Il Bacio di Constantin Brâncuși

In’Side Art: “Il bacio” di Constantin Brâncuși

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Comincia con un bacio questa rubrica artistica dedicata all’arte. Amici lettori ormai mi conoscete e sapete che non voglio annoiarvi ma entusiasmarvi all’arte, agli artisti, al colore. In questa rubrica vi proporrò solo un’opera, solo un artista, la descrizione sarà tecnica, ironica, breve, sintetica, informale, audace, originale e quindi con questo bacio mettetevi comodi e mentre guardate e leggete ascoltate della buona musica; magari accettate i miei suggerimenti musicali che cercherò con essi di intonare al resto del racconto.

Ma ora bando alle chiacchiere lasciate che vi baci e sono sicuro che qualcuno di voi mi dirà “baciami stupido”.

IL BACIO di Constantin Brâncuși
IL BACIO di Constantin Brâncuși

IL BACIO di Constantin Brâncuși

Questo bacio è una scultura in pietra, misura circa 60 cm di altezza, 35 cm di larghezza e 25 cm di profondità. La prima versione è del 1907, successivamente l’artista ha ne ha realizzate altre versioni. Bypasso la bio di Constantin ma se volete cercatevi la storia della sua scultura posta su una tomba a Parigi e poi in tempi attuali ricoperta agli sguardi dei visitatori in attesa di decisioni perché è molto interessante. Giro quindi intorno alla sua storia e vado avanti evitando l’accostamento con Rodin perché, ora, insieme a voi andiamo a toccare la materia.

Forza interessiamoci alla scultura, vediamola, tocchiamola, sogniamo ad occhi aperti di essere nei loro panni senza panni perché i due amanti dell’opera sembrano nudi.

Quello che voglio dirvi è che l’opera si intitola il bacio ma io l’avrei chiamata “l’abbraccio” perché è l’abbraccio quello che più mi ha colpito. Nell’abbraccio vedo azione, vedo fusione, vedo armonia, vedo amore che vale una vita, vale un’eternità, vedo tutto quello che ognuno di noi cerca parlando di amore.

Oh! Il bacio possiamo vederlo ma io preferisco sentire il calore di quell’abbraccio, quel sentirsi un tutt’uno fra due corpi liberi di amarsi. Un bacio è il tocco finale, quella effusione è stato focalizzata dall’artista solo per attirare l’attenzione e far sciogliere l’osservatore in un abbraccio universale.

Baciamoci sì ma il vero amore è scaldato da un abbraccio che non deve essere necessariamente forte, basta che sia onesto, spontaneo, dolce, tenero, sentito, avvolgente, coinvolgente, profondo da entrare nell’anima degli innamorati come un sigillo a testimoniare un sentimento unico.

In questa opera quasi non si distingue chi sia l’uomo e chi la donna perché in fondo non è importante il sesso, il bacio è una piccola azione d’amore e dove c’è amore c’è vita. “Baciami stupido” sì ma prima abbracciami.

Questa scultura è di pietra mono cromatica, apparentemente fredda; se potessimo realmente toccarla ne assaggeremo la temperatura tiepida eppure è più calda di un’opera pittorica piena di colore. E’ stato quello che voleva l’autore: anche se di pietra la materia dell’opera, il risultato è bollente.

Se nelle foto vediamo Constantin Brâncuși spettinato di certo è stato un tipo mica di ghiaccio, la scultura è stata solo il suo linguaggio naturale, un ritorno all’essere primitivo preferito al modernismo senza anima.

Amici lettori la musica consigliata per accompagnare la lettura è Stephen Stills Live At Berkeley 1971.

Ci rivediamo alla prossima opera, l’arte vista da me insieme a voi è divertente che ne dite?

La mia versione de “IL BACIO” di Constantin Brâncuși

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Info Walter Festuccia

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Walter Festuccia, Roma 16 Marzo 1958, diplomato come aiuto scenografo presso il Cine Tv di Via della Vasca Navale di Roma. Artista per natura, artigiano per tradizione, pittore, scrittore. Per il mio stile utilizzato nello scrivere, amo definirmi jazzista della parola, tutto di me è racchiuso in queste definizioni. La mia scrittura, anche se è apparentemente espressa in maniera ironica e demenziale, lascia sempre una finestra aperta oppure un indizio rivolto all'attualità, tutto in un mix di fantasia quasi astratta che diventa con ciò il mio linguaggio espressivo. Come pittore, l'astrazione, l'informalità e l'uso manuale e gestuale della materia sono il mio "io" dentro di me che quando dipinge o scrive si lascia guidare dalla passione e dall'immaginazione attraverso la quale riesco a "vedere" la scena e a "sentire" i dialoghi di ogni mio componimento. Firmo testi e opere come Walter Festuccia oppure Walter Fest.

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