Nel precedente articolo ho iniziato a parlarvi di profumi, continuerò a farlo perché mi piacerebbe mantenere questo parallelismo con l’aromaterapia e il loro modo, seppur diverso, di emozionare.
Personalmente ho sempre reputato i profumi una grande opera d’arte in boccetta, capaci di condurre in luoghi lontani; di raccontare un ricordo; un sentimento; un periodo storico come farebbe una capsula del tempo; evocare l’atmosfera del lunapark… l’odore metallico delle giostre e di zucchero filato; cibi, appunto, in modo talmente palpabile da far venire l’acquolina in bocca.
Suggestioni al pari di qualsiasi altra forma artistica!
Ma come viene composto un profumo?
Le materie prime che compongono il bouquet vengono convenzionalmente divise in base alla loro natura e per durata sulla pelle.
La struttura in cui vengono suddivise viene detta “piramide olfattiva”:
- note di testa: sono le note percepite in apertura,appena la fragranza viene vaporizzata. indicativamente permangono dai 5 minuti ai 20, ovviamente non esistono regole ferree. Si tratta di note eteree; impalpabili; se si annusano ad occhi chiusi si ha l’impressione che puntino verso l’alto, soprattutto nel caso degli olii essenziali.
- note di cuore: susseguono quelle di testa, a volte amalgamandosi ad esse
- note di fondo: benvenuti nella dimensione del racconto olfattivo sussurrato all’intera fragranza. A questo punto si trovano i così detti fissatori, capaci di far percepire il fondo della fragranza anche per oltre un’intera giornata, su alcuni tessuti anche per diversi giorni.
In base alla concentrazione principalmente di oli essenziali e alcool sia hanno (dai più concentrati ai meno): extrait de parfum; eau de parfum; eau de toilette; colonie e acque di profumo.
Come già accennato, i profumi e gli oli essenziali interagiscono diversamente con i cassetti della memoria. Con il profumo avviene una rievocazione dei ricordi o dell’immaginario olfattivo senza che però vi sia un’interazione chimica tale da svolgere un effetto terapeutico come invece avviene con gli oli essenziali. Questo accade perché chimicamente c’è una differenza sostanziale.
Vediamola, in maniera molto semplice: immaginiamo di aver estratto dai fiori l’olio essenziale e di rappresentare il risultato ottenuto su una scala con valori da zero a 100 dove 100 indica la presenza di tutte le molecole chimiche che compongono quest’olio essenziale. Il risultato della mia estrazione viene detta COMPLETA, ovvero ho estratto TUTTE LE MOLECOLE CHIMICHE che compongono l’olio essenziale, ed è il caso degli oli essenziali utilizzati a scopo terapico nell’aromaterapia, ad esempio.
Se invece il mio intento è creare un profumo, non m’importa molto della completezza chimica del mio estratto; mi importa di più del profumo che ne posso ottenere. Ho bisogno infatti del massimo in questo senso! Ed ecco che nell’ipotetica scala il valore che otterrei sarebbe 50, motivo per il quale la scala verrebbe in questo caso chiamata ASSOLUTA. L’olio essenziale ottenuto avrebbe quindi la massima concentrazione di MOLECOLE ODOROSE, senza che questo prezioso sentore fosse “sporcato” dalla frazione delle altre molecole che invece è indispensabile per ottenere l’interazione chimica con il sistema nervoso e tutto l’organismo così da potersi definire “terapeutica”.
Questa differenza viene ottenuta dai diversi tempi di lavorazione della materia prima, nel nostro esempio del fiore. Ma di materie prime e di molto altro ancora vi parlerò in seguito!
Quindi… stay tuned!