Il Consiglio Regionale della Liguria ha approvato l’ordine del giorno contro la possibile introduzione di etichette per vino e birra che avvertono sui rischi alla salute
Chiediamo ai Signori Consiglieri che hanno votato a favore di mettersi una mano sulla coscienza e di rivedere la loro posizione. Glielo chiediamo non certo per polemizzare, ma per motivi di salute pubblica, in quanto una percentuale elevata di italiani e liguri consuma bevande alcoliche. Altresì gli chiediamo di approfondire il problema con chi conosce i danni alcol correlati per ragioni cliniche e di ricerca.
Queste sono le motivazioni:
- I tumori al di sotto dei 50 anni stanno aumentando in modo significativo e ciò è correlato soprattutto a inconsapevoli comportamenti personali.
- La seconda causa di morte oncologica è il consumo di alcol (vino, birra e superalcolici), subito dopo il fumo di sigaretta.
- Nel 2020 in Italia i nuovi casi di cancro alcol correlati sono stati più di 10.000. Il 66% di questi per consumi lievi-moderati.
Ormai la “comunità scientifica” (85.800 studi sperimentali ed epidemiologici), e non l’opinione dei singoli studi (21 studi), e tutte le istituzioni internazionali per la ricerca su cancro hanno definito che “non esiste una soglia minima di sicurezza”.
Nessuno vuole “proibire” di produrre o vendere bevande alcoliche, ma non si può “proibire” di informare correttamente gli attuali o i potenziali consumatorI giovani in particolare devono avere l’informazione scientificamente corretta per avere la “libertà” di scelta. Senza informazione non esiste libertà di scelta.
In Liguria il 25% della popolazione maschile e il 10% di quella femminile consuma alcol in modo rischioso e ogni anno si sviluppano circa 600-650 casi di cancro totalmente alcol correlati (circa il 5% del totale). Al momento sono stimati in tutto 5.000 casi di pazienti con tumori alcol correlati.
Considerando le piccole dimensioni della Liguria i dati sono a dir poco allarmanti. Anche perché siamo in presenza di un fattore di rischio volontario.
Per le ragioni esposte e per l’uso diffuso di tale sostanza, sono necessarie alcune azioni: informare correttamente la popolazione generale, identificare i consumi alcolici non percepiti come rischiosi e favorire la prevenzione secondaria nei soggetti con consumo rischioso-dannoso.
Inserire le corrette informazioni nelle etichette è un atto doveroso. I ragazzi lo hanno capito: su un campione di 2.682 ragazzi (12-17 anni) il 98,88% ha dichiarato che è corretto e auspicabile. Poi ognuno fa quello che vuole.