tradizioni della cultura romana

Le tradizioni romane conosciute e non

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Un percorso alla scoperta delle antiche tradizioni romane

Paese che vai, usanza che trovi

Questa volta vi voglio accompagnare nel mondo delle tradizioni romane conosciute, ma anche quelle meno note, perché comunque degne d’essere scoperte.

17 gennaio

Il giorno di Sant’Antonio Abate si usa andare alla Chiesa di Sant’Eusebio per far benedire i propri pelosetti, pennuti o altra fauna in genere. Nel secolo scorso però l’evento era molto più ampio e si benedivano anche buoi, pecore e cavalli della nobiltà. Inoltre il tutto si svolgeva presso la chiesa di Sant’Antonio Abate.

A metà febbraio nella zona del Ghetto avviene la festa del Purim.

Ricorda un evento del 1793 quando un gruppo di ribelli cercarono di dar fuoco al ghetto ebraico. Riuscirono a dar fuoco al portone della Pergola, ma accadde un evento miracoloso: un temporale giunse all’improvviso e spense le fiamme. Da quel giorno, a maggior ragione, gli ebrei di Roma festeggiano quel giorno molto speciale.

Sempre a metà febbraio nell’antica Roma si festeggiavano i Lupercali. Periodo di purificazione in quanto febbraio, subito dopo la nascita di Cristo, era considerato l’ultimo mese dell’anno. Il rito si concludeva con il sacrificio di una capra in onore del dio Luperco protettore delle greggi dagli attacchi dei lupi.

Il 9 marzo si festeggia Santa Francesca Romana protettrice degli automobilisti.

In questo giorno è usanza recarsi presso la Basilica a lei dedicata poco lontano il foro romano, per far benedire il proprio autoveicolo.

A Pasqua è tradizione romana mangiare i maritozzi Quaresimali, squisito dolce di pastafrolla con pinoli, uvetta e zucchero.

Mentre i maritozzi del resto dell’anno sono enormi con al loro interno una montagna di panna quelli quaresimali erano tipici durante il digiuno della Quaresima.

Altra tradizione capitolina è quella delle 7 chiese.

Da qui il modo di dire: Abbiamo fatto il giro delle 7 chiese (quando per svariati motivi si gira parecchio alla ricerca di qualcosa).

Avviene nella prima dozzina di maggio e comprende: San Pietro, San Sebastiano, Santa Croce in Gerusalemme, San Paolo fuori le mura, San Lorenzo fuori le mura , Santa Maria Maggiore e San Giovanni in Laterano.

Il giro manteneva i romani impegnati tutta la giornata, pertanto a metà del loro percorso, si fermavano per una scampagnata, unendo l’utile al dilettevole.

Queste sono solo alcune delle tradizioni, potremmo trovarne una per ogni mese dell’anno.

Pertanto vi lascio con il fiato sospeso e di sicuro ve ne parlerò ancora.

Percorsi di storia anche molto antica di una città dalle mille sfaccettature.

Una Roma che regala tradizioni che andrebbero custodite come un prezioso tesoro, cosa che forse tutte le città dovrebbero fare.

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Info Rita Ferranti Noviello

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Rita F. Noviello autrice di libri (scrittrice è troppo impegnativo) dal 2005. Cresciuta a Genova fino all’età di sedici anni da genitori pugliesi, dopo aver vissuto per un periodo a Manfredonia, attualmente vive a Roma dove collabora con un’associazione di promozione sociale come mediatrice culturale specializzata in lingua francese. Vincitrice di vari premi letterari, uno dedicato proprio alla “sua” Genova, al suo attivo ha la pubblicazione di cinque libri di narrativa e due di poesia. Collabora inoltre con una casa editrice romana per la quale pubblica racconti brevi. Altra sua grande passione, quella radiofonica che le ha permesso di presentare anche spettacoli di piazza, passione che ora sta trascurando per continuare a scrivere e pubblicare le sue opere. Appassionata di storia, tradizioni e culture di tutta Italia ama far scoprire a chi la circonda curiosità e aneddoti di vario genere.

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