procedure e per un numero esiguo di dipendenti, nel peggiore dei casi, quando non addirittura un vero e proprio scontro tra amministrazione, sindacati “collaborazionisti” e il graduale smantellamento del servizio educativo-scolastico.
I sindacati di base nella commissione trasparenza del 28 giugno scorso segnalano le criticità delle regole sulle progressioni di carriera che l’amministrazione capitolina sta per approvare.
Non ci appartiene la logica di una contrattazione decentrata che non fa recuperare il divario salariale rispetto agli omologhi dipendenti dei paesi europei. Non ci appartiene l’arrogante indolenza della Giunta Gualtieri che al confronto sindacale predilige la modalità unilaterale di fare come gli pare. Che se ne frega di introdurre la figura del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza.
“Si tratta di regole che nessuna organizzazione sindacale – di base o non- ha inteso sottoscrivere” dichiara Roberto Betti del Sindacato Generale di Base “ma la Giunta ha inteso interrompere il confronto sindacale ignorando le criticità segnalate.”
“Siamo dell’avviso che il percorso immaginato dall’amministrazione sia risultato carente dal punto di vista dell’informativa e produca una forte difficoltà sul piano organizzativo”, in primis nel settore scolastico-educativo, ma più in generale generando un sistema valutativo altamente discrezionale e non basato su elementi oggettivi” continua il sindacalista.
“Dal nostro punto di vista continueremo a protestare ogni martedì pomeriggio durante i lavori dell’assemblea capitolina e segnaliamo che abbiamo chiesto sostegno alla Commissione Trasparenza affinché si tenga un Consiglio Comunale straordinario dedicato al personale per riconoscere un maggior valore dell’esperienza lavorativa maturata, siano incrementate le retribuzioni utilizzando gli oltre 60 milioni di euro scaturiti dai risparmi sulle spese del personale e sia generata una più proficua organizzazione del lavoro e incremento delle assunzioni a partire da quei servizi con un rapporto diretto con il pubblico” conclude il rappresentante della Sgb.
La risposta dell’assessore Catarci
“I requisiti previsti dal contratto sono la laurea e cinque anni di anzianità, il diploma e dieci anni di esperienza. Questo per passare da istruttore a funzionario. Per le aree più basse basta l’obbligo scolastico. Sulle progressioni verticali – afferma Catarci – abbiamo fatto una nostra proposta e abbiamo invitato le organizzazioni sindacali a fare una loro proposta congiunta: l’avremmo accettata, si può dire, senza nemmeno leggerla. Evidentemente – osserva l’assessore – ci sono delle diatribe in corso che per chi non è addetto ai lavori sono di difficile comprensione.”
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