La giornata di sabato 1 luglio ha segnato un altro momento critico per le autostrade liguri, con lunghe code e ritardi. Come se non bastasse, il nuovo aumento dei pedaggi (+1,34% dopo l’incremento del 2% arrivato tra gennaio e febbraio 2023) scattato proprio il primo di luglio sta contribuendo a rendere ancor più critica una situazione ormai problematica da anni. A nulla sono inoltre servite le promesse del governo che, dopo aver respinto l’emendamento del senatore Lorenzo Basso per bloccare quantomeno l’incremento dei pedaggi nel genovese e nel savonese, non è mai intervenuto in maniera concreta.
In risposta a questo immobilismo, l’onorevole Basso, vicepresidente della Commissione Trasporti, Ambiente e Innovazione tecnologica al Senato, ha quindi scritto una lettera aperta per denunciare una situazione insostenibile e dannosa per la viabilità e il turismo in regione. Secondo il politico, tra le principali cause di questi disagi ci sarebbero i crescenti costi del tunnel subportuale di Genova, la cui realizzazione starebbe risucchiando i fondi del piano messo a punto da Autostrade per l’Italia (ASPI) per garantire “almeno 10 anni di gratuità sul nodo genovese“.
L’incidenza dell’aumento di budget per il tunnel subportuale
Dalla costruzione della struttura vera e propria alla controversa “incognita Sopraelevata“, l’ambiziosa opera rischia infatti di pesare ancor di più sui contribuenti e di causare il peggioramento di altre situazione. A causa del passaggio dai 700 milioni di euro preventivati inizialmente ai ben 900 milioni complessivi, al netto dei rincari delle materie prime, pare infatti che i “200 milioni extra” saranno ripagati attraverso i pedaggi autostradali di tutto il paese, come dichiarato qualche tempo fa da Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia. I disagi connessi alla realizzazione di questo progetto visionario non si fermano qui, in quanto l’abbattimento parziale o totale della Sopraelevata rischierebbe di congestionare il traffico cittadino e limitare ulteriormente la viabilità.
Per non parlare della scarsa tutela degli abitanti della città a causa del forte ritardo nel recupero delle barriere fonoassorbenti e delle numerose problematiche legate alla manutenzione di strade e ponti, basti pensare alle preoccupanti condizioni del viadotto di Nervi. Quest’ultima, in particolare, è stata una delle mancanze più gravi enunciate e fortemente condannate dal senatore nella sua lettera aperta. A quasi cinque anni dal tragico 14 agosto 2018, data del crollo del Ponte Morandi, bisognerebbe infatti impegnarsi ancor di più nel monitoraggio di strutture del genere, evitando così un altro disastro.
I rischi di una scarsa manutenzione ordinaria
“Dopo il crollo del ponte Morandi, in tutta la città era doveroso dare avvio a un piano straordinario di manutenzioni “silenziose”, come silenzioso, costante e continuo dovrebbe essere il lavoro di cura delle opere d’arte (viadotti, gallerie, ponti) su cui i cittadini ogni giorno transitano”, sono difatti state alcune parole del senatore a riguardo. L’onorevole Lorenzo Basso ha poi identificato il mancato monitoraggio del viadotto di Nervi e la risposta approssimativa alle diverse segnalazioni ricevute come “un vero e proprio fallimento” a cui i diretti interessati avrebbero cercato di ovviare con una “limitazione del traffico” nell’area in questione.
Peccato che questa non sia una reale soluzione al problema, bensì un palliativo che, tra le altre cose, crea nuovi disagi ai cittadini e comporta dei costi. “Manutenzione vuol dire sicurezza ed anche efficienza del sistema, mentre incuria vuol dire insicurezza ed inefficienza del sistema“, ed effettivamente basterebbe un maggiore e quotidiano impegno nella gestione e nella cura di strutture tanto “fragili” per evitare problematiche e costi dovuti a quel pizzico di superficialità purtroppo riscontrabile in tutto il paese.
Come ribadito dal senatore Basso nella sua intensa e doverosa lettera aperta, “la sicurezza non ha prezzo, motivo per cui i cittadini meritano che queste risorse siano individuate ed investite non per costruire “piramidi” per la gloria del solo faraone, ma per garantire le tante, piccole ma importanti opere di manutenzione silenziosa a beneficio dell’intera comunità“. Parole forti che dovrebbero far riflettere ciascuno di noi, soprattutto all’alba di una trasformazione urbana epocale che, però, rischia di ignorare alcune problematiche cruciali della città e di non riuscire a tutelare appieno la sicurezza dei cittadini.