E’ morto Silvio Berlusconi. Il Cavaliere si è spento all’ospedale San Raffaele di Milano all’età di 86 anni.
Nei mesi scorsi era stato ricoverato per una difficoltà respiratoria dovuta ad una forma particolare di leucemia. Dopo una dimissione ottimistica, è stato nuovamente riammesso in ospedale nelle scorse settimane e, oggi, la notizia della sua dipartita.
Silvio Berlusconi è stato in primis un imprenditore – uno dei più importanti del nostro paese – che, tra luci e molte ombre, ha contribuito a modellare l’Italia di oggi. Impegnato in edilizia, televisione e sport, disponeva di un patrimonio che Forbes stima sui 7 miliardi di dollari. L’eredità economica ed imprenditoriale ora passa ai cinque figli, Marina, Piersilvio, Barbara, Eleonora e Luigi, già da tempo subentrati al padre nei vertici delle principali aziende di famiglia.
In politica da 30 anni, Berlusconi è stato Presidente del consiglio per tre volte e capo indiscusso di uno dei partiti più influenti della seconda repubblica. Scandali, procedimenti giudiziari e amicizie sconvenienti hanno accompagnato la sua tortuosa carriera politica che lo ha portato, nel tempo, ad essere una delle figure più controverse del panorama politico italiano dai tempi di Mussolini: tanto amato da una parte quanto detestato dall’altra.
Berlusconi era anche Senatore della Repubblica nonché uno dei membri del triumvirato che regge l’attuale governo.
Morto Silvio Berlusconi: morto un Cavaliere non se ne può fare un altro
Che lo si amasse o lo si odiasse, ad ogni modo, è impossibile negare il carisma trascinante del Cavaliere. Ma ora che se ne è andato la domanda sorge spontanea: che ne sarà di Forza Italia? Ora che è morto Silvio Berlusconi, la sua creatura potrà sopravvivere al padre?
Forza Italia è sempre stato il partito personale per eccellenza, emanazione diretta del suo leader indiscusso e fondatore, costruito attorno a lui e modellato a sua immagine e somiglianza. L’ombra di una diaspora incombe ancor di più se si pensa a quanto FI sia stato marginalizzato negli ultimi anni e relegato a partito-stampella.
Logorato al fianco sinistro e destro, le defezioni dal partito sono cominciate da ben prima della malattia del Cavaliere. I più conservatori potrebbero saltare sulla barca di Fratelli d’Italia o della Lega, mentre già alcuni moderati si sono avvicinati a Renzi e Calenda.
Tra i papabili eredi, potrebbe esserci Tajani, ma a dispetto dell’esperienza e della fama di uomo delle istituzioni, difficilmente dispone della personalità adatta a vestire i panni del profeta in grado di reggere il gregge di Forza Italia.
Insomma, morto Silvio Berlusconi, si chiude un epoca e probabilmente anche la storia di un partito.
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