Via Piccolomini
A Roma nei pressi della collina del Gianicolo, situata fra Via Aurelia Antica e Via Leone XIII, c’è una strada molto particolare, è Via Niccolo’ Piccolomini. Apparentemente sembrerebbe non esserci nulla di strano, a parte un meraviglioso panorama a cui noi romani e i turisti che vengono a trovarci siamo abituati, ma c’è qualcosa di magico in questa via che lascia chiunque la percorra senza parole. Appena entrati nella strada, si rimane infatti colpiti dalla maestosità della cupola di San Pietro, che sembra quasi potersi toccare con mano per quanto vicina, poi, procedendo verso il belvedere ed avvicinandosi, la cupola, al contrario di quello che ci si aspetterebbe, diventa sempre più piccola ai nostri occhi.
All’inizio della strada la sommità della Basilica di San Pietro sembra talmente grande da venire incontro a chi la guarda. E’ vero che il cupolone, come si dice a Roma, progettato da Michelangelo, è alto quasi 134 metri e sovrasta la più grande basilica cristiana al mondo, ma procedendo verso il belvedere sia a piedi che in auto o in moto, la sua imponenza diminuisce invece di aumentare, riducendosi sempre più.
Il segreto della magia di Via Piccolomini è in realtà un’illusione ottica, perché su entrambi i lati della strada si trovano edifici, alberi, lampioni, che incorniciano la cupola mentre l’occhio focalizza su di essa e la isolano dallo sfondo del panorama, quasi a farla uscire dalla realtà della città e rendendola maestosa e vicinissima; poi, procedendo verso il belvedere e oltrepassando i palazzi, le luci e tutto il resto che ne definisce il contorno, a circondare la piazza rimane solamente il cielo, ed essa riacquista dimensioni reali alla vista. Il cambio di prospettiva confonde lo sguardo creando questo particolarissimo effetto ottico, che fa percepire l’ingrandimento o il restringimento della cupola stessa. E’ un gioco di prospettive davvero suggestivo, che lascia l’osservatore a bocca aperta. E come sempre la città eterna riesce a stupire e a incantare, sorprendere e far sognare.
Il colonnato di San Pietro
Un altro stupefacente effetto ottico si può osservare proprio in piazza San Pietro, al centro del colonnato, vero e proprio capolavoro architettonico realizzato da Gian Lorenzo Bernini, commissionatogli da papa Alessandro VI nel 1655 e portato a compimento in soli undici anni.
La piazza non doveva solo conferire splendore al cristianesimo, ma creare un effetto avvolgente per accogliere i fedeli a braccia aperte, realizzando una forma ovale attraverso i due colonnati semicircolari, gli emicicli, che partono dalle estremità della facciata della basilica. Il diametro più grande raggiunge i 240 metri e i punti focali su cui è costruito il colonnato sono l’obelisco centrale e le due fontane, poste simmetricamente tra loro. Questo meraviglioso esempio di architettura barocca ha richiesto più di 44.000 metri cubi di travertino per la costruzione delle 284 colonne di ordine dorico, ciascuna alta 16 metri e per gli 88 pilastri. Le colonne sono disposte su quattro file in modo da creare tre corsie, quella centrale carrabile e le due laterali percorribili solo a piedi.
Il colonnato inoltre segna il confine tra l’Italia e lo Stato della Città del Vaticano.
Al centro della piazza, tra le fontane e l’obelisco, sulla pavimentazione, ci sono due dischi recanti la dicitura centro del colonnato. Posizionandosi sopra di essi, le file di colonne scompaiono, e l’osservatore vede una sola fila. L’effetto ottico è dovuto al fatto che ci si trova nel centro delle ellissi, il Bernini infatti allineò le colonne rispetto a questi centri, ottenendo la sovrapposizione delle file rispetto a questi punti di visione.
Inoltre, attraversando la piazza, le colonne sembrano avvicinarsi e allontanarsi, grazie ai giochi di prospettiva e luci da lui creati, perché sono convesse, e non è possibile rendersene conto finché non ci si trovi in prossimità delle stesse.
E ancora, rivolgendo lo sguardo verso la facciata della Basilica, creata dal Maderno, si ha l’impressione che le colonne della porta principale siano di colore diverso, anche se sono uguali, per merito di effetti visivi sapientemente studiati.
Una terza illusione infine si può sperimentare posizionandosi al centro della piazza, dietro l’obelisco, e, guardando la facciata, si può notare che la sfera dorata sulla cima della cupola e le due pietre miliari degli archi formano un triangolo; spostandosi ci si aspetterebbe che questo disegno muti, ma al contrario, l’osservatore rimarrà stupito proprio dal fatto che il disegno non cambia! L’effetto ottico in questo caso è stato ottenuto grazie alle finestre con i lati inclinati che si trovano sulla facciata e che ingannano la vista, dando l’impressione a chi guarda che le finestre stesse si muovano insieme allo sguardo, creando l’illusione che la cupola si sposti a destra o a sinistra, e sembra che sia in movimento insieme all’osservatore.
Effetti ottici straordinari, frutto di elaborati studi di progettazione, in uno dei luoghi più conosciuti al mondo, simbolo di Roma e di tutta la cristianità.