Martedì 9 maggio, dalle ore 10, è prevista un’assemblea davanti al Consiglio Regionale della Liguria – Via Fieschi – per manifestare le difficili condizioni abitative dei residenti nelle case popolari di Genova che attualmente si trovano invece a dover pagare i rincari delle spese di amministrazione senza poter degnamente usufruire della casa per cui pagano.
Dalla locandina si evincono i nomi che presenzieranno all’assemblea a Genova per conto degli inquilini vessati dalle condizioni delle case popolari stesse:
- Sindacato Unitario Nazionale Inquilini ed Assegnatari (SUNIA)
- SIndacato Inquilini Casa e Territorio (SICeT)
- Unione Nazionale Inquilini Ambiente e Territorio (UNIAT)
Oggetto della rabbia -benché il manifesto sia stato caricato online da SUNIA con un difetto che ne copre parte del testo- sono gli infissi non funzionali alla protezione da vento e pioggia, la muffa, le tubature guaste, i tetti forati e la continua assenza di ascensori.
Dal sito di SICeT leggiamo per intero le richieste dei comitati:
Bloccare l’aumento degli affitti dovuto all’inflazione e creare un adeguato fondo per il sostegno delle famiglie in difficoltà. Servono servizi di qualità nei quartieri popolari, non gare d’appalto che riducono la pulizia nelle scale e negli spazi comuni. Occorre avviare una riqualificazione dei quartieri ERP – Edilizia Residenziale Pubblica – e dotarli di servizi di prossimità.
Le case popolari in San Pietro di Prà – aka “Lavatrici” di Genova: gli ascensori
Un esempio può essere dato dalle “Lavatrici” di Prà. Senza entrare nelle case, si può vedere subito un primo problema: gli ascensori.
Il blocco abitativo con ingresso difronte alla fermata del 188 è composto da sette livelli su cui dovrebbero essere attivi due ascensori, uno per ogni lato del blocco. Ogni livello comprende dodici appartamenti, sei per lato. Purtroppo uno dei due ascensori è costantemente guasto – si vocifera che si mantenga un ascensore prendendo pezzi dall’altro – obbligando i residenti di 84 appartamenti a doversi muovere su un solo ascensore o su sette piani di scale.
Molti residenti sono anziani e/o con difficoltà motorie, il che li porta a necessitare dell’ascensore senza considerare l’opzione scale.
Scorrendo articoli degli scorsi anni, pare la problematica sia presente da diverso tempo, tra l’indignazione dei residenti e un apparente mutismo da parte dell’A.R.T.E.
Foto di copertina: Secolo XIX