Arriva il decreto di stabilizzazione dei precari della ricerca sanitaria: un traguardo che porterà 100 ricercatori genovesi verso l’assunzione tra il Policlinico San Martino e il Gaslini.
Approvato il 19 giugno il Decreto Legge 51/2023 nelle Commissioni Affari Costituzionali e Finanze della Camera, riguardo la stabilizzazione del personale precario della ricerca sanitaria: un passo in avanti importante per risolvere i problemi di organico che da tempo affliggono l’ambito sanitario e per salvaguardare la carriera di chi è precario da una vita.
Una situazione frustrante e tesa che stava per scoppiare: in Emilia Romagna ad esempio erano già 150 i ricercatori pronti ad appendere i camici fuori dagli istituti in segno di protesta. Professionisti che ogni giorno garantiscono il proprio servizio pur navigando da anni nel mare del precariato.
Da Roma però il Pd annuncia la firma del decreto come una vittoria:
“Finalmente è stato approvato l’emendamento che permette di stabilizzare centinaia di lavoratori e lavoratrici precari. Un risultato importante e frutto di un lavoro parlamentare corale, portato avanti con determinazione dal gruppo del Pd e soprattutto dalla lotta dei precari coinvolti”
Decreto di stabilizzazione precari ricerca sanitaria: il commento del segretario di Cgil Genova
La decisione è stata accolta con entusiasmo anche in Liguria, dove finalmente centinaia di ricercatori impegnati tra l’ospedale Gaslini e il Policlinico San Martino potranno abbandonare il precariato per un’assunzione, tanto attesa e che arriverà presto.
“E’ una bella notizia per la quale ci siamo battuti fortemente e che rende giustizia alle centinaia di precari della ricerca – ha commentato il segretario generale Fp Cgil Genova Luca Infantino – Non appena ci sarà la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale agiremo sul Gaslini e sul San Martino per accelerare le procedure di stabilizzazione. A livello genovese i ricercatori precari della sanità sono un centinaio in servizio presso il Gaslini e il San Martino. Grazie a tutte le ricercatrici e ricercatori che in questi anni non si sono dati per vinti e hanno continuato a lottare per il loro riconoscimento professionale” ha concluso il segretario.