La scorsa settimana, una delibera della Giunta della Regione Liguria ha destinato ben duecentomila euro all’attuazione di un piano di accoglienza e assistenza sanitaria per i senza fissa dimora e gli altri soggetti in situazioni abitative precarie.
Un progetto fondamentale per dare una svolta alla complessa condizione sociale di Genova, sesta città italiana con la percentuale più alta di senzatetto (3% al 2021) dopo, in ordine, Roma, Milano, Napoli, Torino e Foggia. Le anagrafi comunali del capoluogo ligure hanno infatti registrato, negli ultimi mesi del 2021, circa 96.197 senza fissa dimora, di cui il 38% è di nazionalità straniera.
Dato ancor più preoccupante è quello relativo all’età di questi soggetti a rischio, con una media di 41,6 anni.
La strategia di Regione e Comune prevedrà dunque un percorso di stabilizzazione post-ricovero o successivo all’arrivo in Pronto Soccorso delle categorie precedentemente citate, in modo da poter sopperire, seppur momentaneamente, alla mancanza di una rete familiare o di affetti che possa sostenerli durante la convalescenza.
Per l’occasione, il San Martino ha dunque fornito a titolo gratuito alcuni locali del proprio complesso ospedaliero. Come affermato da Giacomo Giampedrone, assessore regionale alle Politiche Sociali, quest’opera punta a migliorare la qualità della vita di soggetti e classi a rischio, identificandosi così come un fondamentale strumento per contrastare il preoccupante incremento della povertà sull’intero territorio genovese.
Strategie ed enti attivi nella lotta alla povertà
Secondo i dati ISTAT, ad esempio, la soglia di povertà per una famiglia di due componenti a Genova corrispondeva a 1.095,09 euro di spesa mensili nel 2018, per cui tutti i nuclei familiari con una spesa pari o inferiore a questo margine vengono classificate come povere.
La pandemia e le conseguenze della guerra, però, hanno reso questa situazione ancor più complessa, ponendo le amministrazioni locali e la cittadinanza dinnanzi a nuove sfide.
Certo è che quanto fatto finora, compreso l’ultimo stanziamento di fondi per i soggetti senza fissa dimora, sta portando ad un lento e graduale miglioramento, tuttavia servirà continuare in questa direzione anche nei prossimi anni, raddoppiando gli sforzi e prestando sempre attenzione alle esigenze di tutti i cittadini.
Per riuscirci sarà fondamentale anche una rinnovata e più stretta collaborazione con le numerose fondazioni attive sul territorio genovese e preposte all’accoglienza e al sostegno di senzatetto e altri soggetti a rischio. Fondazione Auxilium, il Centro Don Orione presso l’Abbazia di San Nicolò del Boschetto e la Fondazione San Marcellino sono infatti solo alcune delle associazioni che, con il loro instancabile lavoro, provano ogni giorno a dare una seconda chance ai tanti “emarginati” e “dimenticati” dalla società contemporanea.