Quando a metà degli anni ’80 uscì l’album d’esordio “Miasma” sotto la denominazione BEVIS FROND, molti si interrogarono su chi ci fosse dietro questa misteriosa sigla.
Le sonorità di rock blues psychedelico, fortemente influenzate dai Byrds e da tutta la scena degli anni ’60, destarono non poco interesse a causa dell’ottimo lavoro proposto.
Poco dopo, si palesò l’imponente figura di Nick Saloman, che, inizialmente suonava tutti gli strumenti registrando con attrezzature decisamente LO-FI, per la sua neonata etichetta, la Woronzow.
Grazie ad un’attività molto prolifica (più di un’uscita all’anno), Saloman diviene un personaggio di culto, grazie anche ai musicisti che, nel frattempo, sono entrati nel suo entourage: il bassista Adrian Shaw che militò con i grandi Hawkwind ed i Magic Muscle, nonché il duo Bari Watts e Rich Gunther (chitarra e batteria) con i quali darà vita al side project “Outskirts of Infinity“.
In virtù di questi nuovi ingressi, il sound del gruppo acquisisce quella maturità che, in questo lavoro, si sprigiona in tutta la sua potenza soprattutto nella B Side, una rara performance dal vivo del 1990 a Copenaghen, che consoliderà maggiormente lo status di cult band.
Nonostante la scarsa duttilità della voce di Nick, il disco è un concentrato di psychedelia “ruvida”, ottimamente supportato dal basso pulsante di Shaw e da Bari Watts, che duetta con Nick.
Curiosamente, la prima parte di questo lavoro è a 45 giri e propone due dei classici della band: “Ear song” e “Olde worlde“, già apparsi nell’LP “Any gas faster” usciti anch’essi su Reckless records.
La seconda facciata è invece a 33 giri, dove troviamo un solo brano scritto da tutta la band, l’inedita “Radio Bloodbeast“, mentre le restanti songs, scaturiscono dalla penna (acidissima) di Saloman, che scrive, così, un’ulteriore pagina della psychedelia kaleidoscopica adulta, come la trascinante “I’ve got eyes in the back of my head“, quasi a sottolineare come egli si ritenga, decisamente, ad uno step superiore.