Con un documentario leggero quanto profondo, Panathlon Chiavari-Tigullio ha raccontato quattro storie di sport e disabilità

“Sport: la vera vittoria”: il docu-film di Panathlon al Festival della Parola

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1 giugno, h 17, Chiavari: In Piazza Madonna dell’Orto, sotto il tendone del Festival della Parola -decisamente utile vista la pioggia- è stato presentato in prima assoluta il documentario “Sport: la vera vittoria” prodotto da Panathlon Chiavari-Tigullio con la regia di Mario Guala.

Il documentario, con una sensibilità e una delicatezza davvero uniche vista il tema, racconta quattro storie locali di sport e disabilità. Definirle solo storie di “sport e disabilità” è però riduttivo: il documentario parla infatti di determinazione, impegno e di sogni che non diventano realtà per magia, ma grazie ad una forza interiore notevole dei quattro di cui è narrata la storia e alle persone loro vicino, che non hanno visto disabili ma hanno visto determinazione e capacità.

Gli sportivi di cui tratta il documentario, strutturato sotto forma di intervista, sono Vittorio Podestà, Marta Cantero, Alessandro Poggi e Nicolò Pagliettini.

Moderatori della presentazione sono Franco Lazzari e Fabrizio Pagliettini, iniziatore del progetto.

Vittorio Podestà

Vittorio Podestà alla presentazione del documentario di Panathlon Chiavari Tigullio al Festival Parola
Vittorio Podestà, poco prima di salire sul palco

Di Vittorio, colpisce molto la schiettezza con cui si è raccontato non solo nel documentario, ma anche sul palco della prima. Da sempre appassionato di ciclismo – che praticava con l’Aurora Chiavari-, nel 2002 l’atleta ha subito un grave incidente che gli procurò una lesione midollare e l’impossibilitò di cavalcare di nuovo una bici.

Al momento dell’incidente, l’atleta era un trentenne disperato all’idea di non poter più praticare la sua passione, ma poi accadde qualcosa: trovò la sua forza, forgiata – a parole sue – con lo sport precedentemente praticato e si realizzò con l’handbike. “Realizzò”, è un eufemismo: Vittorio vanta ad oggi i titoli di Campione del Mondo a Bordeaux nel 2007, di vincitore della medaglia di argento nella cronometro ai Giochi paralimpici di Pechino 2008, è vincitore della medaglia d’argento ai mondiali 2009 e 2011, ha vinto tre medaglie alle Paralimpiadi di Londra 2012, 3 medaglie sia ai mondiali 2013 di Baia-Comeau che in quelli di Greenville nel 2014, tutte le medaglie dei mondiali 2015 e due ori ai Giochi paralimpici di Rio de Janeiro 2016.

Alla domanda “cosa diresti a chi deve affrontare salite simili alle tue”, il campione risponde con molta sincerità:

Marta Cantero

Marta, classe 1994, è la sincronetta chiavarese oro ai Mondiali di Nuoto 2022 di Albufeira -Portogallo- per l’esercizio singolo e argento per l’esercizio doppio.

Cosa l’ha fatta entrare nel documentario “Sport: la vera vittoria” ? La sindrome di down.

Solare, non particolarmente chiaccherona – o forse timida davanti ai numerosi presenti -. Marta ha raccontato degli allenamenti, delle sue esperienze con la squadra e delle occasionali litigate con questa.

Nel documentario, parte dell’intervista è stata fatta alla madre, che ha lanciato un’appello importante: è necessario fare ancora qualche passo per i ragazzi con sindrome di down, per premiare il loro impegno e la loro costanza, inserendo la sindrome di down tra le disabilità ammesse alle competizioni paralimpiche.

Alessandro Poggi

Alessandro è studente di Ingegneria Navale a Genova e arbitro di golf. La passione per questo sport, tendenzialmente raro tra i ragazzi, nasce dallo zio, che quando Alessandro aveva circa dieci anni lo portò sul campo. Alessandro è un ragazzo molto preciso e quadrato, che ha dovuto imparare presto a rispettare tante regole, per via della patologia genetica con cui è nato: la fibrosi cistica.

Questa patologia è caratterizzata da una produzione anomala di muco, molto più denso della norma, che provoca infiammazioni multiorgano e difficoltà respiratorie e digestive. Per poter uscire e compiere qualunque attività, Alessandro ha raccontato di essere obbligato a circa un’ora e mezza di terapia che lo sostenga durante il giorno. Vista questa necessità, per lui l’organizzazione e le regole sono fondamentali: nel golf, sport all’aria aperta non troppo faticoso per il suo fisico, ha trovato applicazione alla sua disciplina.

Alessandro Poggi, insieme al Presidente del Club di Golf di Rapallo

Nicolò Pagliettini

Conosciuto forse più dagli appassionati di calcio, Nicolò è uno sportivo ma, a differenza dei precedenti, non un atleta: Pagliettini è infatti speaker e social media manager del Virtus Entella.

Classe ’93, Nicolò è inoltre Presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Chiavari.

Il suo nome è nel documentario per via di un’ ipovedenza che lo caratterizza dalla nascita, ma non gli ha impedito di portare la sua notevole parlantina in radio e successivamente nel calcio.

Il futuro del documentario “Sport: la vera vittoria” di Panathlon

Nicolò Rolandelli, produttore esecutivo del documentario prodotto da Panathlon Chiavari-Tigullio in collaborazione con Panathlon International, sotto il tendone del Festival della Parola, ha dichiarato a Liguria Day:

Questo progetto era in cantiere da un po’ di tempo: ringrazio Panathlon per aver scelto me e il mio team per la sua realizzazione. Il tema dello sport annesso alla disabilità era molto delicato, complicato dalla superficialità ancora troppo diffusa: grazie al progetto posso dire con orgoglio che abbiamo lanciato un messaggio importante ad una città (ndr: Chiavari) che può fare di più rispetto a queste tematiche. Il progetto di distribuzione vede sì i festival, ma in primo luogo le scuole: è fondamentale che i ragazzi comprendano l’importanza dello sport, di come questo possa essere praticato da tutti e di come il limite, alla fine, sia solo in testa.

Sotto lo stesso tendone del Festival della Parola si è espresso anche, con una dichiarazione a Liguria Day, Fabrizio Pagliettini – Presidente di Panathlon Tigullio-Chiavari:

“Il nostro obiettivo come panatleti è trasferire, soprattutto ai giovani, i valori dello sport e in parallelo quelli della vita. Cerchiamo, attraverso lo sport, di dare un aiuto a formare uomini e donne migliori. Raccontare queste quattro storie del nostro territorio, di cui due internazionali, ci ha permesso di trasferire il messaggio per cui il risultato non è la cosa principale, ma lo sono il sorriso, il piacere e la dignità con cui queste persone vivono lo sport, ovviamente insieme al sacrificio. A volte ci lamentiamo per pochissimo: attraverso queste storie probabilmente arriverà un messaggio leggero ad aiutare grandi e piccini a vivere un po’ meglio. Ho la fortuna di essere genitore di un figlio disabile: ciò mi permette di avere messaggi importanti da dare, che mi fanno vivere in maniera un po’ più serena la vita di tutti i giorni, e che spero siano recepiti da studenti e insegnanti grazie alla distribuzione nelle scuole.

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Info Arianna Ranocchi

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Arianna Ranocchi, 26 anni, scrittrice e social media specialist. Determinata, curiosa e nerd, capace di passare dal discutere mostre al parlare di elfico in una sola conversazione.

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